Smart city Sostenibilità Umbria

La sostenibilità del Paese parte dalle città: il caso di Perugia

sostenibilità del Paese parte dalle città il caso di Perugia

L’obiettivo ambizioso di fare di Perugia una smart city, nelle parole dell’Assessore Pesaresi.

Con i suoi 162.800 abitanti, Perugia, il Capoluogo della provincia omonima della Regione Umbria si offre a turisti e ai visitatori come città d’arte ricca di storia, monumenti, cultura e manifestazioni. Integrando sapientemente l’atmosfera medievale tipica del territorio, con la freschezza di una vitalità sempre aperta al nuovo, Perugia ha saputo rinnovarsi nel tempo, favorendo l’ingresso di una vivace popolazione giovanile universitaria e attraendo, al contempo, artisti ed animatori del panorama nazionale ed internazionale nei vari campi dell’arte e dell’espressione.

Ma Perugia rappresenta anche, da sempre, una vera e propria scommessa urbanistica che si confronta con il patrimonio architettonico storico e la necessità di offrire servizi e spazi ad una società in evoluzione. Una scommessa già ampiamente vinta fin dagli anni ’80 con la chiusura al traffico dell’acropoli e la parallela costruzione dell’ottimo sistema di scale mobili all’interno della Rocca Paolina.
Successivamente, in questo senso, vanno le successive realizzazioni mirate ad una mobilità collettiva più green e meno impattante sul territorio.
Per saperne di più e meglio conoscere lo stato dell’arte e le prospettive di lavoro sulle tematiche della sostenibilità, abbiamo intervistato l’Assessore all’Ambiente, Lorena Pesaresi.

Assessore, quali sono gli obiettivi dell’Amministrazione da un punto di vista della qualità urbana?

Il nostro obiettivo è trasformare Perugia in una città intelligente: una Smart City.
Al momento, la nostra città è tra le prime in Italia ad avere tali potenzialità e questo ci fa sentire più responsabili. Stiamo già lavorando ad un complesso progetto di mobilità alternativa e sostenibile.
In Italia e in Europa, Perugia è già considerata una città all’avanguardia per la mobilità alternativa: le scale mobili che risalgono agli anni ’80; il Minimetrò, inaugurato nel gennaio 2008, primo sistema di metropolitana di superficie nato per collegare i due poli estremi della città, migliorare la mobilità urbana, facilitare le relazioni umane e rendere più vivibile la città.
Riguardo alla mobilità elettrica, Perugia è tra le prime città pilota in Italia per l’installazione delle colonnine di ricarica pubblica per i veicoli elettrici. Abbiamo lavorato in sinergia con le case automobilistiche a livello nazionale, con loro abbiamo anche condiviso il progetto del Manifesto per la mobilità elettrica e sostenibile a Perugia che prevede, per tutti i soggetti pubblici e privati che si dotano di un veicolo elettrico, una serie di incentivi per i cittadini: transito gratuito in tutte le aree ZTL del comune di Perugia per tutte le 24 ore; gratuità dei parcheggi nelle zone a pagamento, dotate di parchimetri, in tutto il territorio comunale; interventi di ricarica veloce nel nostro territorio per le auto che ne fossero sprovviste, grazie agli accordi presi con l’Automobil Club di Perugia.
Inoltre, abbiamo previsto l’inserimento dell’ubicazione delle colonnine di ricarica nelle mappe guida della città, consentendo al cittadino di avere informazioni precise sul punto di ricarica libero più vicino.
Lavoriamo intensamente anche sul fronte della mobilità dolce: abbiamo inaugurato il primo sistema di bike sharing a Perugia, insieme al noleggio di biciclette a pedalata assistita che hanno suscitato molto interesse.
Ritengo che queste siano le iniziative più rilevanti attuate nella nostra città e perfettamente in linea con le direttive europee in materia di sostenibilità ambientale.

Qual è il fabbisogno energetico del suo territorio e in che modo si intende affrontarlo?

Per risolvere il problema energetico è indispensabile dare spazio alle fonti rinnovabili, ma non si può trascurare la riduzione dei consumi energetici attraverso interventi e progetti di efficientamento energetico. A tale proposito, prevediamo di intervenire sugli edifici comunali e nelle aree con elevati consumi energetici. Non trascuriamo neppure l’illuminazione pubblica: abbiamo proposto un bando di gara per la realizzazione di un sistema alimentato esclusivamente con energia verde.
Un altro progetto, come Assessorato alle politiche energetiche del Comune di Perugia, è quello che stiamo valutando con l’Università degli Studi di Perugia e che riguarda la riqualificazione energetica del polo imprenditoriale più importante della regione Umbria: l’area industriale di Sant’Andrea delle Fratte. Questo progetto è stato reso possibile dalla presenza del Consorzio “Le Fratte” (composto da tutte le associazioni di categoria) e prevede: l’efficientamento energetico delle attività produttive e l’implementazione del fotovoltaico sui tetti degli stabilimenti.
In questo modo, la riduzione del consumo energetico e il conseguente calo delle emissioni di CO2 saranno un obiettivo delle stesse attività produttive. Inoltre, con il passaggio al fotovoltaico gli imprenditori potranno anche rimuovere l’amianto dai vecchi tetti e usufruire degli incentivi messi a disposizione a tale fine.

In che modo il Comune di Perugia sta affrontando la crisi economica?

Questa crisi è grave ed è causa di non pochi problemi, ma credo si possa intenderla anche come un’opportunità: per ripensare su basi nuove lo sviluppo economico di un paese o di una città.
Ripensare su basi nuove significa mirare ad una crescita delle città con l’obiettivo di rendere l’Italia ecosostenibile da un punto di vista economico. Sviluppare politiche di Green Economy significa avvicinarsi a grandi passi al sistema di Smart City che dovrebbe rappresentare il futuro delle nostre città.

Qual è l’attuale situazione del settore rifiuti nel comune di Perugia?

Il nuovo sistema di raccolta differenziata domiciliare, per noi, ha significato rivoluzionare l’intero complesso della raccolta rifiuti, comportando un aggravio dei costi per i cittadini, tale aggravio non verrà ammortizzato finché il sistema non funzionerà a pieno regime. Per la città di Perugia prevediamo che questo avverrà già nel 2013.
Tra il 2010 e il 2012 le nostre percentuali sono passate dal 32% al 60% e per il 2013 pensiamo di arrivare al 65%.
In ogni caso, non si può ottenere un risultato soddisfacente limitandosi a un passaggio dalla cultura dell’usa e getta a una del recupero attestata da semplici percentuali in aumento: è necessario gestire i rifiuti in un’ottica più ampia, attuando una politica adeguata e attivando il mercato del recupero e del riciclo al fine di raggiungere obiettivi più ambiziosi sia a livello regionale che nazionale.
C’è molta strada da fare, specie nelle scelte di Governo, ad esempio, l’introduzione della TARES [Tassa Rifiuti E Servizi] è stata una scelta infelice. I Comuni devono raggiungere livelli elevati di sostenibilità ambientale e sociale nelle città, ma per fare questo possono appellarsi solo ai sacrifici economici dei cittadini: il miglioramento dei servizi erogati dal Comune dipende essenzialmente dalle tasse da loro versate, mentre lo Stato non prevede alcun incentivo.
Inoltre, i Comuni, a causa del patto di stabilità, non sono in grado di pagare i fornitori e questi problemi economici hanno impedito di operare, ad esempio, gli interventi necessari per convertire gli edifici pubblici e utilizzare il fotovoltaico, al fine di avvalersi dei benefici derivanti dai vari conti energia che si sono susseguiti in questi anni.
Io spero che il nuovo Governo riesca a superare e colmare queste difficoltà per consentire ai Comuni di poter esprimere al meglio le sue potenzialità attraverso nuove idee e progetti, anche nel settore energetico, dove gli investimenti affrontati possono con il tempo ammortizzarsi da soli.
Purtroppo, sono consapevole che questi problemi riguardano non solo il comune di Perugia, ma anche tutti i Comuni d’Italia.

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