L’edizione 2025 di “Rumore Ambientale in Europa” dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) ci ricorda che i paesaggi produttivi urbanizzati in cui si alternano sviluppo urbano, industria e attività legate ai trasporti influenzano direttamente la salute, il benessere mentale, la sostenibilità urbana, l’economia e la biodiversità, e che per conseguire l’obiettivo del Piano UE per l’inquinamento zero al 2030 bisogna implementare le soluzioni efficaci, già disponibili.
Più di 110 milioni di europei, ovvero oltre il 20% degli europei, sono esposti a livelli elevati di rumore causato dai trasporti, che superano le soglie stabilite dalle norme UE in materia di segnalazione e che danneggiano la salute, l’ambiente e l’economia.
A sottolinearlo è l’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) che ha pubblicato il 24 giugno 2025 il Rapporto “Environmental Noise in Europe 2025” che evidenzia come i progressi nella riduzione dell’esposizione a livelli nocivi di rumore siano stati lenti e che l’obiettivo di inquinamento zero dell’UE di ridurre del 30% entro il 2030 il numero di persone cronicamente disturbate dal rumore dei trasporti difficilmente potrà essere raggiunto senza misure aggiuntive.
Il rapporto è l’analisi più completa dell’inquinamento acustico ambientale in Europa, basata sulle segnalazioni degli Stati membri dell’AEA ai sensi della Direttiva 2002/49/CE relativa alla determinazione e alla gestione del rumore ambientale, esaminando sia l’impatto sulla salute umana che sulla biodiversità e sulle aree naturali protette.
L’esposizione prolungata al rumore dei trasporti in Europa è collegata a una vasta gamma di effetti negativi sulla salute, tra cui malattie cardiovascolari, disturbi mentali, diabete e persino morte prematura. Il rapporto afferma che bambini e adolescenti sono particolarmente vulnerabili agli effetti del rumore. Sulla base di nuove ricerche, l’esposizione al rumore nei bambini contribuisce a difficoltà di lettura, problemi comportamentali e obesità.
Anche i costi economici e sociali sono elevati, poiché le malattie e i problemi di salute associati hanno un impatto negativo sull’economia. Il rapporto afferma che l’inquinamento acustico derivante dai trasporti comporta costi economici annuali di almeno 95,6 miliardi di euro in Europa, pari allo 0,6% del prodotto interno lordo (PIL) totale, applicando metodi consolidati per stimare i costi del rumore ambientale.
“L’inquinamento acustico viene spesso trascurato, considerato solo un fastidio della vita quotidiana – ha osservato la Direttrice esecutiva dell’EEA,Leena Ylä-Mononen – Gli impatti a lungo termine del rumore sulla nostra salute e sull’ambiente sono diffusi e contribuiscono in modo significativo a morti premature, malattie cardiovascolari, diabete e problemi di salute mentale. Anche i bambini sono particolarmente vulnerabili agli effetti del rumore ed è un problema che tutti gli Stati membri dell’UE devono affrontare con urgenza se vogliamo progredire verso il nostro obiettivo di inquinamento zero entro il 2030, che prevede la riduzione dell’inquinamento acustico”.
Rumore determinato dai trasporti
Il traffico stradale è identificato come la principale fonte di inquinamento acustico, soprattutto nelle aree urbane densamente popolate, dove è colpito il numero più elevato di persone.
In base alle soglie stabilite dalla Direttiva UE sul rumore ambientale, il trasporto su strada espone circa 92 milioni di persone a livelli di rumore nocivi durante il periodo giorno-sera-notte. Le soglie di rumore UE previste dalla Direttiva sono fissate a 55 decibel (dB) per il periodo giorno-sera-notte e a 50 dB per il periodo notturno.
A titolo di paragone, il rumore ferroviario colpisce 18 milioni di persone durante il periodo giorno-sera-notte, mentre il rumore degli aerei ne colpisce circa 2,6 milioni (giorno-sera-notte). Sebbene il rumore di treni e aerei colpisca complessivamente meno persone, rimangono fonti significative di inquinamento acustico locale, in particolare in prossimità dei principali corridoi di trasporto ferroviario e degli aeroporti.
Le Linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sul rumore ambientale raccomandano livelli di rumore sostanzialmente più rigidi, il che significa che molte più persone sono esposte al rumore causato dai trasporti. Considerando questi livelli raccomandati più bassi, si stima che circa 150 milioni di persone (oltre il 30% della popolazione) siano esposte a livelli di rumore nocivi a lungo termine derivanti da fonti di trasporto.
Impatti sulla salute
L’inquinamento acustico non crea solo fastidio, ma può avere gravi ripercussioni sulla salute. L’esposizione al rumore influisce sulla salute attraverso percorsi interconnessi, principalmente stress e disturbi del sonno. Questi fattori possono contribuire a un’ampia gamma di effetti negativi sulla salute, tra cui malattie cardiovascolari e metaboliche, disturbi della salute mentale e persino morti premature.
L’esposizione prolungata al rumore dei trasporti in Europa è stata collegata a circa 66.000 decessi prematuri, 50.000 nuovi casi di malattie cardiovascolari e 22.000 nuovi casi di diabete di tipo 2. Inoltre, secondo una nuova ricerca, il rumore potrebbe anche contribuire potenzialmente a migliaia di casi di depressione e demenza.
Nei bambini e negli adolescenti, l’esposizione al rumore ha contribuito a oltre 560.000 casi di difficoltà di comprensione della lettura, a 63.000 problemi comportamentali e a 272.000 casi di sovrappeso nei bambini, secondo gli ultimi dati del 2021.
Rispetto ad altre minacce ambientali per la salute in Europa, il rumore dei trasporti si colloca tra le prime tre, subito dopo l’inquinamento atmosferico e i fattori climatici legati alla temperatura. Inoltre, ha un impatto sulla salute maggiore rispetto a rischi più noti come il fumo passivo o l’esposizione al piombo.
Il rumore danneggia la natura
L’inquinamento acustico ha un impatto anche sulla fauna selvatica terrestre e marina. Il rapporto rileva che almeno il 29% delle aree protette Natura 2000 in Europa è soggetto a livelli di rumore che potrebbero avere un impatto sui comportamenti della fauna selvatica terrestre.
Anche l’inquinamento acustico subacqueo derivante dal trasporto marittimo, dalle costruzioni offshore e dall’esplorazione marina compromette la vita marina, in particolare per le specie che vivono nelle acque europee e che dipendono dal suono per la loro sopravvivenza, come balene e delfini. Le aree con la più alta esposizione al rumore subacqueo in Europa includono parti della Manica, lo Stretto di Gibilterra, parti del Mar Adriatico, lo Stretto dei Dardanelli e alcune regioni del Mar Baltico.
Soluzioni per un’Europa più silenziosa
Secondo le stime dell’EEA, il numero di persone fortemente infastidite dal rumore dei trasporti nell’UE è diminuito solo del 3% tra il 2017 e il 2022. Questa riduzione è inferiore al ritmo necessario per raggiungere l’obiettivo di riduzione del rumore previsto dal Piano d’azione “inquinamento zero”. Sulla base delle attuali proiezioni fino al 2030, è improbabile che l’UE raggiunga l’obiettivo senza ulteriori interventi.
Il rapporto individua esempi di soluzioni efficaci già disponibili per mitigare il rumore. Tra queste, il miglioramento dell’accesso a spazi silenziosi e verdi nelle città, azioni come la riduzione dei limiti di velocità per i veicoli nelle aree urbane, una migliore manutenzione delle infrastrutture ferroviarie, l’aumento dell’uso di pneumatici a bassa rumorosità, l’ottimizzazione dei percorsi di atterraggio/decollo degli aerei negli aeroporti e la promozione dell’uso di velivoli più silenziosi.
Inoltre, possono essere utili anche strategie a lungo termine per le aree urbane che diano priorità a misure preventive, come la creazione di zone cuscinetto tra i corridoi di trasporto e le aree residenziali o la promozione di una mobilità sostenibile, come i trasporti pubblici, gli spostamenti a piedi e in bicicletta.