Green economy Sostenibilità

Rapporto “GreenItaly 2016”: crescono i green jobs in Italia

crescono green jobs in Italia

Come da consuetudine, il Rapporto “GreenItaly 2016” di Unioncamere e Fondazione Symbola di cui abbiamo offerto una sintesi, analizza anche la domanda di lavoro di green jobs.
Nel 2016 le assunzioni non stagionali di green jobs ovvero di figure professionali che incorporano per “definizione” competenze green, il cui lavoro, quindi, è direttamente finalizzato a produrre beni e servizi eco-sostenibili o a ridurre l’impatto ambientale dei processi produttivi (es. ingegneri energetici, tecnici del risparmio energetico, ecc.), programmate dalle imprese industriali e dei servizi con almeno un dipendente, sulla base delle informazioni fornite dal Sistema Informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Ministero del Lavoro, che riguarda il monitoraggio dei fabbisogni professionali e formativi delle imprese attraverso un’indagine su un campione di 100.000 aziende dell’industria e dei servizi, è pari al 12,9 del totale. A questo dato si affianca il 31,6% di ibridi ovvero figure professionali il cui lavoro non è finalizzato in modo diretto a produrre beni e servizi green o a ridurre l’impatto ambientale dei cicli produttivi, ma possono comunque contribuirvi nel momento in cui sono richieste loro competenze in tema, perché magari inserite in imprese o filiere green oriented. In termini assoluti, si tratta di 72.300 assunzioni di green jobs e di 176.800 assunzioni associate alla richiesta di competenze green; nel loro insieme, si raggiunge quota 249.100 assunzioni, che costituiscono ben il 44,5% della domanda di lavoro non stagionale.

La domanda di lavoro di green jobs si caratterizza per una maggiore stabilità contrattuale: le assunzioni a tempo indeterminato sono ben il 53,4% nel caso dei green jobs, quando nel resto delle altre figure tale quota scende al 38%. Tale divario si conferma anche considerando il contratto di apprendistato, dal momento che questa tipologia contrattuale interessa quasi il 10% delle assunzioni previste di green jobs contro il 6,6% nel caso delle altre figure professionali, testimoniando, indirettamente, una certa preferenza per i giovani quando si tratta di assumere green jobs.

I green jobs vantano anche un maggiore bagaglio formativo, considerando che le assunzioni di laureati riguardano ben il 40% dei casi, a differenza di quanto avviene per le altre figure dove tale fenomeno riguarda appena il 12,3% del totale. Minore è invece la richiesta di diplomati: tra i green jobs essa si ferma al 30%, contro il 43% delle altre figure professionali.

Dal punto di vista settoriale, le costruzioni sono il comparto dove la domanda di green jobs è più intensa, coinvolgendo poco più di un terzo del totale delle assunzioni previste. Nell’industria manifatturiera, le assunzioni di green jobs rappresentano poco meno del 20%, mentre nel terziario si scende sotto il 10%.

Da sottolineare, comunque, come negli ultimi anni il contributo dei green jobs alla domanda di lavoro sia aumentato in tutti i macro-settori di attività, a testimonianza della pervasività della green economy.

Se si considera la dimensione aziendale, la domanda di green jobs si dimostra piuttosto uniforme, visto che la quota delle relative assunzioni oscilla fra l’11,9% delle piccole imprese (10-49 dipendenti) e il 13,6% delle grandi imprese tra i 250 e i 499 dipendenti. In questo caso, la crescita del peso dei green jobs nella domanda di lavoro non aumenta in modo uniforme: nelle medio-grandi imprese (con 250 dipendenti e oltre), tra il 2010 e il 2016, l’incremento è di circa 2 punti percentuali, e anche di più

nel caso delle imprese con 500 dipendenti e oltre (da 9,5 a 13,3%); nelle micro e piccole aziende si è registrata, invece, una lieve riduzione: dal 13,7 al 12,8% in quelle con meno di 10 dipendenti e dal 12,6 all’11,9% in quelle tra i 10 e i 49 dipendenti.

Il legame della green economy con innovazione e competitività, già emerso nel Rapporto nell’analisi sulle imprese che investono nell’eco-efficienza, si riscontra anche dal punto di vista dell’occupazione. Infatti, ben due terzi (66,2%) di chi viene assunto nei settori della progettazione e della ricerca e sviluppo è una figura green.

La portata di innovazione che le figure green sono in grado di generare emerge anche nel momento in cui si osserva che le assunzioni di green jobs corrispondono più spesso a figure nuove per l’azienda (13,7% dei casi) rispetto a quanto avviene nel resto della altre figure professionali (12,1%). Quindi l’ingresso di green jobs nei processi produttivi significa maggiore iniezione di “nuove” competenze e technicalities.

Dal punto di vista geografico, la domanda di green jobs varia ovviamente a seconda delle dimensioni geografiche dei territori. La prima regione per numerosità assoluta di assunzioni di green jobs è la Lombardia, dove se ne contano quasi 20.000, pari a poco più di un quarto del totale nazionale (27,6%), seguita a distanza dal Lazio, dove si sfiorano le 9.000 assunzioni (12,2% del totale nazionale), dal Veneto con 6.400 assunzioni di green jobs (8,9%), Emilia Romagna e Piemonte con oltre 5.000 in ciascun caso. Sotto tale soglia si collocano due regioni meridionali, Campania e Sicilia, dove le assunzioni di green jobs sono poco più di 4.000.

La Lombardia spicca anche per intensità della domanda di green jobs a livello regionale, visto che è la regione con la quota di assunzioni di figure green, sul totale della domanda di lavoro regionale, più alta, pari al 16%. In seconda e in terza posizione si collocano due regioni meridionali, la Sicilia (15,7%) e la Basilicata (15,0%), che precedono Lazio, Valle d’Aosta, Liguria e Abruzzo, che comunque segnano sempre quote di assunzioni di green jobs, sulle rispettive domande di lavoro complessive regionali, al di sopra della media nazionale che è corrispondente al 12,9%.

Riflesso dei dati regionali, l’analisi provinciale mostra come prime province, per numerosità assoluta di green jobs, le grandi realtà di Milano, con 12.000 assunzioni, e Roma, con oltre 7.000. In terza posizione si colloca la provincia di Torino, dove la domanda di green jobs è di 3.700 unità circa, precedendo Napoli con 3.000 assunzioni.

Milano, Torino, Napoli e Roma si posizionano nella top-ten delle province a più alta intensità di richiesta di green jobs sul totale della domanda di lavoro provinciale: la provincia di Milano si conferma al primo posto, grazie al fatto che il 20,3% delle assunzioni complessive provinciali riguardano figure di green jobs; Torino si colloca al quarto posto con il 15,4%, Napoli al sesto con il 14,9% e Roma all’ottavo posto con il 14,4%. Nella top-ten si trovano anche altre realtà come Palermo (17,8%) e

Bergamo (16,0%), in seconda e terza posizione, Monza (15,0%), Reggio-Emilia (14,5%), Genova (13,8%) e Treviso (13,5%).

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