Acqua Biodiversità e conservazione Fauna Mari e oceani

Il nuovo Canale di Suez: il “grande regalo dell’Egitto al Mondo”

nuovo canale Suez

Nonostante gli ammonimenti degli scienziati sui rischi di un’ulteriore e più grave invasione di specie aliene nel bacino del Mediterraneo, con gravi ripercussioni sulla biodiversità e sui servizi ecosistemici, non è stata prevista alcuna valutazione di impatto ambientale per l’allargamento del Canale di Suez che comporta un maggior afflusso di acque dal Mar Rosso nel “Mare nostrum“. 
Quando il primo sciame di Rhopilema arriverà in Sicilia, sarà troppo tardi“.

All’indomani dell’adozione il 29 settembre 2014 del Consiglio UE della proposta di Regolamento della Commissione UE recante Disposizioni volte a prevenire e gestire l’introduzione e la diffusione delle specie esotiche, (divenuto a seguito dell’approvazione anche del Parlamento europeo, il Regolamento (UE) n. 1143/2014, che secondo l’allora Commissario all’Ambiente Janez Potočnik costano all’UE “12 miliardi di euro l’anno“, il Centro Comune di Ricerca (Joint Research Centre) della Commissione UE dava notizia che era stato pubblicato lo Studio “Invading the Mediterranean Sea: biodiversity patterns shaped by human activities.

In questo Studio si sottolinea che le attività umane, aiutando l’introduzione di specie aliene, possono dar luogo a nuovi modelli di biodiversità e di distruzione delle specie.

Utilizzando il Mediterraneo come un caso di studio, i ricercatori hanno constatato che la composizione locale delle comunità marine è fortemente influenzata da importanti impatti antropici, come il Canale di Suez, che agisce come un corridoio di introduzione di specie dal Mar Rosso al Mediterraneo, in particolare di pesci e invertebrati, conosciuta come migrazione lessepsiana, dal nome di Ferdinand de Lesseps promotore ed esecutore del progetto del canale elaborato dall’ingegnere Luigi Negrelli. Le zone più colpite dall’invasione sono le coste orientali del bacino, per effetto del global warming che determina condizioni più favorevoli per le specie aliene penetrate attraverso il Canale di Suez, cambiando profondamente le reti alimentari, sia in termini quantitativi che in numero di specie.

I ricercatori hanno concluso che tali introduzioni continueranno e sono destinate a modificare la struttura e il funzionamento degli ecosistemi del Mediterraneo, le cui condizioni ambientali e climatiche erano state salvaguardate da situazioni geografiche particolari.

Erano i giorni in cui l’Egitto del regime militare/civile del Presidente Abdel Fattah al Sisi annunciava che erano stati firmati degli accordi tra la Suez Canal Authority e alcune compagnie mondiali di dragaggio per scavare 259 milioni di m3 di terra per il raddoppio di 37 chilometri del tracciato originale e per un nuovo tratto di 35 chilometri, per creare una doppia corsia al canale esistente e ridurre i tempi di percorrenza.

Qualche giorno prima, un gruppo di 18 scienziati specializzati in ecosistemi marini avevano pubblicato una lettera di avvertimento indirizzata all’editore della Rivista “Biological Invasions“, in cui si definiva “inquietante” la notizia dell’allargamento del Canale per le conseguenze sulla biodiversità e sui servizi ecosistemici del Mediterraneo.

Noi non sappiamo in verità quando ci sarà l’ultima goccia che farà traboccare il vaso – aveva affermato Bella S. Galil, scienziata senior presso l’Istituto Nazionale di Oceanografia di Israele e primo firmatario della lettera – Ogni ambiente ha qualche riserva, ma sappiamo che la riserva nel Mediterraneo orientale è chiaramente al limite. Non sappiamo quale specie entrerà o quando, ma sappiamo che sta arrivando“.

Nonostante gli ammonimenti di oltre 500 scienziati di 40 Paesi che hanno aggiunto la propria firma alla lettera-appello, chiedendo “una valutazione d’impatto ambientale trasparente e solida a livello scientifico” dell’ampliamento del Canale di Suez, e le preoccupazioni espresse alle autorità del Cairo dal nuovo Commissario UE all’Ambiente, l’Egitto ha tirato dritto sotto l’incombenza di dover far cassa, dopo la crisi del turismo, aumentando gli introiti dell’altra fonte principale di reddito del Paese, costituita dai noli per il passaggio delle navi che salirebbero, secondo le stime ottimistiche del Governo, dagli attuali 5,3 miliardi di dollari a 13,2 miliardi nel 2023, grazie al transito delle navi di nuova generazione che per le loro dimensioni erano costrette a varcare il Capo di Buona Speranza, per un’incidenza del 35% delle risorse del Paese e di oltre un milione di nuovi posti di lavoro.

Così il 6 agosto 2015, giorno di festa nazionale, con una cerimonia sfarzosa come quella organizzata 146 anni prima dal Khedivé (allora l’Egitto faceva parte dell’Impero Ottomano) Ismail Pascià, il Presidente Abdel Fattah al Sisi ha percorso il nuovo Canale di Suez Axis a bordo dello yacht Mahroussa, la stessa imbarcazione che allora attraversò per prima il Canale, facendo eseguire la Marcia trionfale dell’Aida, l’opera commissionata a Giuseppe Verdi per celebrare l’apertura del Canale, ma che venne eseguita per la prima volta 2 anni dopo.

Non c’era, ovviamente, l’Imperatrice Eugenia de Montijo, moglie di Napoleone III, ma il Presidente François Hollande, dichiarato “ospite d’onore”, che ha presenziato alla cerimonia del “regalo fatto dall’Egitto al mondo“, per le minori spese che le economie mondiali debbono sostenere per far passare fonti energetiche fossili, materie prime e prodotti dall’Asia all’Europa e viceversa.

Ma l’assenza di ogni strumento e valutazione dei rischi di una più facile invasione di specie aliene nel Mediterraneo, comporterà ulteriori ingentissimi costi, come indicato in premessa, che peseranno sulle comunità che vivono nell’area per “la perdita di biodiversità, la distruzione di alcuni preziosi habitat e i servizi ecosistemici che forniscono – ha dichiarato la Galil – Quando il primo sciame di Rhopilema arriverà in Sicilia, sarà troppo tardi” conclude Galil.

Articoli simili

Lascia un commento

* Utilizzando questo modulo accetti la memorizzazione e la gestione dei tuoi dati da questo sito web.