Energia Fonti rinnovabili Infrastrutture e mobilità

Anche lo sport dei motori può contribuire ad una mobilità sostenibile

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Ernst & Young ha rilasciato uno Studio da cui emerge che tra il 2015 e il 2040 il Campionato Mondiale di Formula E, al via dal 2014, farà vendere da 55 a 77 milioni di auto elettriche, ridurre  le emissioni di CO2 di 900 milioni di tonnellate, creare 42.000 posti di lavoro permanenti.

Nel corso di una Conferenza stampa tenuta a Londra nei giorni scorsi, il network mondiale di servizi professionali di revisione e consulenza Ernst & Young ha presentato, in collaborazione con Bloomberg, lo studio “FIA Formula E Championship: value creation & sustainability report”, secondo cui il Campionato mondiale di corsa con monoposto alimentate esclusivamente da energia elettrica darà un notevole impulso al mercato delle EV, oltre che apportare benefici sociali ed ambientali non indifferenti.
Normalmente le nostre analisi si concentrano sulle performance finanziarie, senza considerare gli impatti sociali – ha affermato Juan Costa Climent, a capo della divisione Global Climate Change & Sustainability Services  di Ernst &Young – Tuttavia abbiamo intrapreso una analisi esaustiva dello stato dell’arte del mercato globale dei veicoli elettrici, delle sfide che presuppone e delle opportunità connesse dalla tecologia sviluppata che può tradursi in termini di sostenibilità e benefici ambientali. La ricerca rivela la grandissima potenzialità che ha la Formula E, non solo in termini di accelerazione dello sviluppo tecnologico, ma anche per l’abbattimento dei principali pregiudizi basati per lo più sull’ignoranza piuttosto che sull’esperienza”.

Su un arco temporale di un quarto di secolo (2015-2040) sono stati descritti 3 scenari a seconda di un basso, un moderato o un elevato assorbimento del mercato delle auto elettriche, dal quale si evince che saranno vendute da 52 a 77 milioni di auto elettriche nel periodo considerato, per un mercato del valore di 142 miliardi di euro (nello scenario migliore), che creerà 42.000 posti di lavoro in più nell’industria automobilistica, rimuovendo progressivamente quegli ostacoli che ne impediscono la green growth (prezzi; progresso tecnologico; consapevolezza e sensibilità sociale; infrastrutture; direttive).

Proprio la Formula E costituirà il fattore decisivo per il superamento di queste barriere, anche se la sua azione non sarà immediata e molto dipenderà dal grado di popolarità che il Campionato avrà tra il pubblico. Comunque, ad ogni evento di corsa in calendario, secondo lo studio, gli spettatori spenderanno 10 milioni di dollari e 240 saranno i lavori temporanei creati.

Ideata dalla Federazione Internazionale dell’Automobile (FIA), la Formula E, aperta a tutte le vetture omologate come E dalla FIA, si correrà in 10 gare tra le strade delle più famose città del mondo e prenderà il via, con 10 team di 2 piloti ciascuno, il 20 settembre 2014 a Pechino, secondo il Calendario provvisorio che dovrà essere ratificato in dicembre dal Consiglio FIA World Motor Sport, per concludersi a Londra il 27 giugno 2015, dopo aver gareggiato nel frattempo a Putrajaya (Malesia), Hong Kong (Cina), Punta del Este (Uruguay), Buenos Aires, Los Angeles, Miami, Monte Carlo, Berlino. I piloti si fermeranno a metà della gara che durerà 60 minuti, per salire su un’altra vettura munita di una nuova batteria elettrica, per proseguire nella corsa, toccando punte di velocità di 225 Km/h.

All’inizio, non sapevamo quale sarebbe stata la reazione dei Sindaci – ha dichiarato Alejandro Agag, ex deputato al Parlamento europeo e proprietario di un team da corsa con una lunga esperienza nel settore dello sport del motore, presente alla Conferenza stampa quale Amministratore delegato ed azionista della Formula E Holdings Ltd (FEH) con sede a Londra, il Consorzio di investitori internazionali che ha la licenza dei diritti commerciali del Campionato – Tuttavia essi hanno accolto con favore di ospitarci nelle loro città, probabilmente, perché facciamo meno rumore della Formula 1, perché un po’ ne facciamo comunque”.
Fin dall’inizio, la mission del Campionato di Formula E è stata quella di promuovere l’industria dell’auto elettrica e di cambiare la percezione che le persone hanno di questi veicoli – ha proseguito Agag – Le persone non vedono nell’auto elettrica un qualcosa di ‘eccitante’ e non credono che possa rispondere alle loro esigenze. Questo è uno dei principali ostacoli che impediscono la crescita del settore. Gli sport motoristici possono aiutare a far capire che l’auto elettrica non è lenta, né noiosa o poco eccitante, contribuendo al contempo ad accelerare i progressi nella tecnologia EV e su altri aspetti quali la durata della batteria, l’adeguamento delle infrastrutture e i prezzi. Ovviamente non possiamo farlo da soli. Vogliamo perciò che la Formula E agisca come un catalizzatore tra società, dirigenti, esperti, città e decisori politici, per poter guidare, insieme, il cambiamento verso un maggiore uso della mobilità sostenibile”.

Come si accennava, i benefici ambientali dell’espansione del mercato dell’auto elettrica sono rilevanti. Dal Rapporto di Ernst & Young risulta che nello scenario più favorevole, al 2040 si potrebbe avere:
– un risparmio di 25 miliardi di euro, a seguito della riduzione dei costi per malattie e produttività, per il minor inquinamento e la migliorata qualità della vita in città;
– una riduzione di 900 milioni di tonnellate di CO2, paragonabili alle attuali emissioni in Italia di oltre due anni, per un valore attuale netto di 13, 9 miliardi di euro;
– una mancata estrazione di 4 miliardi di barili di petrolio, equivalente all’attuale consumo di due anni e mezzo del Giappone.

Un notevole impulso alla diffusione dell’auto elettrica verrà dato dall’entrata in vigore della Direttiva dell’Unione europea sulla Realizzazione di infrastrutture per i combustibili alternativi che prevede entro il 2020, in tutti i Paesi europei, in quantità differente per ogni singolo Paese, l’installazione di impianti di ricarica.

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