L’aggiornamento da parte dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) del visualizzatore sulla qualità dell’aria ambiente di 375 città europee con oltre 50.000 abitanti, in base all’inquinamento da particolato fine (PM2.5), l’inquinante che ha il maggiore impatto negativo sulla salute, evidenzia che, nonostante le politiche adottate per la riduzione dell’inquinamento abbiano migliorato la qualità dell’aria negli ultimi tre decenni, molti abitanti delle città europee sono esposti a livelli significativi, tra cui quelli di molte città italiane.
Tre europei su quattro vivono in aree urbane e la maggior parte di loro è esposta a livelli pericolosi di inquinamento atmosferico.
È quanto emerge dall’aggiornamento del visualizzatore della qualità dell’aria nelle città europee, pubblicato il 29 agosto 2024 dall’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) che classifica 375 città con oltre 50.000 abitanti dalla più pulita alla più inquinata in base ai livelli medi di particolato fine (PM 2.5). I dati sono stati raccolti da oltre 500 stazioni di monitoraggio in località urbane nei paesi membri dell’EEA negli ultimi due anni solari, 2022 e 2023.
Seppure la qualità dell’aria in Europa continui a migliorare, in molte aree, soprattutto nelle città, l’inquinamento rimane al di sopra dei livelli di sicurezza raccomandati, rappresentando ancora il più grande pericolo per la salute ambientale in Europa.
Il Piano di azione per inquinamento zero del Green Deal europeo stabilisce un obiettivo per il 2030 di riduzione delle morti premature causate dal particolato fine di almeno il 55%, rispetto ai livelli del 2005, e un obiettivo a lungo termine di nessun impatto significativo sulla salute entro il 2050. All’inizio di quest’anno, le istituzioni dell’UE hanno raggiunto un accordo sulla proposta della Commissione UE di aggiornare le Direttive, con l’obiettivo di allineare gli standard di qualità dell’aria dell’UE più vicini ai livelli guida dell’OMS e contribuire a realizzare gli obiettivi del piano d’azione per l’inquinamento zero.
Il visualizzatore della qualità dell’aria nelle città europee fornisce un’indicazione sulla qualità dell’aria ambiente, concentrandosi in particolare sulle concentrazioni a lungo termine di PM2.5, in quanto è l’inquinante atmosferico con i maggiori impatti negativi sulla salute.
Sono appena 13 città europee che avevano concentrazioni medie di particolato fine inferiori all’obiettivo dell’OMS di 5 microgrammi per metro cubo di aria, tra cui 4 capitali settentrionali: Reykjavik (Islanda), Tallinn (Estonia), Stoccolma (Svezia) ed Helsinki (Finlandia).
Un secondo gruppo composto da 169 città avevano concentrazioni medie di particolato fine comprese tra 5 e 10 microgrammi per metro cubo d’aria, tra cui le città italiane di Sassari, Livorno, Savona, Battipaglia e Siracusa.
Una qualità moderata (tra 10 e 15 microgrammi per metro cubo d’aria) è stata registrata in 118 città, tra cui Grosseto, Genova, L’Aquila, Latina, Caserta, Salerno, Messina, La Spezia, Campobasso, Barletta, Foggia, Trieste, Perugia, Brindisi, Firenze, Palermo, Bagheria, Ragusa, Catania, Pisa, Roma, Gela, Arezzo, Udine, Forlì, Napoli, Bologna, Pescara, Trento.
Una qualità dell’aria scarsa (tra 15 e 25 microgrammi per metro cubo d’aria) è stata registrata in 71 città, tra cui Lecco, Terni, Ancona, Parma, Prato, Ravenna, Rimini, Ferrara, Novara, Sassuolo, Verona, Reggio Emilia, Pesaro, Modena, Pavia, Alessandria, Milano, Treviso, Brescia, Bergamo, Torino, Piacenza, Venezia, Padova, Vicenza, e infine Cremona, la peggiore delle città italiane monitorate.
La città croata di Slavonski Brod è la città europea con la qualità dell’aria pessima.
Nel corso dell’anno, l’EEA pubblicherà un’analisi sugli impatti dell’inquinamento atmosferico sugli ecosistemi e sulla salute umana, incluse le stime sui decessi e sulle malattie che possono essere attribuiti alla scarsa qualità dell’aria.
In copertina: Uppsala (Svezia), la città europea con la migliore qualità dell’aria ambiente (Foto di Yang Yang su Unsplash)