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Efficienza in edilizia: consultazione sui piani di riqualificazione

efficienza in edilizia

Il Ministero dello Sviluppo Economico (MiSE) e il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) hanno aperto una consultazione pubblica su:

– la STREPIN (STrategia la Riqualificazione Energetica del Parco Immobiliare), documento elaborato dall’ENEA con il coordinamento del MiSE, che stima il risparmio di energia atteso al 2020 nel settore civile, grazie alle misure di promozione dell’efficienza energetica già attivate, e valuta, inoltre, il potenziale di riduzione dei consumi ottenibile con il potenziamento dei meccanismi di supporto in un’ottica cost-effective;

– il PANZEB (Piano d’Azione Nazionale per incrementare gli edifici a energia quasi zero), documento elaborato da un gruppo di lavoro composto da ENEA, RSE e CTI con il coordinamento del MiSE, che chiarisce il significato di NZEB (Near Zero Energy Building) e ne valuta le prestazioni energetiche nelle differenti tipologie d’uso e zone climatiche, stimando, quindi, i sovra-costi necessari per la realizzazione di nuovi edifici NZEB o per la trasformazione in NZEB degli edifici esistenti, tracciando gli orientamenti e le linee di sviluppo nazionali per incrementare il loro numero tramite le misure di regolazione e di incentivazione disponibili.

La STREPIN, discende dall’Art. 4 (Promozione dell’efficienza energetica negli edifici) del D.Lgs n. 102/2014 di attuazione della Direttiva 2012/27/UE sull’efficienza energetica.

La Strategia Energetica Nazionale (SEN), la quale istituisce un programma volto a superare gli obiettivi europei al 2020 e tendere verso una leadership industriale per catturare la forte crescita internazionale attesa nel settore delle tecnologie efficienti, ha fissato l’obiettivo di 15,5 Mtep di risparmio di energia finale al 2020, equivalente ad un risparmio del 24% rispetto allo scenario di riferimento europeo.

Il potenziale di risparmio energetico, in particolare per gli edifici che nel 2013 copriva circa il 39,1% degli impieghi finali nazionali di energia, è ampio e spesso ottenibile tramite interventi di efficientamento dai ridotti tempi di ritorno. Tuttavia, numerose barriere – differenti nei settori di applicazione – ne impediscono la piena realizzazione. Gli sforzi per il raggiungimento degli obiettivi di risparmio energetico sono quindi orientati al superamento di tali barriere, razionalizzando e rinforzando strumenti ed azioni dedicate a ciascun segmento e settore. In particolare la SEN prevede:

– il rafforzamento di standard minimi e normative, in particolare per quanto riguarda l’edilizia ed il settore dei trasporti;

– l’estensione nel tempo delle detrazioni fiscali, prevalentemente dedicate al settore delle ristrutturazioni civili, da aggiornarsi per essere rese più efficaci ed efficienti in termini di costo/beneficio;

– l’introduzione di incentivazioni dirette per gli interventi negli edifici della Pubblica Amministrazione, la quale si trova impossibilitata ad accedere al meccanismo delle detrazioni fiscali e che dovrà svolgere un ruolo di esempio e guida per l’intero comparto economico;

– l’innalzamento degli obiettivi di risparmio previsti nel sistema dei Certificati Bianchi, strumento incentivante prevalentemente dedicato al settore industriale.

Fattori fondamentali per il successo delle misure menzionate sono, inoltre, il rafforzamento del modello E.S.Co, l’azione di controllo ed enforcement delle misure implementate, le azioni di comunicazione e sensibilizzazione, il miglioramento del sistema di monitoraggio e contabilizzazione dei risultati e il supporto alla ricerca e all’innovazione.

La Strategia riporta un quadro del parco immobiliare nazionale e identifica i criteri di intervento in base all’ottimizzazione del rapporto costi/benefici.

Analizza, inoltre, le barriere tecnico, economiche e finanziarie che ostacolano la realizzazione di interventi di efficienza energetica negli edifici, con una rassegna delle misure di policy messe in campo per il superamento delle stesse, proponendo alcuni interventi finalizzati a migliorare l’efficacia degli strumenti di supporto. Il documento riporta, infine, una stima del risparmio di energia atteso al 2020 nel settore civile.

Il documento sarà approvato con Decreto del Ministro dello Sviluppo economico e del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, sentiti il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti e il Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, d’intesa con la Conferenza unificata.

Per quanto attiene il secondo documento posto a Consultazione, il PANZEB era previsto (entro il 30 giugno 2014!) dall’Art. 4 bis del D.lgs. n. 192/2005, introdotto con il DL n. 63/2013 (convertito in Legge n. 90 del 3 agosto 2013) di attuazione della Direttiva 2010/31/UE sulla prestazione energetica nell’edilizia (EPBD – Energy Performance of Buildings Directive), della quale strumento fondamentale è rappresentato dagli edifici a energia quasi zero (“requisiti” NZEB – Nearly Zero-Energy Buildings).

Come sopra accennato, viene chiarito il significato di NZEB (nella Direttiva la definizione di NZEB rimane volutamente generica perché spetta ai singoli Stati la redazione dei Piani nazionali per l’incremento degli edifici NZEB sulla base dei rispettivi contesti territoriali, tuttavia l’assenza di una definizione condivisa ha suscitato perplessità e preoccupazioni per il rischio del moltiplicarsi di vari standard tra i vari Stati membri che potrebbero costituire un limite alla diffusione del mercato della progettazione sostenibile), un edificio rispondente ai seguenti requisiti:

a) tutti i seguenti indici, calcolati secondo i valori dei requisiti minimi vigenti dal 1° gennaio 2019 per gli edifici pubblici e dal 1° gennaio 2021 per tutti gli altri edifici, risultano inferiori ai valori dei corrispondenti indici calcolati per l’edificio di riferimento (edificio virtuale geometricamente equivalente a quello di progetto ma dotato dei parametri energetici e delle caratteristiche termiche minime vigenti):

– il coefficiente medio globale di scambio termico per trasmissione per unità di superficie disperdente (H’T);
– l’area solare equivalente estiva per unità di superficie utile;
– l’indice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale (EPH), l’indice di prestazione termica utile per la climatizzazione estiva, compreso l’eventuale controllo dell’umidità (EPC), l’indice di prestazione energetica globale, espresso in energia primaria (EPgl), sia totale che non rinnovabile;
– i rendimenti dell’impianto di climatizzazione invernale (H), di climatizzazione estiva (c) e di produzione dell’acqua calda sanitaria (w);

b) sono rispettati gli obblighi di integrazione delle fonti rinnovabili nel rispetto dei principi minimi di cui all’Allegato 3, paragrafo 1, lettera c), del decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28.

Sulla base della definizione di edificio NZEB è stata effettuata una valutazione dell’indice di prestazione energetica per alcuni edifici aventi diversa tipologia edilizia, destinazione d’uso e zona climatica, scelti tra quelli utilizzati in precedenti studi (in una Tabella di tali edifici si riportano l’anno di costruzione e i principali dati dimensionali).

Al fine di soddisfare i requisiti degli NZEB e, in particolare, il requisito riguardante l’energia rinnovabile, sarà fondamentale valutare l’utilizzo della pompa di calore (possibilmente centralizzata e combinata per la produzione di energia termica per riscaldamento, acqua calda sanitaria e raffrescamento) eventualmente associata a pannelli fotovoltaici, ove necessario al raggiungimento della quota rinnovabile.

Le differenze di prestazione energetica riscontrabili tra gli edifici esistenti sottoposti a trasformazione in NZEB e gli edifici NZEB nuovi, è dovuta principalmente al fatto che gli edifici residenziali monofamiliari ed uso ufficio esistenti hanno un solaio su terreno sul quale quindi non è possibile intervenire, mentre per gli edifici nuovi il solaio è isolato e garantisce una prestazione migliore. Inoltre, in molti dei casi analizzati la differenza è legata alle tipologie di impianto utilizzate, a volte differenti, e che hanno prestazioni differenti.

Dotare l’edificio di quegli elementi e tecnologie tali da permettere il raggiungimento di un così elevato livello prestazionale, comporta, ovviamente, un aumento dei costi di investimento.

Per quanto concerne la realizzazione di un edificio nuovo o di rilevante ristrutturazione che sia classificabile come NZEB, l’aggravio dei costi è, per gli edifici residenziali, dovuto in misura maggiore alle soluzioni impiantistiche adottate piuttosto che alle misure atte alla coibentazione dell’involucro edilizio. Negli edifici adibiti ad ufficio si rimarca, invece, un peso maggiore delle superfici vetrate (più costose rispetto all’involucro opaco), mentre soluzioni quali le pompe di calore possono già essere considerate come uno standard e non risultano, quindi, come un costo addizionale.

In merito alle trasformazioni di edifici esistenti in NZEB, il costo di una ristrutturazione “energetica” è in gran parte imputabile a voci di costo legate ad opere ausiliarie o indirette quali il nolo di un ponteggio, il rifacimento dei davanzali, l’adeguamento o il rifacimento delle canne fumarie, interventi sul sistema di distribuzione. Complessivamente, nei casi esaminati, il costo di una trasformazione di un edificio esistente in NZEB comporta una spesa minima
compresa tra circa 500 e 600 euro/m2.

Un altro fondamentale requisito che un edificio deve rispettare per essere considerato NZEB, riguarda gli impianti termici: essi devono essere progettati e realizzati in modo da garantire il rispetto della copertura, tramite il ricorso ad energia prodotta da impianti alimentati da fonti rinnovabili, del 50% dei consumi previsti per l’acqua calda sanitaria, il riscaldamento e il raffrescamento.

Sul mercato è possibile trovare differenti tipologie di impianti alimentati da fonti rinnovabili: le pompe di calore elettriche o a gas nelle versioni aerotermiche, idrotermali o geotermiche, le caldaie o i cogeneratori alimentati a biomassa, i micro/mini impianti eolici, il solar cooling, i sistemi solari termici e fotovoltaici, lo sfruttamento di giacimenti geotermici a media ed alta entalpia.

Infine, è importante sottolineare che gli attuali requisiti di prestazione energetica sono già frutto di un processo di ottimizzazione tra consumi energetici e costi (ai sensi del Regolamento delegato N. 244/2012). Generalmente, infatti, spingersi oltre gli attuali requisiti minimi attraverso la realizzazione o la trasformazione di un edificio esistente in NZEB, comporta costi maggiori che non sono interamente recuperati attraverso i risparmi energetici conseguiti.

Questi aspetti, nell’attesa di un’evoluzione del mercato che porti a una riduzione dei costi, possono essere opportunamente mitigati dalla presenza di adeguati incentivi e per mezzo dell’esecuzione degli interventi in particolari occasioni (finestre d’opportunità come la concomitanza di altri lavori di ristrutturazione).

Il Piano d’azione sarà approvato con Decreto del Ministro dello Sviluppo Economico, di concerto con i Ministri per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione, della Coesione territoriale, dell’Economia e delle Finanze, delle Infrastrutture e dei Trasporti, dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, della Salute, dell’Istruzione, Università e Ricerca, sentita la Conferenza unificata.

In un Comunicato il MiSE invita tutti i soggetti interessati (operatori, associazioni di categoria) a partecipare alla consultazione, inviando osservazioni e proposte che possono essere trasmesse all’indirizzo e-mail strepin@mise.gov.it entro il 4 dicembre 2015.

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