Green economy Sostenibilità

Cnge propone un pacchetto di riforme verdi per l’Italia

Cnge propone un pacchetto di riforme verdi per l’Italia

Il Cnge propone un piano anticrisi per l’Italia grazie alla Green Economy.

Il Consiglio Nazionale della Green Economy (Cnge) composto da 66 organizzazioni di imprese green, in occasione dell’ormai prossimo semestre di presidenza italiana della Ue, ha deciso di presentare un pacchetto di riforme per il miglioramento della economia green in Italia.

Destinatari: il Governo (i Ministri dell’Ambiente e dello Sviluppo economico, il Presidente del Consiglio e il Sottosegretario con delega agli Affari europei) e il Parlamento (i Presidenti delle Commissioni Ambiente e Attività produttive di Camera e Senato).

Il Cnge con 10 gruppi di lavoro per 10 settori strategici, ha coinvolto, 400 esperti in tutta Italia e 4000 stakeholder allo scopo di creare una struttura in grado di generare strategie e programmi finalizzati allo sviluppo della economia verde.

Le proposte del Cnge formalizzate ai rappresentanti politici italiani, prevedono 6 aree di intervento su temi inerenti a:
• Fiscalità ecologica
• Clima e energia
• Agricoltura sostenibile
• Risorse idriche
• Rifiuti
• Crescita e occupazione verde
• Fiscalità ecologica

Vediamo, di seguito le proposte così come sono state presentate.

Fiscalità ecologica
In merito alla fiscalità ecologica il Cnge propone al governo di dar seguito alle ripetute indicazioni avute dall’Ocse e dall’Ue per identificare e abolire i sussidi dannosi per l’ambientale e di dare attuazione agli indirizzi di contabilità ambientale volti a misurare il valore del capitale naturale e dei servizi eco-sistemici, per quantificare il costo economico generato.

L’obiettivo che ci si propone è quello di diminuire la pressione fiscale su lavoro e imprese e integrare al meglio la contabilità ambientale con quella generale per poi varare un piano di riforma della fiscalità integrato.

La previsione in caso di approvazione della proposta potrebbe portare ad almeno 10 punti di gettito nei primi cinque anni. Il Cnge rispetto alla fiscalità evidenzia come occorre adeguare gli strumenti fiscali e parafiscali italiani a quelli operanti a livello europeo a cominciare dall’Ets (emission tradin scheme) per i grandi impianti e dall’Euro-Vignette per i trasporti.

Clima e Energia
Rispetto a questa tematica il Cnge dichiara che “occorre sostenere le incisive misure europee con l’identificazione di tre target distinti – ambiziosi e legalmente vincolanti- per le emissioni di gas serra, le fonti rinnovabili e l’efficienza energetica e la ripartizione degli impegni tra gli Stati Membri attraverso un meccanismo di burden sharing che includa anche meccanismi periodici di verifica dei risultati associati a sistemi premiali o sanzionatori“.

Agricoltura sostenibile
In merito alla agricoltura sostenibile “bisogna promuovere modelli sostenibili e di qualità nell’ambito della nuova Pac portando a termine la revisione del regolamento sulla produzione biologica“, Reg. (CE) 834/  2007.

Il Cnge propone di razionalizzare i sistemi di controllo, ampliando gli strumenti destinati alla costituzione di reti territoriali vocate, stimolando la costituzione di mercati di prossimità, promuovendo la comunicazione rivolta ai consumatori. Inoltre devono essere e implementate le attività di ricerca e di sostegno all’azione del Ministro dell’Ambiente nella direzione di affermare il principio della sovranità alimentare e quindi della libertà dei singoli Stati membri di scegliere la propria strategia agro-alimentare con l’esclusione dell’utilizzo degli OGM.

Risorse idriche
Aspetto determinante è l’utilizzo agricolo e industriale per i quali ad oggi non esistono standard comuni relativi al loro impatto ambientale e sanitario. Il Piano per la salvaguardia delle risorse idriche europee costituisce un importante opportunità per affrontare questa tematica in quanto la Commissione intende proporre entro il 2015 delle misure per incoraggiare il riutilizzo delle acque. Questo quindi è il nodo centrale elaborare strategie volte al riutilizzo delle risorse idriche.

Rifiuti
Il Cnge sottolinea come sia necessario “affrontare i nodi aperti a livello europeo in materia di rifiuti dando attuazione alle linee guida europee per la prevenzione della produzione dei rifiuti“.

L’obiettivo che ci si propone è di dare attuazione alle linee guida europee per la prevenzione della produzione dei rifiuti, rafforzando a livello europeo il GPP al fine di rendere effettivo e raggiungibile.

Le pubbliche amministrazioni, dovrebbero perseguire l’obiettivo del 50% di acquisti pubblici verdi; rafforzando il principio della responsabilità estesa del produttore, con il coinvolgimento anche di quelle filiere dove ancora non si applica; innalzando gli obiettivi di riciclo e fissando obiettivi specifici anche per la raccolta e il trattamento dei rifiuti organici.

Inoltre il Cnge propone un nuovo sistema integrato, anche basato su un meccanismo Carbon Tax, che sia efficace ai fini del raggiungimento degli obiettivi climatici e ambientali.

Crescita e occupazione verde
Aumentare i posti di lavoro derivanti dall’economia verde e implementare il lavoro relativo allo sviluppo degli indicatori ambientali e sociali, nell’ambito del progetto europeo per il cosiddetto “superamento del PIL” finalizzato a proporre un dibattito sul benessere umano a dimensioni diverse da quella esclusivamente economica.

Detto dei punti chiave proposti per le riforme agli organi politici competenti in materia occorre sottolineare come il Consiglio Nazionale della Green Economy abbia messo in evidenza anche precedentemente con documenti ufficiali; “il ruolo chiave della mobilità sostenibile”.

In questo senso sono state elaborate proposte per:

• ridurre la crescita delle città attraverso la rigenerazione urbana,
• aumentare l’ utilizzo dei veicoli a basse emissioni,
• sviluppare il trasporto merci su rotaia,
• l’implementare il telelavoro
• migliorare la sostenibilità del trasporto marittimo delle merci.

Le proposte del Consiglio Nazionale della Green Economy evidenziano come sia necessario considerare l’economia green come “volano per l’economia generale e per la fiscalità di Stato” e appare anche evidente l’ineluttabile adeguamento delle normative italiane rispetto a quelle europee.

Le istanze convergenti provenienti dagli operatori del settore, dalle istituzione europee e dai cittadini non potranno rimanere disattese; anche in un quadro politico problematico e in continuo divenire, come quello italiano.

Il prossimo semestre europeo chiarirà ruolo che l’Italia intenderà svolgere anche rispetto alle “riforme verdi”.

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