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“Siamo tutti evasori? Probabilmente sì”

siamo tutti evasori

Il 28 gennaio 2016, l’Eurispes ha presentato il “Rapporto Italia 2016”, giunto quest’anno alla 28a edizione, che è diventato, nel tempo, un apprezzato punto di riferimento per gli studiosi, le Istituzioni, il sistema dell’informazione e gli osservatori internazionali.

Per scelta metodologica, il Rapporto si costruisce ogni anno attorno a 6 dicotomie, illustrate attraverso altrettanti saggi accompagnati da 60 schede fenomenologiche. Vengono affrontati, quindi, attraverso una lettura duale e contrapposta della realtà, temi che l’Istituto ritiene rappresentativi, anche se non esaustivi, della attualità politica, economica e sociale del nostro Paese.

Le dicotomie tematiche individuate per il Rapporto Italia 2016 sono: Libertà/NecessitàReligiosità/SecolarizzazioneIo/NoiMenzogna/VeritàProgrammazione/ImprovvisazioneFragilità/Solidità.

Rispetto al Rapporto dello scorso anno, viene segnalata una situazione economica in miglioramento, con l’aumento della percentuale di quanti ritengono che la situazione economica dell’Italia sia rimasta stabile nell’ultimo anno (dal 14,6% al 30,3%) e con il dimezzamento di quella di chi pensa che ci sia stato un netto peggioramento (dal 58,4% al 23,3%). In aumento gli ottimisti: dall’1,5% del 2015 al 16,2% del 2016. Il 14,7% (+10,1% rispetto al 2015), è convinto che la situazione per il Paese andrà migliorando nel 2016, mentre chi prevede un peggioramento scende dal 55,7% del 2015 al 27,3% del 2016.

Sono in aumento, però, il sommerso e l’evasione fiscale, che costituiscono, secondo l’Eurispes, veri e propri fenomeni di massa, in cui trova terreno fertile il lavoro nero.
Nel corso del 2015, il 28,1% degli intervistati ha accettato un lavoro senza contratto, contro il 18,6% dell’anno precedente.

Secondo gli italiani, rileva il rapporto, le categorie che più spesso lavorano senza contratto sono le baby sitter (indicate nell’80% dei casi), gli insegnanti di ripetizione (78,7%) e i collaboratori domestici (72,5%). Seguono badantigiardinierimuratoriidraulicielettricistifalegnami e, con una percentuale del 50%, i medici specialisti. Il valore del sommerso in Italia sarebbe di circa 540 miliardi (più di un terzo del PIL), oltre ai 200 miliardi di economia criminale, per un evasione fiscale di 270 miliardi, considerando una tassazione del 50%.

Con le migliorate situazioni economiche familiari, sono ripartiti i consumi, anche quelli superflui, con le risorse destinate ai regali che vengono tagliate di meno (-6,8% rispetto al 2015)e si riduce anche il numero di chi risparmia sui pasti fuori casa (-14,6%), di chi si rivolge a punti più economici come grandi magazzini, mercatini, outlet (-8,5%) o discount (-7,7%), di chi cambia marca di un prodotto alimentare se più conveniente (-13,7%), di chi risparmia su viaggi e vacanze (-7,7%), estetista/parrucchiere (-14,8%) o articoli tecnologici (-10,7%), di chi usa di più i mezzi pubblici per risparmiare sulla benzina (-2,2%) o si rivolge al mercato dell`usato (-14,9%).

Gli italiani sembrano premiare la sharing economy, soprattutto per quanto riguarda la mobilità. Sono 187, a ottobre 2015, le piattaforme italiane di “economia condivisa” (+35,5% rispetto al 2014), di cui 118 con un tasso di crescita superiore al 20%. Secondo l’Eurispes, c’è anche una classifica dei settori che condividono di più: il 19% delle realtà interessa il settore dei trasporti, mentre i comparti dello scambio dei beni di consumo e del turismo registrano entrambi il 15%. Al 9%, invece, sia il settore alimentare sia quello culturale.

Cresce il consenso degli italiani nei confronti delle cariche dello Stato e di quanti lavorano per la sicurezza del Paese.
Le istituzioni salgono dal 2,4% del 2015 al 7,5% del 2016. Parallelamente scende il numero di chi dichiara diminuita la propria fiducia di ben 22,7 punti percentuali (meno della metà degli italiani).

La fiducia nel Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è al 52%: in molti apprezzano il suo stile personale (21,8%) o sono convinti che la sua personalità debba emergere (24,6%), anche se non manca chi ritiene che il suo ruolo per ora non è stato incisivo (29,4%).

In aumento anche il numero di chi ripone fiducia nel Governo, dal 18,9% del 2015 al 28,6% di quest’anno (+10%).
Il Parlamento torna a crescere in termini di consensi (20%: +10,1% rispetto al 2015), ma non i partiti, che registrano l’11,9%, mentre la P.A. vanta il 22,6%, la scuola ottiene il 53%, le associazioni di imprenditori il 32,3% e i sindacati il 21,4%. Costante, invece, l’apprezzamento nella magistratura, che si attesta al 35,3%.

Sono, però, le forze dell’ordine a ricevere la maggior fiducia degli italiani: l’Arma dei Carabieri è tornata a crescere ancora (74%, dopo il balzo al 73,4% dello scorso anno), la Polizia è al 73%, il Corpo Forestale segna il 70,1% e la Guardia di Finanza al 66,8%.

La Chiesa è al 52,5%, ma Papa Francesco è all’81,6%, seppure in calo rispetto al top raggiunto lo scorso anno (89,6%).

Un altro aspetto che non passerà inosservato da media e politica, essendo il “tema caldo” di questi giorni, è quello relativo al numero di italiani favorevoli alla tutela giuridica delle coppie di fatto indipendentemente dal sesso (67,6%, rispetto al 64,4% del 2015 ), seppure inferiore ai valori registrati nel 2014 (78,6%) e nel 2013 (77,2%). Un segnale, forse, delle preoccupazioni legate ai possibili risvolti che ne conseguono, dalla possibilità di adottare figli per le coppie omosessuali all’utero in affitto. Su questi due temi la quota dei favorevoli si mantiene ben al di sotto del 50%: la possibilità di adottare bambini per le coppie omosessuali registra il 29% dei consensi (rispetto al 27,8% del 2015), mentre in tema di utero in affitto la percentuale dei favorevoli passa dal 49,8% del 2015 al 38,5% del 2016. In parallelo, alla possibilità di contrarre matrimonio tra persone dello stesso sesso si dicono favorevoli il 47,8% degli intervistati, in aumento del 7% rispetto allo scorso anno.

Tra gli aspetti più interessanti da segnalare di sicuro l’aumento di vegetariani e vegani, che sommati rappresentano l’8% della popolazione. In aumento, significativamente, anche le persone che si oppongono all’uso di animali nei circhi e alla loro reclusione negli zoo. In calo, invece, i contrari a sperimentazione su animali, produzione di pellicce e caccia, con numeri tornati ai livelli del 2014, ma, comunque, su ogni argomento in netta maggioranza.

In Italia, fa notare il rapporto, diminuisce il tasso di adesione alle vaccinazioni. In alcune regioni il decremento è più evidente: nella Provincia Autonoma di Bolzano la copertura vaccinale obbligatoria cala di circa il 6% rispetto alla media nazionale (94%), seguita dalla Valle D’Aosta (-4%). Entrambe le regioni registrano il record negativo anche sul fronte delle vaccinazioni consigliate. Anche alcune regioni del Sud Italia, Campania, Calabria e Sicilia, insieme alle Marche, mostrano una generalizzata disaffezione nei confronti dell’intero programma vaccinale.

Infine, gli italiani hanno modificato le proprie abitudini per la paura di attentati.
Più in dettaglio, il 17% limita le proprie uscite nei luoghi affollati (cinema, teatri e discoteche), mentre il 16% cerca di utilizzare meno i mezzi pubblici. Maggiore il timore di frequentare stazioni e aeroporti, che vengono evitati da un italiano su cinque (20,1%). Ma ad essersi largamente diffusa, rileva il rapporto, è soprattutto la “paura dell’altro”: in 4 casi su 10 (39,8%), uscendo fuori casa gli italiani si trovano a guardare con maggiore sospetto le persone dai tratti mediorientali. Si evidenzia, infine, che a un maggior livello d’istruzione corrispondono minori timori: solo il 10,7% dei laureati evita posti dove vi è maggiore concentrazione di persone, a fronte del 18,8% dei diplomati, del 21,7% degli aventi la licenza media e del 22,9% di quanti non hanno un titolo di studio o possiedono la licenza elementare.

Oltre a segnalare le criticità che contraddistinguono il nostro Paese a livello economico e sociale, nel Rapporto vengono individuati anche i punti di forza del nostro sistema, come il Made in Italy alimentare e della moda, il ritorno dei giovani alla terra, le nuove frontiere tecnologiche e la sfida dei Big Data letta nell’ambito dello sviluppo occupazionale, l’importante apporto offerto dal know-how italiano, con particolare riguardo al comparto del restauro dei beni museali e culturali, le opportunità che si aprono per le nostre migliori produzioni nei nuovi mercati internazionali. Tutti indicatori di quegli asset che, se valorizzati, possono contribuire a dare lustro e un diverso peso economico e politico all’Italia nel mondo.

L’Italia è rallentata da una diffusa e radicata sindrome del Palio di Siena la cui regola principale è quella di impedire all’avversario di vincere, prima ancora di impegnarsi a vincere in prima persona – ha dichiarato il Presidente dell’Eurispes, Gian Maria Fara –  L’invidia e la gelosia, se volte in positivo, diventano il propellente indispensabile alla crescita e allo sviluppo. Di fatto, nel nostro Paese ciò non accade. Invidia e gelosia si traducono in rancore e denigrazione. Odiamo e denigriamo il nostro vicino più bravo e, invece di impegnarci per raggiungere risultati migliori e superarlo in creatività, efficienza e capacità, spendiamo le nostre migliori energie per combatterlo, per mortificarne i successi, per ostacolarne o addirittura bloccarne il cammino. Insomma un vero e proprio ‘spreco di potenza’, una filosofia del contro invece che del per“.

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