Biodiversità e conservazione Manifestazioni e celebrazioni

Settimana Verde dell’UE 2020: natura e biodiversità per un nuovo inizio

Si aprono oggi (19 ottobre) le Conferenze di alto livello programmate nell’ambito della Settimana Verde dell’UE 2020 che vedranno impegnati scienziati e politici di fama internazionale per evidenziare il contributo della biodiversità nel sostenere e stimolare la ripresa economica in un mondo post-pandemia di Covid-19.

In che modo la biodiversità può contribuire al progresso della società e dell’economia?
Qual è il ruolo che la biodiversità può svolgere nel sostenere e stimolare la ripresa in un mondo post-pandemico?

A queste domande cerca di dare risposte la Settimana Verde dell’UE (EU Green Week) che si apre oggi (19 ottobre 2020) a Lisbona(Capitale verde europea 2020) con la Conferenza ad alto livello “A new beginning for people and nature” nel corso della quale per tutta la giornata scienziati e politici di fama internazionale discuteranno sulle attuali e future prospettive per a biodiversità e per evidenziare il suo contributo allo sviluppo socio-economico.

Verranno prese in considerazione anche il ruolo che la biodiversità può svolgere nel sostenere e stimolare la ripresa in un mondo post-pandemia di Covid-19, aumentando i posti di lavoro e contribuendo alla crescita sostenibile. In particolare saranno esaminate come le politiche del Green Deal europeo possano contribuire a proteggere e ripristinare la natura.

La Settimana Verde dell’UE di quest’anno rappresenta anche un punto di riferimento nel percorso verso percorso verso la Conferenza delle Parti (COP15) della Convenzione sulla Diversità Biologica (CBD), che era in programma in Cina per ottobre 2020, rinviata alla primavera 2021 proprio per le misure di contenimento della pandemia, che dovrà adottare un nuovo Piano d’azione decennale (2021-2030), sull’esempio dell’Accordo di Parigi per il Clima.

Oltre che a Lisbona, altre Conferenze ad alto livello si svolgeranno a Bruxelles fino al 21 ottobre (programma) e altri eventi sono in svolgimento in altre località europee da una varietà di parti interessate, comprese le autorità locali, le ONG e le imprese.

Tutti gli scienziati sono d’accordo: stiamo perdendo la natura come mai prima d’ora, in tutte le parti del mondo. Questa perdita è strettamente collegata ai cambiamenti climatici e alla crisi ecologica più in generale, i cui effetti sono già presenti e si acuiranno se continuerà l’attuale tendenza.

In Europa, la causa principale di perdita della biodiversità è il cambiamento dell’uso del suolo. Le pratiche agricole e forestali sono diventate più intensive, con uso sempre più massiccio di prodotti chimici, minori aree di interposizione tra i campi coltivati, minori varietà colturali, con conseguenti minori quantità di insetti e uccelli. Anche le città e le aree urbane si sono espanse enormemente, lasciando meno spazio alla natura. E quando i terreni agricoli e gli sviluppi urbani non lasciano spazio alla natura, il risultato è una perdita di biodiversità.

La perdita di biodiversità è pericolosa per la nostra società e per la nostra economia. È:
una questione aziendale, perché il capitale naturale fornisce risorse essenziali per l’industria;
– un problema di sicurezza, perché la perdita di risorse naturali, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, può portare a conflitti;
– una questione climatica, perché la distruzione degli habitat naturali accelera il riscaldamento globale;
– un problema di sicurezza alimentare, perché gli impollinatori svolgono un ruolo fondamentale nel nostro sistema alimentare;
– una questione etica, perché la perdita di biodiversità ferisce soprattutto i più poveri, aggravando le disuguaglianze;
– una questione intergenerazionale, perché stiamo derubando le future generazioni di una risorsa vitale;
– una questione morale, perché non dovremmo distruggere il Pianeta vivente;
– un problema di salute perché la natura migliora la qualità dell’aria, riduce l’esposizione agli inquinanti e raffredda le nostre città.

Gli scienziati dicono che i prossimi 10 anni saranno critici. Abbiamo bisogno di cambiamenti profondi dal modo in cui viviamo, con cui utilizziamo i sistemi enegetici e la terra, agli  l’energia  energetico e del modo in cui utilizziamo la terra, agli edifici, alle città, ai trasporti e al cibo, affinché si possa raggiungere la riduzione delle emissioni a zero entro il 2050.

La maggior parte delle tecnologie necessarie per ridurre l’impronta umana sulla biodiversità esistono, ma dobbiamo usarle più ampiamente e implementarle rapidamente, come l’uso di fonti di energia più pulite, la riduzione della deforestazione, la gestione migliore del territorio e la transizione verso un’agricoltura sostenibile.

Le imprese devono rendersi conto che dipendono dalle risorse naturali per cibo, fibre e materiali da costruzione. Devono adottare modelli di consumo e produzione che supportino la conservazione e l’uso sostenibile della biodiversità.

Il Green Deal europeo è la risposta a questa crisi. Come previsto dalla sua roadmap per l’implementazione, la Commissione UE ha adottato lo scorso maggio la nuova Strategia sulla Biodiversità per proteggerla da futuri danni futuri, per riparare i danni che ha già subito e per garantire la preoccupazione per la biodiversità sia una caratteristica centrale di tutti gli altri settori politici pertinenti.

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