Secondo lo Studio annuale del Barcelona institute for global health (IsGlobal), nell’ambito del Progetto EARLY-ADAPT, finanziato dal Consiglio europeo della ricerca (ERC) e finalizzato a studiare come le popolazioni si stanno adattando alle sfide della salute pubblica innescate dai cambiamenti climatici, nel 2023 ci sarebbero stati in Europa quasi 48mila decessi, concentrati nelle ondate di calore di metà luglio e di fine agosto, con i Paesi dell’Europa meridionale i più colpiti.
Nel periodo 29 maggio – 1° ottobre 2023 i decessi correlati al caldo in 35 Paesi europei sarebbero stati 47.690, il secondo numero più alto dal 2015 con il 2022 in testa, concentrati per il 58% in concomitanza delle due ondate di calore di metà luglio e di fine agosto, con le nazioni dell’Europa meridionale e la Germania che hanno subìto significativi tassi di mortalità.
Lo rileva lo Studio “Heat-related mortality in Europe during 2023 and the role of adaptation in protecting health”, pubblicato il 12 agosto 2024 su Nature Medicine e condotto Barcelona institute for global health (IsGlobal), nell’ambito del Progetto EARLY-ADAPT, finanziato dal Consiglio europeo della ricerca (ERC), e finalizzato a studiare come le popolazioni si stanno adattando alle sfide della salute pubblica innescate dai cambiamenti climatici.
i ricercatori hanno utilizzato i dati sulla temperatura e sulla mortalità di 823 regioni in 35 paesi europei per il periodo 2015-2019 al fine di adattare i modelli epidemiologici per stimare la mortalità correlata al caldo in ciascuna regione europea per l’intero anno 2023.
Secondo lo studio, 47.690 decessi correlati al caldo si sarebbero verificati nel 2023, il secondo più grande carico di mortalità dal 2015, superato solo dal 2022. Contrariamente all’estate del 2022, caratterizzata da temperature estreme persistenti nella parte centrale della stagione da metà luglio a metà agosto, nel 2023 non sono state registrate grandi anomalie termiche durante le stesse settimane. Tuttavia, due ondate a metà luglio e fine agosto avrebbero rappresentato oltre il 57% della mortalità complessiva stimata, con oltre 27.000 decessi.
Per lo studio è stata replicata la metodologia utilizzata l’anno scorso per la redazione di un altro articolo, pubblicato nel luglio 2023 sempre su Nature Medicine, che stimava come il caldo avesse causato più di 60.000 decessi durante l’estate del 2022, che rappresentava il più alto carico di mortalità correlato al caldo dell’ultimo decennio. Il numero venne poi corretto per effetto della distorsione derivante dall’utilizzo dei dati settimanali su decessi di Eurostat, nella successiva analisi pubblicata su The Lancet, in oltre 70mila.
Avendo applicato la stessa metodologia anche all’estate 2023, i ricercatori affermano che i decessi per ondate di calore nei 35 Paesi studiati dovrebbero passare da 47.690 a circa 58mila, un dato inferiore a quello dell’estate 2022, ma comunque estremamente rilevante. Inoltre, se tali ondate di calore si fossero verificate tra il 2000 e il 2004, il carico di mortalità complessivo correlato al caldo della popolazione sarebbe stato maggiore dell’80% senza gli adattamenti degli ultimi decenni.
“I nostri risultati mostrano come nel corso del secolo attuale si siano verificati processi di adattamento della società alle alte temperature, che hanno ridotto drasticamente la vulnerabilità al caldo e il carico di mortalità delle ultime estati, soprattutto tra gli anziani – ha affermato Elisa Gallo, ricercatrice presso ISGlobal e principale autrice dello studio – Ad esempio, vediamo che dal 2000 la temperatura minima di mortalità, la temperatura ottimale con il rischio di mortalità più basso, si è gradualmente innalzata in media nel continente, da 15 °C nel 2000-2004 a 17,7 °C nel 2015-2019. Ciò indica che siamo meno vulnerabili al caldo rispetto all’inizio del secolo, probabilmente come risultato del progresso socio-economico generale, dei miglioramenti nei comportamenti individuali e delle misure di salute pubblica come i piani di prevenzione del caldo implementati dopo l’estate da record del 2003.”
I paesi dell’Europa meridionale sono i più colpiti
Considerando la popolazione, i paesi con i più alti tassi di mortalità correlati al caldo si sono verificati nell’Europa meridionale, ovvero Grecia (393 decessi per milione), Bulgaria (229 decessi per milione), Italia (209 decessi per milione), Spagna (175 decessi per milione), Cipro (167 decessi per milione) e Portogallo (136 decessi per milione).
Maggiore vulnerabilità per le donne e le persone con più di 80 anni
In linea con studi precedenti, i dati mostrano una maggiore vulnerabilità delle donne e delle persone anziane. Nello specifico, dopo aver tenuto conto della popolazione, il tasso di mortalità correlato al calore è stato più alto del 55% nelle donne rispetto agli uomini e del 768% nelle persone di età superiore agli 80 anni rispetto alle persone di età compresa tra 65 e 79 anni.
Oltre i limiti fisiologici dell’adattamento
“Nel 2023, quasi la metà dei giorni ha superato la soglia di 1,5 °C stabilita dall’Accordo di Parigi e l’Europa si sta riscaldando a una velocità doppia rispetto alla media globale – ha sottolineato Joan Ballester Claramunt, Principal Investigator dell’ERC e Consolidator Grant EARLY-ADAPT – Le proiezioni climatiche indicano che è probabile che il limite di 1,5 °C venga superato prima del 2027, lasciandoci una finestra di opportunità molto piccola per agire. Dobbiamo tenere conto che i limiti intrinseci della fisiologia umana e della struttura sociale probabilmente porranno un limite al potenziale di ulteriore adattamento in futuro. C’è un urgente bisogno di implementare strategie volte a ridurre ulteriormente il peso della mortalità delle prossime estati più calde, insieme a un monitoraggio più completo degli impatti del cambiamento climatico sulle popolazioni vulnerabili. Queste misure di adattamento devono essere combinate con gli sforzi di mitigazione da parte dei governi e della popolazione in generale per evitare di raggiungere punti di svolta e soglie critiche nelle proiezioni della temperatura.“
L’adattamento ha contribuito a ridurre la mortalità, in particolare tra gli anziani. Tuttavia, le 23 nazioni richiedono dataset open-access più completi. Se le stesse percentuali di cambiamento si fossero verificate in 35 paesi, il carico di mortalità controfattuale sarebbe stato di 85.842 decessi nel 2023, battendo il record del 2003.
I risultati sottolineano la necessità di un migliore monitoraggio degli effetti del cambiamento climatico sugli individui vulnerabili e di programmi preventivi aggressivi per un adattamento precoce.
Di recente, il gruppo di ricerca che ha condotto lo studio ha presentato Forecaster.health, uno strumento basato sul web aperto al pubblico che fornisce previsioni fino a 15 giorni di anticipo del rischio di mortalità associato al freddo e al caldo per genere ed età per 580 regioni in 31 paesi europei. Questo sistema di allerta precoce non si basa esclusivamente su dati meteorologici, ma incorpora modelli epidemiologici per stimare i rischi effettivi per la salute di ogni gruppo di popolazione, con codici colore corrispondenti a quattro livelli di rischio di mortalità legato al caldo e al freddo: basso, moderato, alto ed estremo.