Edilizia e urbanistica Efficienza energetica

Italia non ha una strategia a lungo termine per le ristrutturazioni degli edifici

Italia non ha strategia a lungo termine per ristrutturazioni edifici

Dopo il Rapporto del Centro Comune di Ricerca che rileva come la strategia a lungo termine per mobilitare investimenti non adeguatamente conforme alle prescrizioni per le ristrutturazioni di edifici residenziali e commerciali, sia pubblici che privati inserite nella Direttiva sull’efficienza energetica, e le Raccomandazioni della Commissione UE affinché i Paesi membri accelerino su tempi ed obiettivi della Direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia, è ora una lettera del Presidente dell’AiCARR a rivolgere al Ministro dello Sviluppo Economico l’invito ad una programmazione adeguata che stimoli l’efficienza energetica nel settore edilizio.

Secondo quanto diffuso dall’Agenzia Ask News il 21 ottobre 2016, il Presidente dell’Associazione italiana Condizionamento dell’Aria Riscaldamento e Refrigerazione (AiCARR), Livio de Santoli ha inviato una lettera al Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda per chiedere una programmazione nazionale di medio-lungo periodo sull’efficienza energetica, a partire dal settore dell’edilizia, un riordino della materia in ambito legislativo e appositi piani di comunicazione per gli utenti finali, per i condomini, per le famiglie bisognose.
Se l’Italia ha raggiunto gli obiettivi 20-20-20 nell’ambito della diffusione delle energie rinnovabili, non si può dire che abbia fatto altrettanto sull’efficienza energetica – scrive de Santoli – Eppure dal settore delle costruzioni si può tentare di risollevare l’economia, e proprio dal settore dell’edilizia deve iniziare il processo di decarbonizzazione che riguarda le nostre città e che ci chiede l’Europa. Horizon 2020 stanzia 2,5 miliardi al settore dell’efficienza energetica, ci sono 300 miliardi di euro messi a garanzia della UE attraverso il Fondo europeo per gli investimenti strategici“.

Il settore edilizio – sottolinea il Presidente di AiCARR – deve procedere ad una sistematica riduzione dei consumi specifici (più del doppio della media realizzata in questi anni) con un aumento del numero annuo di interventi di riqualificazione, in un contesto generale di realizzazione di reti intelligenti di edifici riqualificati”.

Si dovrebbe inoltre consentire una aggregazione lato domanda dei consumi in pacchetti da negoziare con il distributore, anche per attivare, in una logica di demand-response, il ruolo del consumatore-produttore secondo le richieste della Commissione Europea – conclude de Santoli – Inoltre, investire in efficienza energetica significa come è noto ridurre la nostra dipendenza dalle importazioni di energia, creare nuovi posti di lavoro, ridurre la povertà energetica, migliorare il benessere e la salute e stimolare l’economia“.

Nello scorso luglio la Commissione UE aveva adottato una Raccomandazione, rivolta agli Stati membri per sollecitare l’elaborazione di Piani nazionali per aumentare l’efficienza energetica degli edifici, secondo gli obiettivi e i tempi previsti dalla Direttiva 2010/31/UE sulla prestazione energetica in edilizia.

Secondo la Commissione, gli Stati non stanno realizzando gli obiettivi a un ritmo adeguato e al fine di accelerare ha rivolto loro 5 Raccomandazioni, tra cui:

(1) Adoperarsi più a fondo per attuare completamente e far rispettare le disposizioni della Direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia affinché tutti gli edifici di nuova costruzione siano a energia quasi zero entro i termini stabiliti dalla Direttiva stessa;

(5) Accelerare l’elaborazione di politiche specifiche a sostegno della ristrutturazione degli edifici esistenti per trasformarli in edifici a energia quasi zero, per offrire agli investitori la necessaria garanzia di stabilità a lungo termine in materia di edifici efficienti, compresa la ristrutturazione in profondità degli edifici.

Il 9 marzo 2016, il Centro Comune di Ricerca dell’Unione europea di Ispra aveva pubblicato il Rapporto di sintesi sulla valutazione delle strategie per le ristrutturazioni edilizie degli Stati membri (Synthesis Report on the assessment of Member States’ building renovation strategies), redatto su incarico della Direzione Generale per l’Energia della Commissione UE, a cui gli Stati membri avevano trasmesso nel 2014 le proprie Strategie sull’efficienza energetica, corredate dai Piani nazionali di azione per l’efficienza energetica (PNAEE).

L’articolo 4 della Direttiva 2012/27/UE sull’efficienza energetica, infatti, impone che “Gli Stati membri stabiliscono una strategia a lungo termine per mobilitare investimenti nella ristrutturazione del parco nazionale di edifici residenziali e commerciali, sia pubblici che privati“.

Tale strategia comprende:
a) una rassegna del parco immobiliare nazionale fondata, se del caso, su campionamenti statistici;
b) l’individuazione di approcci alle ristrutturazioni efficaci in termini di costi, pertinenti al tipo di edificio e alla zona climatica;
c) politiche e misure volte a stimolare ristrutturazioni degli edifici profonde ed efficaci in termini di costi, comprese profonde ristrutturazioni per fasi;
d) una prospettiva rivolta al futuro per guidare le decisioni di investimento dei singoli individui, del settore dell’edilizia e delle istituzioni finanziarie;
e) una stima fondata su prove del risparmio energetico atteso, nonché dei benefici in senso lato.

Sulla base di tali parametri il Centro Comune di Ricerca ha effettuato una approfondita valutazione, verificando se tutti i requisiti sono stati affrontati in modo adeguato in ogni Strategia nazionale.
Dal quadro complessivo che emerge risulta che il 74% delle strategie presentate affrontano gli elementi principali della Direttiva in modo soddisfacente e 10 strategie sono considerate esemplari (Repubblica Ceca, Francia, Grecia, Ungheria, Irlanda, Lituania, Romania, Slovenia, Spagna e Regno Unito).
Sono risultati non conformi 6 strategie (Austria, Bulgaria, Polonia, Portogallo e le regioni belghe della Vallonea e delle Fiandre).

L’Italia è stata inclusa tra gli altri 13 Paesi le cui strategie sono conformi per almeno 2 delle richieste della Direttiva. In particolare:
– il dato sul parco immobiliare non è stato giudicato del tutto esaustivo;
– la sintesi sull’approccio costi-efficacia dei lavori di ristrutturazione è troppo generica;
– buona è la panoramica sulle politiche e sulle misure esistenti per promuovere la ristrutturazione edilizia, anche se non è dettagliata l’efficacia delle politiche esistenti o la necessità di nuove;
– non sono adeguatamente indicate le fonti e i meccanismi di finanziamento esistenti per gli investimenti complessivi di ristrutturazione;
– gli investimenti nelle ristrutturazioni sono considerati prioritari e la previsione è di investire nel settore 170-180 miliardi di euro entro il 2020 attraverso l’economia tradizionale e verde, ma non ci sono indicazioni di dettaglio in merito ai benefici quantificati nell’orizzonte del 2020, quando si attende un risparmio stimato in 4,9 Mtep/anno, pari a una riduzione del 24% dell’energia primaria.

Pertanto, si legge nel summary della scheda dedicata al nostro Paese, “La strategia italiana non è completamente conforme alle prescrizioni dell’Art. 4. La descrizione del patrimonio edilizio da ristrutturare non è molto dettagliata e non offre una prospettiva di lungo termine per guidare le decisioni di investimento. L’Italia presenta una buona serie di misure politiche già attuate, ma il quadro costi-efficacia è troppo generico e senza connessioni a nuove puntuali misure“.

Siccome la Strategia per la ristrutturazione degli immobili dovrà essere aggiornata e trasmessa alla Commissione UE nel quadro dei Piani nazionali per l’efficienza energetica (PNAEE) entro aprile 2017, c’è da augurarsi che l’invito di cui alla premessa, rivolto dal Presidente dell’AICARR al Ministro dello Sviluppo Economico non cada nel vuoto e che si eliminino le deficienze rilevate nello Rapporto del Centro Comune di Ricerca, magari tenendo conto delle Raccomandazioni formulate dalla Commissione UE per accelerare sui tempi ed obiettivi previsti dalla Direttiva 2010/31/UE sulla prestazione energetica in edilizia.

Articoli simili

Lascia un commento

* Utilizzando questo modulo accetti la memorizzazione e la gestione dei tuoi dati da questo sito web.