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Siccità: le cifre per non perdere altro tempo

Il Rapporto dell’UNCCD su fatti e cifre della siccità, presentato alla COP15 in corso ad Abidjan, fornisce un autorevole compendio di informazioni e dati per aiutare i negoziatori ad assumere decisioni proattive su un fenomeno che sta colpendo le società umane e i sistemi ecologici in maniera sempre più grave.

L’umanità è a un bivio: quando si tratta di gestire la siccità e accelerare la mitigazione deve essere fatto urgentemente, utilizzando ogni strumento possibile.

È l’appello contenuto nel RapportoDrought In Numbers, 2022” che il Segretariato della Convenzione delle Nazioni Unite per la lotta alla desertificazione (UNCCD) ha presentato alla Conferenza delle Parti (COP15) della Convenzione in corso in Costa d’Avorio (Abidjan,9-20 maggio 2022).

I fatti e le cifre di questa pubblicazione puntano tutti nella stessa direzione: una traiettoria ascendente nella durata delle siccità e nella gravità degli impatti, che non colpisce solo le società umane ma anche i sistemi ecologici da cui dipende la sopravvivenza di tutta la vita, compreso quello della nostra stessa specie – afferma nell’introduzione al Rapporto il Segretario esecutivo dell’UNCCD, Ibrahim ThiawSiamo a un bivio. Dobbiamo orientarci verso le soluzioni piuttosto che continuare con azioni distruttive, credendo che un cambiamento marginale possa curare il fallimento sistemico. Una delle soluzioni migliori e più complete è il ripristino del suolo, che affronta molti dei fattori alla base del degrado dei cicli idrici e della perdita di fertilità del suolo. Dobbiamo costruire e ricostruire meglio i nostri territori, imitando la natura ove possibile e creando sistemi ecologici funzionali. Al di là del ripristino, c’è la necessità di un cambio di paradigma dagli approcci ‘reattivi’ e ‘basati sulla crisi’ agli approcci di gestione della siccità ‘proattivi’ e ‘basati sul rischio’ che coinvolgono coordinamento, comunicazione e cooperazione, guidati da finanziamenti sufficienti e volontà politica”.

Il Rapporto evidenzia la necessità di azione:
– dal 2000 il numero e la durata della siccità sono aumentati del 29%;
– dal 1970 al 2019, i rischi meteorologici, climatici e idrici hanno rappresentato il 50% dei disastri e il 45% dei decessi dovuti a disastri, principalmente nei Paesi in via di sviluppo;
– la siccità rappresenta il 15% dei disastri naturali, ma ha causato il maggior numero di vittime umane, circa 650.000 morti dal 1970 al 2019;
– dal 1998 al 2017, la siccità ha causato perdite economiche globali di circa 124 miliardi di dollari;
– nel 2022 più di 2,3 miliardi di persone devono affrontano lo stress idrico; quasi 160 milioni di bambini sono esposti a siccità grave e prolungata.

La siccità non colpisce solo i Paesi in via di sviluppo, come ha evidenziato il Rapporto del programma Copernicus dell’UE che ha lanciato un allarme sulla grave siccità che sta colpendo vaste aree dell’Europa, mettendo in difficoltà la produzione agricola e quella idroelettrica. In Francia 15 Dipartimenti hanno già attuato misure di allerta siccità (alerte sécheresse), dopo che per 6 mesi non ci sono state o scarse precipitazioni, con le conseguenti restrizioni per residenti e organizzazioni locali di limitare la quantità di acqua utilizzata per irrigare giardini, spazi verdi e campi da golf, nonché per lavare le auto. La situazione è particolarmente critica nel Dipartimento Alpi Marittime, ma non va meglio, ad di qua delle Alpi. Nel Comunicato settimanale dell’ANBI del 12 maggio si parla di “siccità dimenticata”, e dove dopo il breve sollievo per le precipitazioni sul versante occidentale della pianura Padana, nel Veneto “si sta raschiando il fondo del barile” e non siamo ancora in estate.

Nel Rapporto dell’UNCCD, si sottolinea come di questo passo, senza un’azione intensificata a livello globale:
–  entro il 2030, circa 700 milioni di persone rischiano di essere sfollate a causa della siccità;
– entro il 2040, si stima che un bambino su quattro vivrà in aree con estrema carenza d’acqua;
– entro il 2050, la siccità potrebbe colpire più di tre quarti della popolazione mondiale e si stima che 4,8-5,7 miliardi di persone vivranno in aree con scarsità d’acqua per almeno un mese all’anno, rispetto ai 3,6 miliardi di oggi, e  fino a 216 milioni di persone potrebbero essere costrette a migrare entro il 2050, in gran parte a causa della siccità in combinazione con altri fattori tra cui la scarsità d’acqua, il calo della produttività delle colture, l’innalzamento del livello del mare e la sovrappopolazione.

Tra le soluzioni da intraprendere vengono indicate:
– tecniche di gestione agricola sostenibili ed efficienti che producono più cibo su meno terra e con meno acqua;
– cambiamenti nei nostri rapporti con cibo, foraggi e fibre, spostandoci verso diete a base vegetale e riducendo o interrompendo il consumo di animali;
– politiche concertata e partenariati a tutti i livelli;
– sviluppo e attuazione di piani d’azione integrati contro la siccità;
– istituire efficaci sistemi di allerta precoce che funzionano oltre i confini;
– implementazione di nuove tecnologie come il monitoraggio satellitare e l’intelligenza artificiale per guidare le decisioni con maggiore precisione;
– monitoraggio e reportistica regolari per garantire un miglioramento continuo;
– mobilitare la finanza sostenibile per migliorare la resilienza alla siccità a livello locale;
– investire nella salute del suolo;
– lavorare insieme e coinvolgere e mobilitare agricoltori, comunità locali, imprese, consumatori, investitori, imprenditori e, soprattutto, giovani.

L’UNCCD osserva che 128 Paesi hanno espresso la volontà di raggiungere o superare la Land Degradation Neutrality (LDN) entro il 2030 e quasi 70 hano partecipato alla Global Drought Initiative che mira a passare da approcci reattivi alla siccità a un approccio proattivo e di riduzione del rischio.

È importante promuovere la consapevolezza pubblica sulla desertificazione e la siccità e far sapere alle persone che i problemi possono essere affrontati efficacemente attraverso l’ingegno, l’impegno e la solidarietà – aggiunge Thiaw – Dobbiamo essere tutti all’altezza della nostra responsabilità di garantire la salute delle generazioni presenti e future, con tutto il cuore e senza indugio“.

Il Rapporto dell’UNCCD costituisce un punto di riferimento importante per le decisioni che saranno assunte al termine della COP15 sulla siccità  e che dovrebbero toccare 5 aree interconnesse:
– politiche sulla siccità;
– preallarme, monitoraggio e valutazione;
– condivisione e apprendimento delle conoscenze;
– partnership e coordinamento;
– finanziamento per contrastare la siccità.

Per sensibilizzare il pubblico, l’UNCCD presenterà il prossimo 17 giugno 2022, Giornata Mondiale della desertificazione e siccità, ospitata quest’anno dalla Spagna, la Campagna “Droughtland”.

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