A conclusione del Summit per la conservazione del leopardo delle nevi e degli ecosistemi in cui vive questo raro e splendido felino, i Paesi coinvolti riaffermano la volontà di salvaguardare gli habitat naturali dove vive e di inserire nel programma di conservazione le misure di adattamento e mitigazione dei cambiamenti climatici, il cui impatto costituisce oggi una grave minaccia per la specie, alla stregua del bracconaggio.
Si è concluso l’International Snow Leopard Summit and Ecosystem Forum (Bishkek– Kirghizistan, 24-25 agosto 2017), un summit per salvare il leopardo delle nevi (Panthera uncia), specie a rischio di estinzione distribuita in maniera frammentata tra le montagne di Afghanistan, Bhutan, Cina, India, Kazakhstan, Kirghizistan, Mongolia, Nepal, Pakistan, Russia, Tagikistan e Uzbekistan, generalmente tra i 3.000 e i 4.500 metri di altitudine, in un ambiente secco, roccioso, ricco di arbusti e praterie.
Scoperto solo all’inizio del secolo scorso, il “fantasma delle montagne“” come viene chiamato per via della sua pelliccia, vive tra le alte montagne dell‘Asia centrale, generalmente tra i 3.000 e i 4.500 metri di altitudine, in un ambiente secco, roccioso, ricco di arbusti e praterie. Caccia soprattutto di notte o all’alba e le sue prede abituali sono le pecore selvatiche e le capre. Tuttavia, vivendo in un terreno di montagna, le prede sono scarse e il leopardo si ciba anche di cervi, giovani yak, asini selvatici e bestiame allo stato brado.
In meno di 20 anni, il leopardo delle nevi è diminuito di oltre il 20% e oggi si stima che ci siano tra i 4.080 e i 6.590 esemplari in libertà, ma la popolazione effettiva riproduttiva non supera i 2.500 esemplari.
Il Forum si è svolto a 4 anni di distanza dal precedente primo incontro del 2013, quando, sempre a Bishkek, i leader si impegnarono a raggiungere un obiettivo ambizioso, ovvero garantire entro il 2020 la tutela di 20 habitat strategici per la specie e soprattutto per il benessere di centinaia di milioni di persone che beneficiano delle importanti risorse idriche presenti in quelle aree. La tutela di questa specie è, infatti, strettamente collegata alla salute dei sistemi naturali di quelle aree montane.
Il bracconaggio costituisce la minaccia più seria per questo magnifico esemplare di felino, cacciato soprattutto per la sua splendida pelliccia, particolarissima, ma anche per le sue ossa e altre parti del corpo, che vengono spesso usate nella medicina tradizionale cinese.
L’incremento delle attività umane nella regione connesse all’estrazione di minerali e all’espansione degli allevamenti ne hanno ristretto l’habitat e compromesso il numero, anche per l’ostilità dei mandriani e pastori che temono assalti al bestiame.
A queste tradizionali minacce, si è aggiunto l’impatto dei cambiamenti climatici, che sta fortemente minacciando il futuro di queste montagne, casa del leopardo delle nevi, ma che ospita anche vasta varietà di fauna selvatica e fornisce acqua per decine di milioni di persone.
All’apertura del Forum, il Nepal ha presentato un piano di gestione per la specie che affronta in modo specifico il tema dei cambiamenti climatici e i suoi effetti sugli habitat. Secondo il WWF che da anni lavora per la conservazione di questa specie ed ha promosso assieme Snow Leopard Trust e NABU (Associazione tedesca per la tutela della Natura e della Biodiversità) una petizione globale che ha raccolto un numero notevole di adesioni tra cui quelle di Leonardo Di Caprio, attore premio Oscar, ambientalista e membro del board WWF, e dell’attrice Megan Fox, questo piano costiotuisce “un ottimo modello a cui potrebbero ispirarsi anche gli altri Paesi chiave“.
“I Paesi che ospitano il leopardo delle nevi potrebbero scrivere una delle più grandi storie di successo della moderna attività di conservazione – ha sottolineato Marco Lambertini, Direttore generale di WWF International – Ci sono stati progressi promettenti per una prima salvaguardia dei 20 habitat entro il 2020, ma ora ci troviamo ad un passaggio cruciale. Bisogna incrementare questi sforzi altrimenti falliremo l’obiettivo di conservazione con conseguenze che affliggeranno sia la specie che le popolazioni che condividono il suo territorio. Assicurare il futuro del leopardo delle nevi, simbolo incontrastato delle montagne d’alta quota dell’Asia, ci permette di riconoscere non solo la nostra interdipendenza, ma anche la nostra responsabilità morale verso la natura“.
A conclusione del Summit, i Paesi partecipanti hanno sottoscritto una nuova Dichiarazione di Bishkek, inserendo le misure per contrastare i cambiamenti climatici e lo sviluppo insostenibile delle infrastrutture.
La foto di copertina mostra la caratteristica lunga coda (circa un metro) del leopardo delle nevi, che permette al felino di mantenere l’equilibrio quando rincorre le sue prede.