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Il turismo europeo di qualità fa bene ai turisti e alle imprese

Il turismo europeo di qualità fa bene ai turisti e alle imprese

La Commissione UE ha lanciato il 20 febbraio 2014 una serie di principi europei, da osservare su base volontaria, a favore del turismo europeo di qualità.

Nel 2013 il Turismo è stato un volano della crescita economica grazie a una forte domanda interna ed europea e secondo l’indagine di Eurobarometro, pubblicata il 13 febbraio 2014, la tendenza positiva del settore continuerà nel 2014.
Il Vicepresidente della Commissione UE Vittorio Tajani intervenuto all’inaugurazione della BIT (Borsa Internazionale del Turismo), esprimendo i suoi commenti sulle prospettive offerte dall’indagine ha affermato: “Nella mia qualità di Commissario europeo responsabile per il turismo, non posso nascondere il mio entusiasmo. Gli atteggiamenti degli europei nei confronti del turismo sono indice di un rendimento affidabile e rimarchevole del settore che continua ad essere il valido volano economico della ripresa dell’Unione europea”.
Nell’occasione Tajani ha presentato presso lo stand della Commissione UE il nuovo portale per il turismo enogastronomico europeo: “Tasting Europe”.

In questo quadro incoraggiante per il nostro Paese, la Commissione UE ha “raccomandato” il 20 febbraio 2014 dei principi per aiutare chi viaggia in altri Stati membri o visita il nostro continente a trarre il massimo profitto da questa sua attività e, al contempo, i prestatori di servizi turistici godranno di maggior visibilità sui grandi mercati, soprattutto dei Paesi non europei. Le differenze che oggi caratterizzano la valutazione della qualità dei servizi possono infatti generare confusione nei turisti. Il turismo transfrontaliero, ad esempio, può aver difficoltà a trovare informazioni coerenti che diano rapidamente un’idea della qualità del servizio che il consumatore può attendersi dai vari fornitori di servizi. Ciò riduce la sua capacità di effettuare scelte ponderate, specie quando visiti un altro Stato membro o giunga da Paesi terzi. Le differenze finiscono perciò per penalizzare le imprese che investono nella qualità: una situazione che scoraggia le imprese, soprattutto quelle, come le PMI, che non dispongono di grandi risorse finanziarie. È questo il motivo per cui la Commissione propone dei principi che le imprese dovranno rispettare se decidono di farli propri.

I principi riguardano soprattutto quattro temi:
1. Addestramento professionale. I prestatori di servizi turistici che adottano i principi devono garantire la formazione di tutti i lavoratori coinvolti nella prestazione di servizi direttamente destinati ai consumatori affinché assolvano in modo soddisfacente i compiti loro assegnati. Questa raccomandazione impone loro anche di:
– registrare la presenza dei dipendenti ai corsi di formazione in appositi registri di formazione;
– nominare un coordinatore della qualità al fine di garantire un approccio coerente alla gestione della qualità dei servizi forniti;
– coinvolgere i dipendenti nel processo di garanzia della qualità.

2. Soddisfazione dei consumatori. Applicare una politica di soddisfazione dei consumatori che preveda anche l’istituzione di un meccanismo per trattare i reclami dei consumatori nel luogo in cui è avvenuta la prestazione del servizio o via Internet e garantire che i reclami ottengano risposte tempestive. Inoltre i prestatori di servizi turistici dovranno analizzare in appositi studi la soddisfazione dei consumatori e tener conto dei risultati di tali analisi per migliorare la qualità del servizio.

3. Pulizia e manutenzione. I prestatori di servizi turistici saranno tenuti a conservare e documentare un proprio programma di pulizia e manutenzione degli impianti.

4. Informazioni. I prestatori di servizi turistici dovranno informare i consumatori sulle consuetudini, il retaggio culturale, le tradizioni, i servizi, i prodotti e gli aspetti di sostenibilità tipici di una determinata località.

5. Correttezza e affidabilità delle informazioni. Un accesso a informazioni corrette, affidabili, aggiornate, chiare e accessibili almeno nella lingua straniera più diffusa se confacente al luogo e al modello imprenditoriale, permetterà ai turisti di differenziare tra prodotti concorrenti, di effettuare scelte ponderate e di superare difficoltà linguistiche.

Aderendo a questi principi, per le piccole e medie imprese (PMI) sarà più semplice radicare l’idea che esse offrono servizi di alta qualità. La proposta mira pertanto ad aiutare le PMI, che rappresentano più del 90% del settore turistico dell’UE, riusciranno a offrire più facilmente un servizio di alta qualità.

I prestatori di servizi turistici potranno rassicurare i clienti sull’elevata qualità dei loro servizi; ciò conferirà alle imprese, e soprattutto alle PMI, un concreto vantaggio competitivo – ha sottolineato Tajani – Questa proposta sarà un importante strumento per un ulteriore rilancio del turismo, già campione europeo della crescita negli ultimi 5 anni”.

In pratica, come funzionerà l’applicazione dei principi?
Per gli Stati membri, questa iniziativa è facoltativa, per cui non vengono imposti oneri inutili alle Amministrazioni degli Stati membri, che sono comunque tenute a coordinare, monitorare e promuovere l’applicazione dei principi all’interno dei rispettivi territori.

Le raccomandazioni di cui sopra saranno ora discusse in sede di Consiglio UE durante le presidenze greca e italiana.

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