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Riconosciuta la personalità giuridica al fiume Whanganui

riconosciuta personalità giuridica fiume Whanganui

Per liberarci della sindrome Wetiko.

Il fiume Whanganui, il terzo fiume per lunghezza della Nuova Zelanda, si trova nel distretto di Whangarei ai limiti settentrionali del Northland dell’Isola del Nord, una delle due principali isole dello Stato australe. Finora conosciuto dagli appassionati di pesca sportiva e di canoismo, ora ha un nuovo motivo per destare interesse: gli è stata riconosciuta personalità giuridica ovvero da un punto di vista legale sarà trattato come un individuo o una impresa. Ovviamente, il fiume non può parlare, ma a difendere e a far valere i suoi diritti ed interessi giuridici saranno funzionari del Governo e la comunità indigena dei Maori Iwi, nell’ambito dei negoziati del Trattato di Waitangi, lo storico accordo firmato nel 1840 dal rappresentante della corona inglese, il capitano William Hobson e da 40 capi tribù Maori dell’Isola del Nord , in base al quale la Nuova Zelanda divenne colonia inglese e l’Inghilterra si impegnava a proteggere gli interessi e le proprietà degli indigeni, anche se le violazioni da parte del Regno Unito sono state numerose, come riconosciuto dalla stessa corona britannica.

“L’accordo firmato, riconoscendo lo status del fiume come Te Awa Tupua [ndr: ecosistema integrato, in lingua Maori] e il suo rapporto indissolubile con la comunità Iwi, costituisce un importante passo verso la risoluzione delle storiche controversie con la popolazione indigena, che costituisce un esempio a livello nazionale – ha affermato il Ministro neozelandese per i negoziati del Trattato di Waitangi, Christopher Finlayson – La comunità Whanganui Iwi al contempo riconosce gli altrui valori posti sul fiume, assicurando che tutte le parti interessate e la comunità del fiume nel complesso siano attivamente impegnate nello sviluppo futuro a lungo termine del fiume per garantirne il suo buon stato”.

L’accordo raggiunto definisce le questioni fondamentali che sono:
– il riconoscimento che il fiume Whanganui (compresi i suoi affluenti) è “Te Awa Tupua”, un ecosistema integrato dalle sorgenti montane al mare, in cui convivono tutti gli elementi che lo compongono
– il riconoscimento che “Te Awa Tupua” ha personalità giuridica, che riflette la visione di un fiume come un tutto vivente e che consente al fiume di avere una legittimazione legale e una voce indipendente;
– il conferimento della proprietà appartenenti alla Corona sul letto del fiume, in nome di Te Awa Tupua;
– la nomina di due persone (uno per la Corona e l’altro dalla comunità) ad un ruolo di tutela, agendo per conto di Te Awa Tupua per proteggere il suo status, la salute e il benessere;
– lo sviluppo di un insieme di valori Te Awa Tupua, che riconoscano le caratteristiche intrinseche del fiume e forniscano orientamenti ai decisori;
– l’implementazione di una Strategia globale per il fiume attraverso la collaborazione tra la comunità Iwi, il Governo centrale e locale, gli utenti delle attività commerciali e ricreative e gli altri gruppi della comunità, che individuerà i problemi del fiume, prendendo in considerazione i mezzi per farvi fronte e raccomandando i relativi provvedimenti. L’obiettivo della Strategia sarà quello di garantire a lungo termine la salute ambientale, sociale, culturale ed economica del fiume.

Non è, tuttavia, il primo esempio di diritti giuridici riconosciuti agli ecosistemi. Nella Costituzione del 2008 dell’Ecuador era entrato il principio ispiratore del “buen vivir”, per cui “le comunità naturali e gli ecosistemi hanno il diritto inalienabile di esistere, prosperare ed evolvere in Ecuador…Tali diritti sono direttamente applicabili e sarà dovere e diritto di tutti i Governi ecuadoriani, comunità e singole persone di farli valere” (cfr: “Un’iniziativa per cambiare la storia”, in Regioni&Ambiente, n. 8-9 agosto-settembre 2010, pag. 42).

Se tutto ciò sembra essere una forma estrema e folle di rapporto tra uomo e natura, allora non è altrettanto estremo e folle il mondo in cui viviamo, che considera una corporation dotata di personalità giuridica, quando non è altro che un’idea?
Ormai è tempo (se non è troppo tardi) di liberarci da quella che l’antropologo statunitense Jack Forbes, scomparso l’anno scorso, ha definito la Sindrome Wetiko, dal nome della mitica creatura cannibale dei nativi americani “che prende e consuma senza dar nulla in cambio, drenando e impoverendo di continuo le risorse del Pianeta” (“Columbus and Others Cannibals. The Wetiko Disease of Exploitation, Imperialism, and Terrorism”, Seven Stories Press, 2008).

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