Cambiamenti climatici Clima

UNFCCC: con gli attuali impegni emissioni solo -1% al 2030

Il Rapporto di sintesi preliminare diffuso dall’UNFCCC, in attesa del definitivo che verrà pubblicato prima della COP26 di Glasgow, lancia l’allarme sulle possibilità di conseguire l’obiettivo dell’Accordo di Parigi, stante gli attuali impegni (NDC) assunti dai Paesi.

Il Segretariato della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC) ha pubblicato il 26 febbraio 2021 il Rapporto di SintesiNationally determined contributions under the Paris Agreement” che lancia un allarme sulle possibilità di conseguire l’obiettivo di limitare l’aumento della temperatura globale di 2  C, e di fare ogni sforzo per 1,5 °C, entro la fine del secolo, secondo quanto previsto dall’Accordo di Parigi.

Il Rapporto è stato predisposto in risposta a quanto richiesto dalla Conferenza delle Parti (COP21) dell’UNFCCC di Parigi (2015) di verificare dopo un quinquennio alla COP26 se i “Contributi promessi stabiliti a livello nazionale”, i cosiddetti Nationally Determined Contributions (NDC) fossero in linea con la giusta traiettoria  per il conseguimento dell’obiettivo.

Poiché la COP26 di Glasgow a causa della pandemia di Covid-19 è stata rinviata di un anno (1-12 novembre 2021), si è deciso di pubblicare entro febbraio 2021 una versione preliminare, mentre quella finale sarà diffusa in data da definire prima della COP26.

Il 2021 è un anno decisivo per affrontare l’emergenza climatica globale – ha commentato il Segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres – La scienza è chiara, per limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5 °C, dobbiamo ridurre le emissioni globali del 45% entro il 2030 dai livelli del 2010. Il Rapporto provvisorio di oggi dell’UNFCCC è un allarme rosso per il nostro Pianeta. Mostra che i Governi non sono neanche lontanamente vicini al livello di ambizione necessario per limitare il cambiamento climatico a 1,5 °C e raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi. I principali emettitori devono presentare obiettivi di riduzione delle emissioni molto più ambiziosi per il 2030 nei loro contributi determinati a livello nazionale ben prima della Conferenza sul clima delle Nazioni Unite di novembre a Glasgow”. 

Questo è il momento – ha aggiunto Guterres – La coalizione globale impegnata a ridurre le emissioni nette entro il 2050 è in crescita tra governi, imprese, investitori, città, regioni e società civile. I piani di recupero post Covid-19 offrono l’opportunità di ricostruire un ambiente più verde e pulito. I responsabili delle decisioni devono tenere fede alle decisioni assunte. Gli impegni a lungo termine devono essere accompagnati da azioni immediate per avviare il decennio di trasformazione di cui le persone e il Pianeta hanno così disperatamente bisogno”.

Il Rapporto sintetizza le informazioni che derivano da 48 NDC nuovi o aggiornati presentati al 31 dicembre 2020, che rappresentano 75 Parti (comprese le 27 dell’UE), che rappresentano circa il 40% delle Parti dell’Accordo di Parigi, e solo il 30% delle emissioni globali di gas serra. Dal momento che continuano a pervenire al Segretariato UNFCCC aggiornamenti, è probabile che “la versione finale fornisca una sintesi più completa”.

Dal Rapporto emerge che, sebbene la maggior parte dei Paesi abbia aumentato i propri livelli individuali di ambizione per ridurre le emissioni, il loro impatto combinato mette il mondo sulla strada per ottenere una riduzione inferiore all’1% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2010. Viceversa, il Gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici (IPCC) nel suo “Special Report on Global warming of 1,5 °C” (SR15) ha indicato che il livello di riduzione delle emissioni per raggiungere l’obiettivo dovrebbe essere inferiore di circa il 45%.

Pur riconoscendo il recente cambiamento politico di maggior slancio verso un’azione più forte per il clima in tutto il mondo, le decisioni per accelerare e ampliare l’azione per il clima ovunque devono essere prese ora – ha sottolineato Patricia Espinosa, Segretaria esecutivo dell’UNFCCC – Questo è un momento raro che non può essere perso. Mentre ricostruiamo dopo la pandemia, non possiamo tornare alla vecchia normalità. Gli NDC devono riflettere questa realtà e i principali emettitori, in particolare le nazioni del G20 devono indicare la strada“.

Il Rapporto di sintesi ha anche rilevato che sono sempre più numerosi i Paesi che hanno riferito sui co-benefici delle azioni di mitigazione e adattamento climatico nei Piani di ripresa economica, tra cui l’agricoltura intelligente per il clima, l’agricoltura verticale, la riduzione dello spreco alimentare, l’adattamento degli ecosistemi costieri, l’aumento della quota di fonti rinnovabili nella generazione di energia, il miglioramento dell’efficienza energetica, la cattura e lo stoccaggio dell’anidride carbonica (CCS), il cambio di carburanti e riforme dei prezzi sui carburanti nel settore dei trasporti e passaggio all’economia circolare per una migliore gestione dei rifiuti.

Inoltre, molti Paesi in via di sviluppo hanno urgente bisogno di sostegno per l’attuazione dell’azione climatica, come si rileva in molti NDC, dove si forniscono stime quantitative del fabbisogno di sostegno finanziario per l’implementazione del NDC. Secondo l’UNFCCC, questo problema deve essere affrontato con elevata correttezza e urgenza: “senza risorse adeguate e accesso a tecnologie più verdi, la profonda trasformazione di cui abbiamo bisogno non avverrà”. 

In copertina: WFP/Matteo Cosorich

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