Biodiversità e conservazione Cambiamenti climatici

Vermocane: progetto di monitoraggio per l’alieno nativo

Università di Modena e Reggio Emilia, Università Politecnica delle Marche e la rete dei centri sub siciliani (SiREN) hanno avviato Progetto “Monitoraggio Vermocane” che ha come scopo la raccolta di informazioni, condotta con l’aiuto dei cittadini, sulla distribuzione e sul comportamento di questo verme marino vorace e urticante che sta risalendo le coste settentrionali del Mediterraneo per effetto dei cambiamenti climatici.

Variopinto, vorace, velenoso: sono le caratteristiche principali dal vermocane o verme di fuoco, (Hermodice carunculata), una specie di verme marino in aumento lungo le nostre coste per effetto probabilmente dell’aumento delle temperature del Mar Mediterraneo che sta causando lo spostamento verso nord, di questo “invasore nativo”.

Si tratta di una specie di Polichete (anellide marino) di grandi dimensioni (gli adulti raggiungono spesso i 30 cm, e gli esemplari più grandi possono arrivare fino a 70 cm) che è stato sempre presente nei settori centro-orientali del Mediterraneo, più caldi e conosciuto fin dai tempi di Aristotele come “scolopendra marina” per la sua azione urticante, se toccato, essendo in grado di iniettare una tossina che causa bruciore, eritema e parestesia anche nell’uomo.

Il vermocane ha una dieta molto varia, spesso si nutre di organismi morti o moribondi, ma è capace di attaccare e consumare svariate specie di invertebrati marini: ricci di mare, stelle marine e gorgonie sono solo alcune delle sue prede.

Uno Studio (Ecology, distribution and expansion of a Mediterranean native invader, the fireworm Hermodice carunculata (Annelida) pubblicato su Mediterranean Marine Science da ricercatori dell’Università di Modena e Reggio ha dettagliato le informazioni su ecologia e distribuzione del vermocane.

In Italia il vermocane è un tipico abitante delle coste ioniche e dell’Adriatico meridionale, ma da diversi avvistamenti si sono verificati in località più settentrionali lungo le coste del Tirreno Centrale suggerendo che sono in corso aumenti di densità ed espansione dell’areale coerenti con il trend di riscaldamento delle temperature superficiali del bacino.

Dataset complessivo delle località in cui sono stati segnalati esemplari di vermocane (H. carunculata) nei sottobacini mediterranei che circondano le coste italiane (Fonte: Ecology, distribution and expansion of a Mediterranean native invader, the fireworm Hermodice carunculata (Annelida), Mediterranean Marine Science, 2020)

Oggi le categorie più esposte sono i subacquei, i pescatori e i bagnanti che frequentano coste rocciose. Il vermocane è un ottimo soggetto per la fotografia subacquea perché è relativamente lento e non ha paura dell’uomo; quindi, si trovo spesso ben esposto sui fondali. Ma soprattutto è “bellio. Mantenendosi a distanza di sicurezza è possibile godere della sua colorazione di avvertimento, caratterizzata da strisce gialle, branchie arancioni e ciuffi di setole bianche. Anche al buio sono spettacolari perché diventano fluorescenti alle luci UV.

 La raccolta di informazioni sulla distribuzione, l’abbondanza e il comportamento del Vermocane mentre si alimenta di coralli, gorgonie, stelle marine e altre specie chiave, insieme a segnalazioni di punture, è fondamentale per prevedere quali potranno essere i possibili impatti sugli ecosistemi costieri e l’evoluzione del rapporto uomo-verme di fuoco. Queste informazioni possono essere ottenute coinvolgendo le persone in attività utili e divertenti anche per loro come quelle di ricerca partecipata.

Dalla collaborazione tra Università di Modena e Reggio Emilia, Università Politecnica delle Marche e la rete dei centri sub siciliani (SiREN) è nato il Progetto nasce ‘Monitoraggio Vermocane” che ha come scopo la raccolta di informazioni, condotta con l’aiuto dei cittadini, sulla distribuzione e sul comportamento di questo animale!

La collaborazione dei cittadini e dei subacquei che hanno segnalato fino ad oggi è stata utilissima e testimonia l’importanza del contributo diretto del pubblico nell’aiutare la ricerca scientifica – ha sottolineato il Prof. Roberto Simonini del Dipartimento di Scienze della Vita dell’Università di Modena e Reggio e co-autore dello studio sopracitato – Nel 2021 le segnalazioni sono state 218, più del doppio di quelle che avevamo raccolto ogni anno dal 2015 al 2019”.

Chiunque può contribuire a documentare e segnalare gli avvistamenti fornendo fotografie con data, luogo e profondità dell’avvistamento, tramite l’apposita pagina Facebook. “Monitoraggio Vermocane” Nella pagina facebook è presente anche un questionario (anonimo) riguardo i siti di avvistamento del Vermocane e il suo comportamento.

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