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La Commissione UE ha pubblicato il Libro Verde sui rifiuti di plastica

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Il Commissario UE Potočnik lancia la Consultazione, aperta fino al 6 giugno 2013, sulla Strategia europea per mitigare gli impatti sull’ambiente, in particolare in mare, dei rifiuti di plastica. Proiettato al Parlamento UE film-documentario “Trashed”.

Oggi 7 marzo 2013, la Commissione UE ha pubblicato il Libro Verde “Una Strategia europea sui rifiuti di plastica nell’ambiente” per avviare un’ampia riflessione su come rendere più sostenibili i prodotti in plastica per tutto il loro ciclo di vita e ridurne il loro impatto sull’ambiente.

Come è noto, un Libro Verde è una Comunicazione con cui la Commissione europea illustra lo stato di un determinato settore da disciplinare e chiarisce il suo punto di vista in ordine a certi problemi.

L’attuale legislazione europea in materia di rifiuti non affronta, se non in modo marginale, le sfide particolari poste dai rifiuti plastici, per questo il Green Paper si propone di raccogliere fatti, indicazioni e punti di vista delle parti interessate su tali rifiuti e sul modo migliore per mitigarne gli impatti attraverso l’ampia revisione della legislazione UE sui rifiuti che sarà completata nel 2014, dopo una valutazione a posteriori delle Direttive che riguardano le varie categorie di rifiuti (cfr: “Si può fare di più”, sintesi della Relazione della Commissione UE sull’attuazione della legislazione UE relativa ai rifiuti in Regioni&Ambiente n. 1-2 gennaio-febbraio 2013, pag. 18) (link).

Le caratteristiche tipiche della plastica determinano specifici problemi per la gestione dei rifiuti – si legge nell’introduzione – La plastica risulta relativamente economica e duttile per molte applicazioni industriali, caratteristiche che ne hanno determinato una crescita esponenziale nel secolo scorso, secondo una tendenza che è destinata a proseguire. In secondo luogo, la plastica è un materiale assai durevole, più longeva delle materie prime con cui viene prodotta, per cui i rifiuti plastici sono destinati a crescere nel mondo”.

Una volta nell’ambiente, in particolare nell’ambiente marino, i rifiuti di plastica possono persistere per centinaia di anni. Si è calcolato che fino a 10 milioni di tonnellate di rifiuti, per lo più di plastica, finiscono negli oceani e nei mari del mondo ogni anno, trasformandoli nella più grande discarica globale di plastica (ndr: Ci siamo occupati in più occasioni su Regioni&Ambiente dell’accumulo dei rifiuti in plastica in alcune zone oceaniche fin dal 2007: “Tra isole coralline che scompaiono e quelle di rifiuti che si formano”, n. 3 marzo 2007, pag. 8; e più recentemente: “Può il pattinatore Halobates sensibilizzare il consumatore alla corretta gestione dei rifiuti plastici?”, n. 5-6 maggio-giugno 2012, pag. 28).

La presenza di residui di plastica anche nelle zone più remote dei mari e delle coste dimostra che c’è un prezzo da pagare per la proliferazione senza ostacoli dei rifiuti di plastica.
Inoltre, la plastica convenzionale contiene anche un gran numero e, talvolta, una grande percentuale di additivi chimici che possono essere cancerogeni, provocando altre reazioni tossiche o agendo come interferenti endocrini.

La Commissione fa presente che una gestione più appropriata dei rifiuti plastici non determina solo nuove sfide, ma comporta anche delle opportunità: “Quantunque la plastica sia un materiale completamente riciclabile, solo una piccola quantità di tali rifiuti viene attualmente riciclata. Viceversa, un aumento del tasso di riciclaggio dei rifiuti plastici contribuirebbe al conseguimento degli obiettivi fissati nella RoadMap adottata nel 2011 per un’ Europa efficiente nell’uso delle risorse, oltre che alla riduzione delle emissioni di gas serra e delle importazioni di materie prime e combustibili fossili. Determinate misure volte al riciclo della plastica possono, inoltre, migliorare la competitività, creando nuove attività economiche e posti di lavoro. Questo Green Paper aiuterà a riconsiderare i rischi per l’ambiente e la salute umana conseguenti alla plastica presente nei prodotti che divengono rifiuti, con un’attenzione particolare alla progettazione che sia sicura da un punto di vista ambientale, funzionale e chimico, avviando una riflessione sul modo con cui affrontare il problema dello smaltimento incontrollato dei rifiuti plastici e marini”.

Diverse sono le sezioni che affrontano varie sezioni strategiche, con un focus particolare sulle plastiche biodegradadibili e di derivazione biologica, con le relative domande a cui rispondere al fine di dare il proprio contributo di idee ed esperienze.

Sono 26 le domande della Consultazione che rimarrà aperta fino alla fine di 6 giugno 2013, le cui risposte forniranno, come accennato, nelle iniziative a livello politico come parte di una più ampia revisione delle politiche sui rifiuti, in cui saranno esaminati, in particolare, gli attuali obiettivi di recupero e l’utilizzo delle discariche, anche sulla base delle statistiche ufficiali fornite da Eurostat che proprio qualche giorno fa ha fornito i dati relativi alle gestione dei rifiuti nei singoli Paesi europei nel 2011 e da cui risulta ancora troppo elevata la quantità di RU che in Italia finiscono in discarica (49%).

Alla Conferenza stampa di lancio del Green Paper, assieme al Commissario UE per l’Ambiente Janez Potočnik è stato presente l’attore premio Oscar Jeremy Irons, produttore esecutivo e narratore del film documentario “Trashed”, proiettato di seguito nel Parlamento europeo, dove vengono messi in risalto i rischi per la catena alimentare e l’ambiente derivanti dall’inquinamento dell’aria, della terra e del mare. Il film rivela sorprendenti verità sui pericoli immediati per la nostra salute.

C’è la netta sensazione che un numero crescente di individui abbia capito che è giunto il momento per tutti noi di cominciare a provare di cambiare comportamenti e stili di vita per renderli più attenti alle conseguenze ambientali e ai pericoli per la nostra salute”, ha affermato l’attore che i telespettatori stanno ammirando nei panni di Papa Alessandro VI nella serie “I Borgia”.

Approfondimenti sul numero 3-4, marzo-aprile 2013 di Regioni&Ambiente.

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