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Innalzamento livello dei mari: aree costiere italiane sommerse al 2100

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Contestualmente alla pubblicazione sulla prestigiosa rivista scientifica PNAS (Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America) della ricerca “Carbon choices determine US cities committed to futures below sea level” condotta da Benjamin H. Strauss (Climate Central)Scott Kulpa (Istituto di ricerca sul clima di Potsdam) e Anders Levermann (Istituto di Fisica dell’Università di Potsdam) sugli effetti dell’innalzamento del livello dei mari sul suolo americano e realizzata attraverso una comparazione ponderata dei dati tratti da decine di altri studi, è stato diffuso il Rapporto “Mapping Choices: Carbon, Climate, and Rising Seas – Our Global legacy” con il quadro delle conseguenze legate al riscaldamento globale.

Il Rapporto di Climate Central, un’organizzazione indipendente composta da scienziati e giornalisti scientifici, che svolge attività di ricerca in materia di cambiamenti climatici ed energia e che produce contenuti multimediali che distribuisce attraverso i propri siti web.
Infatti, il rapporto è stato accompagnato da una Mappa interattiva ad alta risoluzione online che permette a chiunque di confrontare visivamente le conseguenze a lungo termine delle emissioni di carbonio di qualsiasi Paese e città lungo la linea di costa.

Due gli scenari che sono stati analizzati:
– uno che mostra che cosa potrebbe accadere se si continuasse con l’attuale trend delle emissioni (business-as-usual) che determinerà un aumento della temperatura di 4 °C;
– l’altro che prende in esame la situazione che si determinerebbe con una temperatura che entro il 2100 fosse contenuta a +2 °C che è poi l’obiettivo concordato per il quale dovrebbe essere siglato l’Accordo alla prossima Conferenza dell’ONU sul Clima di Parigi (COP21) che si aprirà fra due settimane.

Le emissioni di carbonio e di altri gas climalteranti persistono a lungo in atmosfera, prolungando gli effetti dell’aumento della temperatura per centinaia e, forse, migliaia di anni, molto tempo dopo che abbiamo smesso di bruciare i combustibili fossili o compensare le emissioni attraverso le attività di riforestazione.

Il Rapporto,  quindi, prima traspone le emissioni cumulative in temperatura globale a lungo termine poi elabora i dati proiettandoli sul livello dei mari, basandolo su 4 modelli separati: espansione delle acque dell’oceano come effetto dei riscaldamento delle acque; scioglimento dei ghiacciai; il collasso della Groenlandia; l’assottigliamento della banchisa in Antartide.

Senza tener conto, peraltro, delle collaterali poiezioni locali dei fenomeni di subsidenza.
Nel primo scenario dopo il 2100 l’immersione delle aree costiere potrebbe coinvolgere da 470 a 760 milioni di persone nel mondo; nel secondo caso potrebbero scendere fino a 130 milioni.
Queste differenze costituiscono una espressione di ciò che è in gioco alla COP21 di Parigi, anche se non sarà comunque in grado di scongiurare del tutto le conseguenze.

Insomma, le scelte che verranno fatte oggi influenzeranno le condizioni ambientali in cui vivranno le future generazioni. Di qui il riferimento al titolo del rapporto che sottolinea l’opzione di quale aspetto dare alle nostre coste.

Tra tutte le nazioni, il Rapporto indica nella Cina, il Paese che rischia di più (145-64 milioni di cittadini coinvolti, a seconda dello scenario), con l’immersione di città quali, Shanghai, Hong Kong, Shantung, Tianjin, Shenzhen. A seguire India ( Kolkata, Mumbai, Haora, Cuttack), Bangladesh (Khulna, Dhaka,), Vietnam (Hanoi), Indonesia (Jakarta, Surabaja), Giappone (Tokyo, Osaka), Stati Uniti (New York), Filippine (Quezon City), Egitto, Brasile, Thailandia, Myanmar e nei Paesi Bassi, in ordine decrescente.

L’Italia non ne sarà immune, con il rischio maggiore per le città di VeneziaPisaNapoli, ma anche altre aree costiere del Paese ne subiranno gli effetti, come è possibile constare introducendo la propria località nella Mappa.

Sulla base di queste proiezioni il designer Nickolay Lamm ha elaborato una serie di immagini, che sono state postate da uno degli autori del Rapporto.
Le immagini pessimiste mostrano le proiezioni dell’innalzamento del livello degli oceani nel dopo-2100 che potrebbero manifestarsi in seguito al riscaldamento di 4 °C dovuto all’inquinamento da anidride carbonica nei prossimi decenni –  ha dichiarato Benjamin Strass, di Climate Central – Quelle più ottimiste mostrano le proiezioni basate sul riscaldamento di 2 °C, livello di riscaldamento corrispondente all’obiettivo limite che, come ampiamente discusso oggi, sarebbe la soglia per evitare la catastrofe del cambiamento climatico”.

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