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La stabilizzazione degli “ecobonus” determinante per ricreare posti di lavoro nelle costruzioni

stabilizzazione degli ecobonus determinante per ricreare posti di lavoro

Dal Rapporto CRESME presentato alla Camera dei Deputati si conferma il ruolo fondamentale che le detrazioni fiscali per il recupero e l’efficientamento energetico degli edifici hanno avuto nel mantenere occupati in un settore che ha visto chiudere negli ultimi anni migliaia di imprese.

Il 27 novembre 2013 alla Camera dei Deputati è stato presentato il dossier “Il recupero e la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio: una stima dell’impatto delle misure di incentivazione”, predisposto dal Servizio Studi della Camera dei Deputati – Dipartimento Ambiente, in collaborazione con il CRESME (Centro Ricerche Economiche Sociali di Mercato per l’Edilizia e il Territorio).

È La prima volta che si è tentato di effettuare una stima attendibile dell’effetto economico prodotto dagli “ecobonus” ovvero dalle detrazioni fiscali per il recupero, le ristrutturazioni e l’efficientamento energetico degli edifici.
Dal documento è emerso che nel 2013 il valore totale degli investimenti sarà pari a 19 miliardi di euro a fronte di 12 e 13 miliardi di euro nel 2010-2011, mentre le stime per il 2014 vedono il trend positivo proseguire con 19,5 miliardi di euro di investimenti stimati.
Anche l’impatto occupazionale delle agevolazioni è stato valutato dal Rapporto: 283 mila unità (di cui 189.000 diretti) nel 2013 e 291 mila (di cui 194.000 diretti) nel 2014.

“I dati – ha affermato Ermete Realacci, Presidente della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati – confermano il contributo fondamentale che gli sgravi fiscali stanno dando allo sviluppo: una cifra superiore a un punto percentuale di PIL, che rappresenta una boccata di ossigeno per un settore importante come l’edilizia, che dall’inizio della crisi ha perso oltre 500 mila addetti e ha visto chiudere 12 mila imprese”.

Sul piano occupazionale, il CRESME ha stimato che gli sgravi fiscali nel periodo 1998-2013 abbiano creato 1.350.000 posti diretti e 2.030.000 complessivi. L’incremento maggiore si verificherà nel biennio 2013-2014, biennio in cui gli incentivi sono per l’intero periodo al valore massimo: occupati diretti in entrambi i casi sopra quota 190.000, che salgono ad oltre 280.000 unità con l’indotto.
Per l’intero periodo delle detrazioni IRPEF (1998-2013) per i recuperi e ristrutturazioni (con le differenti aliquote del 41%, del 36% e del 50%) sono state presentate 6.399.583 domande per un investimento complessivo di 112.760 milioni di euro, di cui 44.124 milioni detraibili; per il risparmio energetico, dal 2007 al 2013, le domande presentate (con le differenti aliquote del 55% e del 65%) sono state 1.830.200 per un investimento complessivo di 22.911 milioni di cui 12.869 detraibili.
Sommando i due settori, le domande presentate sono state 8.229.783 per un investimento di 135,6 miliardi di cui 57 miliardi di detrazioni.
In particolare, nel 2013 gli investimenti per il recupero e le ristrutturazioni edilizie raggiungeranno i 14,5 miliardi di euro e quelli per l’efficienza energetica 4,5 miliardi.
Negli anni 2015 e 2016, allorché gli incentivi scenderanno progressivamente fino al 36%, secondo le stime del Rapporto gli investimenti diminuiranno attestandosi complessivamente a 14 miliardi di euro nel 2015 ed a 10 miliardi di euro nel 2016.

Si conferma l’importanza di affrontare la crisi rilanciando l’edilizia legata alla riqualificazione energetica e al consolidamento antisismico del patrimonio esistente – ha sottolineato Realacci – passando da l’uso di strumenti anche efficaci, come gli sgravi fiscali, a una politica organica che abbia un coordinamento fra competenze istituzionali oggi frammentate e altri elementi al proprio interno: la revisione del patto di stabilità interno per gli investimenti pubblici; l’uso dei fondi UE in funzione dell’efficientamento energetico; un piano di messa in sicurezza antisismica e di efficienza energetica degli edifici pubblici, a partire da scuole e ospedali”.

La presentazione del Dossier ha dato eco alle richieste già avanzate dal Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori (CNAPPC) che avevano avanzato richieste in merito alla necessità ormai che si passi dalla precarietà delle proroghe alla certezza di una stabilizzazione degli ecobonus, per dare l’opportunità a chi vuole fare investimenti di avere il tempo necessario per pianificarne e realizzarne l’utilizzo.

Non dimentichiamo che l’Europa si muove in questa direzione – afferma in un Comunicato stampa il CNAPPC – la nuova programmazione dei Fondi europei 2014-2020, che spinge sull’innovazione energetica nelle città, e le Direttive 2012/27 e 2010/31 che hanno fissato la visione e poi le scelte da intraprendere per fare dell’efficienza energetica la chiave per una riqualificazione diffusa e ambiziosa del patrimonio edilizio, rappresentano entrambe una sfida ed una opportunità che dobbiamo saper cogliere”.

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