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Trasporti marittimi: biocarburanti per la decarbonizzazione del settore?

Un Rapporto di Sustainable Shipping Initiative presentato alla COP25 di Madrid ha indicato che i portatori di interesse del settore dei trasporti marittimi hanno individuato nei biocarburanti sostenibili il primo passo per la sostituzione degli attuali carburanti fossili, pur non sottovalutando i rischi per la loro disponibilità a lungo termine.

Nel corso della COP25 di Madrid, conclusasi il 15 dicembre 2019 in modo fallimentare, la Sustainable Shipping Initiative (SSI), un’iniziativa multi-stakeholder che riunisce organizzazioni e leader del settore con l’obiettivo di migliorare la sostenibilità del settore navale in termini di impatto sociale, ambientale ed economico, ha presentato il RapportoThe Role of Sustainable Biofuels in the Decarbonisation of Shipping” (Il ruolo dei biocarburanti sostenibili nella decarbonizzazione dei trasporti marittimi).

Pur rappresentando solo il 3% delle emissioni globali, il settore dei trasporti marittimi è tra quelli in cui sono cresciute di più, per effetto del volume del commercio marittimo internazionale che negli ultimi 20 anni è aumentato significativamente.

Il settore dei trasporti marittimi è stato anche l’ultimo ad indicare obiettivi di riduzione delle emissioni inquinanti. Solo lo scorso anno in occasione dell’annuale riunione del Comitato per la protezione dell’ambiente marino (MEPC) dell’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO) delle Nazioni Unite, svoltasi (9-13 aprile, 2018), è stata adottata una Strategia iniziale per la riduzione dei gas ad effetto serra, che comporta un dimezzamento al 2050 delle emissioni, prendendo a riferimento il 2008:ben al di sotto di quel che sarebbe necessario per essere in traiettoria con l’obiettivo dell’Accordo di Parigi.

Tale impegno per la decarbonizzazione dei trasporti marittimi presuppone, tuttavia, la ricerca di soluzioni praticabili sia a livello di carburanti che di tecnologie, sulle quali opzioni il Rapporto fa un’analisi approfondita avviata da SSI con un sondaggio svolto tra le parte interessate all’inizio del 2019, seguito da una serie di convegni e tavole rotonde di alto livello, accompagnando i riscontri con la consultazione di studi scientifici sull’argomento. I risultati inseriti nel Rapporto sono oggetto, quindi, di un confronto con due membri della stessa Iniziativa: WWF e China Navigation Company.

Non è ancora chiaro quale delle potenziali alternative ai combustibili fossili abbia la combinazione vincente in termini di disponibilità, sostenibilità e competitività, tuttavia nel breve-medio periodo i biocarburanti derivanti da biomassa potrebbero rappresentare una soluzione.
“Per tenere aperta la finestra per limitare il riscaldamento a 1,5 °C gradi, tutti i settori devono passare alle tecnologie zero carbon entro il 2050 – ha osservato Fernanda de Carvalho, Global Policy Manager for Climate and Energy Practice del WWF Per le spedizioni internazionali a lunga distanza, questa è una sfida ardua, ma fattibile. La nuova fornitura su larga scala di combustibili a basso e a zero emissioni carbonio e sostenibili sarà fondamentale, ma i rischi e gli impatti del ciclo di vita di questi carburanti devono essere presi in considerazione. Questo Rapporto fornisce importanti spunti per informare sulla considerazione del ruolo dei biocarburanti nella decarbonizzazione a breve, medio e lungo termine del settore”.

La ricerca della SSI indica che a breve termine, i biocarburanti potrebbero avere un ruolo significativo da svolgere per accelerare le prime azioni di decarbonizzazione nel settore dei trasporti marittimi, essendo considerati “tecnologicamente pronti“. I dati suggeriscono, tuttavia, che, questa offerta può essere limitata nel lungo periodo per la maggior domanda proveniente anche da altri settori, che ne determinerebbe anche un aumento dei prezzi.

Le parti interessate che hanno partecipato alla redazione dello studio ritengono che i biocarburanti potrebbero soddisfare tra il 10% e il 30% del fabbisogno energetico del trasporto marittimo nel 2030 e nel 2050, con un consumo di biocarburanti che probabilmente sarà superiore nel 2030 rispetto al 2050, il che implica che questa può costituire solo una soluzione a termine.

Disponibilità prevista al 2050 di biocarburanti sostenibili rispetto alla domanda potenziale di una selezione di settori industriali e / o di altri potenziali usi di bio-materia primaria (Fonte: Forum for the Future che ha  utilizzato dati da: ETC; ICCT; ICAO; IPCC; UK CCC; World Energy Council)

“La ricerca ha rivelato che le navi a zero emissioni devono entrare nella flotta mondiale entro il 2030 e i biocarburanti avanzati sono una delle opzioni economicamente più praticabili, tra quelle attualmente disponibili – ha affermato Andrew Stephens, Direttore esecutivo di SSIAttraverso questa indagine abbiamo esaminato una vasta gamma di prospettive, coinvolgendo le parti interessate sulle questioni della disponibilità e sostenibilità dei biocarburanti per il settore dei trasporti marittimi per contribuire ai suoi sforzi di decarbonizzazione”.

Inoltre, le parti coinvolte dalla ricerca hanno anche sottolineato che la certificazione è un prerequisito per garantire la trasparenza e la sostenibilità delle catene di approvvigionamento dei biocarburanti, anche se alcune hanno ritenuto insufficiente l’attuale utilizzo dei sistemi di certificazione della sostenibilità. Una potenziale opzione per l’introduzione di biocarburanti nel settore dei trasporti marittimi consiste nell’utilizzare le bio-materie prime da rifiuti e residui piuttosto che da colture energetiche appositamente sviluppate

Si è sottolineato, inoltre, che i trasporti marittimi ha l’opportunità di svolgere un ruolo costruttivo nel contribuire allo sviluppo di una bioeconomia sostenibile, di un mercato dei biocarburanti sostenibili e nel facilitare la  decarbonizzazione del settore, nonché di altri settori, compresi i trasporto aerei, ma non può risolvere o gestire questi rischi e incertezze da solo. Al fine di garantire l’emergere di una bioeconomia funzionante e sostenibile, è essenziale il coordinamento e l’impegno dell’intera catena di valore dei trasporti marittimi, compresi porti, proprietari delle merci, produttori di carburanti, investitori, assicuratori, autorità di regolamentazione, ecc.

Tutti hanno un ruolo da svolgere nel fornire chiari segnali di mercato e nel garantire che la sostenibilità sia fondamentale per la produzione e l’approvvigionamento di materie prime da biomasse.
Il settore dei trasporti marittimi deve agire ora, senza aspettare di essere costretto dalle normative, poiché a quel punto sarà troppo tardi per raggiungere gli obiettivi necessari, ma non può agire isolatamente – ha sottolineato Simon Bennett, Direttore Generale Sviluppo sostenibile presso la China Navigation CompanyDobbiamo unirci e allinearci su soluzioni sostenibili per una radicale  decarbonizzazione, intervenendo per mitigare la crisi climatica in cui ci troviamo, a breve, medio e lungo termine. La ricerca di soluzioni richiede alle aziende, sia all’interno che a monte del settore, di lavorare insieme ai responsabili politici a pianificare la transizione, riconoscendo le potenziali opportunità e i rischi posti dai vari possibili carburanti e tecnologie sostitutivi. Mentre i biocarburanti rappresentano oggi una delle soluzioni, dobbiamo continuare a innovare, investire e ampliare altre potenziali opzioni per portarci oltre il 2050”.

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