Al tradizionale Forum di ECOMONDO dedicato alla gestione dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, che ha visto riuniti tutti gli attori della filiera, sono stati chieste misure per la revisione dei contratti per adeguarli alle variazioni dei prezzi di mercato delle materie prime e controlli efficaci sugli standard di qualità e sicurezza di gestione dei RAEE, anche al fine di contrastare i flussi illegali.
I dati forniti nell’occasione indicano che, nonostante il 2015 sia un anno di inversione di una tendenza negativa degli ultimi anni, gli obiettivi fissati a livello UE restano assai lontani.
Il Forum RAEE (Fiera di Rimini, 5 novembre 2015), tradizionale appuntamento di ECOMONDO dedicato alla gestione dei Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche, ha visto quest’anno la concentrazione di tutti gli attori della filiera con l’obiettivo di fare il punto sullo stato di attuazione del D.Lgs. 49/2014, in particolare sui decreti attuativi in esso previsti (tra cui quello sul trattamento adeguato dei RAEE e quello relativo alle procedure semplificate per la gestione dei piccoli RAEE da parte dei distributori), che risultano fondamentali per il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi di raccolta e riciclo/recupero.
Il Forum aveva l’intento, inoltre, di misurare il grado di maturità raggiunto dal sistema alla luce dell’operatività degli Accordi di Programma per la gestione dei RAEE previsti dalla legge quadro, ossia quello per il ritiro dei RAEE dai Centri di Raccolta Comunali e quello con la distribuzione. Il secondo, considerata anche l’entrata in vigore del ritiro “uno contro zero“, accanto all’ “uno contro uno“, si configura a tutti gli effetti come strumento fondamentale per riuscire ad intercettare quantitativi di RAEE, soprattutto di piccole dimensioni, sempre crescenti.
In tale contesto, ha fatto rumore la denuncia di ASSORAEE (Associazione Recupero Rifiuti Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) di FISE UNIRE – Confindustria, promotrice del Forum, insieme al Centro di Coordinamento RAEE, secondo cui “Il crollo registrato negli ultimi mesi dei prezzi delle materie prime derivanti dal trattamento dei RAEE sta minando alla base le attività di riciclo di questi rifiuti e rischia di mettere in crisi l’intero sistema con gravi ripercussioni sul raggiungimento degli obiettivi fissati a livello europeo. Ad aggravare la situazione c’è anche la mancata adozione del Decreto sul trattamento adeguato che avrebbe dovuto assicurare pari condizioni operative agli impianti di trattamento a garanzia della libera concorrenza sul mercato”.
Secondo l’analisi di ASSORAEE, il valore delle materie prime (ferro, plastica e alluminio) da aprile a oggi ha subito un tracollo di circa il 30%-35% e la stessa riduzione hanno registrato anche i ricavi generati dal settore. Nel mese di settembre si sono verificate le contrazioni più significative e preoccupanti con -220 euro/tonnellata per l’alluminio, -56 euro/tonnellata per il ferro, -59 euro per la plastica. Esiste, inoltre, la possibilità concreta che il mercato di alcuni materiali, come la plastica, si chiuda completamente, con il risultato di far passare il riciclo da quella che prima era una voce di ricavo, più o meno consistente, a un elemento di puro costo.
Le criticità del sistema oggi si concentrano quindi, inevitabilmente, sull’elemento finale della filiera di gestione del rifiuto: i comuni e gli operatori della distribuzione effettuano la raccolta, i rifiuti vengono poi presi in gestione dai sistemi collettivi costituti dai produttori che li affidano agli impianti di trattamento per lo smaltimento o il loro riciclo, sulla base di contratti che oggi non prevedono variazioni o riallineamenti, pur in presenza di oscillazioni sostanziali dei valori delle materie prime.
Gli impianti di riciclo traggono gran parte dei ricavi proprio dal trattamento del rifiuto e dalla successiva vendita della materia prima seconda generata.
Per questa ragione, ASSORAEE ha già richiesto che i contratti sottoscritti con i sistemi collettivi siano rivisti, introducendo meccanismi di adeguamento con la previsione di un aumento del prezzo di trattamento o una diminuzione del costo d’acquisto.
“Chiediamo misure rapide e concrete per non vedere collassare un sistema che è stato preso a modello da diversi Paesi europei – ha dichiarato Gabriele Canè, Presidente di ASSORAEE – Occorre una maggiore sensibilità delle istituzioni e delle altre componenti della filiera verso il comparto. Da una parte, non è più rinviabile l’emanazione del Decreto sul trattamento adeguato che stabilisca regole certe e un sistema di controlli efficace sugli standard di qualità e sicurezza di gestione dei RAEE. Dall’altra, è opportuno un maggior coinvolgimento di tutti gli attori della filiera sulla sostenibilità economica del sistema e sui mercati di sbocco dei materiali riciclati, secondo i principi ormai condivisi del “chi inquina paga” e della “responsabilità estesa del produttore”.
In assenza di queste due condizioni, sono a rischio gli obiettivi fissati a livello europeo che prevedono 7,5 kg/abitante entro il prossimo 1° gennaio 2016 e ai 10 kg entro il 2019.
I dati elaborati dal Centro di Coordinamento RAEE e presentati nell’occasione del Forum, confermano che, nonostante il 2015 dovrebbe risultare un anno di grande ripresa, siamo ancora lontani dagli obiettivi.
Dopo il +2,56% registrato nel 2014, i primi nove mesi del 2015 confermano un trend positivo, con una raccolta complessiva di 184.505 tonnellate in crescita del 7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Aumenta anche la raccolta pro-capite, che si assesta su 3,04 kg di RAEE raccolti per abitante (erano 2,82 Kg a settembre 2014).
Andando ad analizzare le varie zone del Paese, emerge come la raccolta di RAEE continui ad avere risultati molto buoni nelle regioni del Nord e del Centro, mentre Sud e Isole registrano una raccolta pro capite ancora inferiore alla media nazionale. Nonostante questo, nei primi mesi del 2015 sono state proprio alcune regioni del Sud a incrementate maggiormente la raccolta: Calabria +55%, Sicilia +26%, Sardegna +8%. Risultati che, secondo il CdC-RAEE, fanno sperare in una ripresa della raccolta anche in queste aree.
Unico dato negativo a livello nazionale quello della Basilicata, che registra un -10% rispetto al 2014.
La raccolta dei RAEE cresce in maniera diversa a seconda della tipologia alla quale appartengono. Nei primi mesi del 2015, è cresciuto in maniera significativa (+16%) il Raggruppamento 2 (Grandi Elettrodomestici quali lavatrici, forni elettrici, lavastoviglie). Ottima la performance anche di R5 (Sorgenti luminose) che registra un +12% e di R1 (Frigoriferi e Apparecchiature Refrigeranti) che cresce dell’11%. I Piccoli elettrodomestici (cellulari, tablet, frullatori ecc.) raggruppati in R4 incrementano la raccolta del 4% mentre l’unico comparto a diminuire la raccolta è R3 (Tv e Monitor) che registra un -5%, dato comunque in linea con l’andamento di questo settore negli ultimi anni.
Il CdC-RAEE ha presentato anche la consuntivazione dei RAEE gestiti dagli Impianti di Trattamento per l’anno 2014, secondo cui emerge che sono state trattate in totale 321.919 tonnellate di RAEE.
Gli Impianti di Trattamento risultato così distribuiti: 495 nelle regioni del Nord Ovest; 178 nelle regioni del Nord Est; 147 nelle regioni del Centro; 94 nelle regioni del Sud; 43 nelle Isole.
Andando a vedere i Raggruppamenti RAEE, i dati dichiarati dagli Impianti sono così distribuiti: R1 71.588 ton. trattate, R2 64.722 ton, R3 70.479 ton., R4 41.683 ton. e R5 2.308 ton.
In dati provenienti dagli Impianti di Trattamento, confrontati con quelli forniti dai Sistemi Collettivi consentono di fare ulteriori considerazioni: nelle regioni del Nord Ovest, infatti, il quantitativo di RAEE trattati dagli Impianti risulta maggiore rispetto al quantitativo di RAEE raccolto dai Sistemi Collettivi. Viceversa, nelle Isole il quantitativo di rifiuti elettronici dichiarati dagli Impianti di Trattamento risulta inferiore rispetto a quello dichiarato dai Sistemi Collettivi. In entrambi i casi, emerge con evidenza che i RAEE sono sostanzialmente trattati nell’area in cui sono raccolti anche se visti i volumi attesi è certa la presenza di flussi di RAEE che sfuggono al sistema di gestione regolato dalla legge e che vanno ad alimentare il traffico illegale dei rifiuti.
“Il dati positivi della raccolta nei primi mesi del 2015 fanno ben sperare in vista dell’innalzamento degli obiettivi di raccolta europei, che comporteranno la necessità di uno sforzo maggiore da parte di tutti gli attori del Sistema dei RAEE – ha affermato Fabrizio D’Amico, Presidente CdC-RAEE – Per prima cosa, sarà necessario da parte di comuni e gestori investire sull’apertura di nuovi Centri di Raccolta là dove non ne esistono, per agevolare il conferimento da parte dei cittadini e dei soggetti della distribuzione. Fondamentale anche l’azione di contrasto alla dispersione e al commercio illegale dei RAEE, che emergono ancora una volta guardando ai dati degli Impianti di Trattamento. I RAEE sottratti dalla filiera ufficiale di smaltimento sia essa organizzata dai Sistemi Collettivi sia essa con conferimento diretto a impianti realmente adeguati rappresentano un pericolo in quanto, oltre a sfuggire alle statistiche ufficiali, potrebbero subire un trattamento non conforme agli standard di legge, con notevoli danni per l’ambiente e la collettività”.