Agroalimentare Sostenibilità

Osservatorio DiVino 2025: le grandi imprese vitivinicole più green

Nel corso di Wine&Siena (25 al 27 gennaio 2025) è stato presentato l’Osservatorio DiVino 2025 con uno studio del Santa Chiara Lab dell’Università di Siena, basato su un campione di 574 aziende del settore vitivinicolo in tutta Italia, da cui emerge che le grandi imprese, grazie all’adozione nel corso degli anni di tecnologie di ottimizzazione dei consumi di energia e acqua, sono più sostenibili.

Le grandi aziende vitivinicole consumano meno energia elettrica e sprecano meno acqua rispetto alle piccole e medie imprese.

È il risultato del Rapporto dell’Osservatorio Divino 2025, presentato dal Professor Angelo Riccaboni, Docente dell’Ateneo senese e Presidente del Santa Chiara Lab, nel corso di un talk a Wine&Siena (25 al 27 gennaio 2025), l’evento targato The Wine Hunter giunto alla X edizione che apre l’anno enologico italiano e che dedica anche spazio alla sostenibilità e alla ricerca nel mondo del vino.

L’inedita ricerca è stata realizzata, appunto, dal Santa Chiara Lab dell’Università di Siena, che guida lo Spoke 9 , e coordina a livello scientifico le attività sulla “Misurazione, certificazione e valorizzazione della qualità, dell’origine, della tipicità, della sicurezza e della sostenibilità dei prodotti, dei processi, delle filiere e delle aziende agroalimentari”del Centro Nazionale Agritech finanziato dal PNRR, e si basa su un campione di 574 aziende del settore vitivinicolo in tutta Italia.

Dall’analisi emerge una notevole differenza nell’incidenza dei consumi energetici tra le grandi aziende vitivinicole (sopra i 50 dipendenti) che consumano 0,002 kWh per euro di fatturato, e le medio-piccole con ben 0,147 (70 volte di più). Secondo l’Osservatorio, la differenza è dovuta alla maggior efficienza energetica, per aver adottato nel corso degli anni tecnologie avanzate per ottimizzare l’uso dell’energia o che abbiano investito in fonti di energia rinnovabile. Tant’è che attualmente si osserva una specie di rincorsa da parte delle PMI a dotarsi di sistemi di produzione da fonti rinnovabili, più di quanto non avvenga nelle grandi aziende: il 53% contro il 37%. Tra le diverse soluzioni, l’impianto fotovoltaico risulta il più adottato.

Dall’Osservatorio è emerso anche un ampio margine per i consumi idrici: nelle grandi si ha un valore ³. di 0,1 m³ per 1.000 euro di fatturato mentre nelle PMI l’incidenza è di 1,80 m3. Anche in questo caso si evidenzia che molte aziende stano adottando strategie per gestire in modo più efficiente l’uso dell’acqua: lo fa il 44% delle PMI del vino e il 36%di quelle agro-alimentari.

L’Osservatorio misura anche la consapevolezza delle imprese relativamente alla presenza di sostanze organiche nel suolo, che risulta poco conosciuto nella realtà vitivinicola: solo il 39% delle grandi aziende e il 21% delle PMI conoscono la percentuale di sostanza organica dei propri terreni.

La seconda parte del Talk e stata dedicata ad un focus sui Cambiamenti climatici in vigna, che ha visto la presentazione delle ricerche dei laboratori aeroponici del Santa Chiara Lab dove si stanno testando i porta innesti capaci di resistere ai cambiamenti climatici che ci aspettano, e che metteranno a dura prova la resilienza della viticoltura.

Gli studi del professor Gianpiero Cai, Università di Siena, infatti, sono tra i più promettenti per “salvare” i vitigni tradizionali toscani nel medio e lungo periodo. Come ha detto il professor Simone Bastianoni, delegato alla sostenibilità Università di Siena,

Il 2024 ha visto il superamento di 1.5 °C rispetto al periodo pre industriale – ha osservato il Prof. Simone Bastianoni, delegato alla sostenibilità Università di Siena – Questo era previsto per il 2050. La ricerca scientifica ha tutti gli strumenti per contenere gli effetti dei cambiamenti climatici sulle culture vitivinicole. Dobbiamo solo agire oggi”.

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