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Migrazione e gestione frontiere: finanziamenti triplicati nel bilancio UE

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Sulla base degli insegnamenti appresi in passato, e nella consapevolezza che la gestione della migrazione e delle frontiere rimarrà una sfida nel futuro, la Commissione UE ha proposto di aumentare notevolmente i finanziamenti in questo settore nel prossimo bilancio pluriennale dell’UE, ma investire di più nei Paesi terzi per creare le condizioni che permettano alle persone di rimanere nel proprio Paese, qualora sussistano le condizioni di sicurezza, e di disporre di mezzi di sussistenza più resilienti, sarebbe la componente cruciale di qualsiasi piano per affrontare la sfida della migrazione.

La portata e l’urgenza della crisi dei rifugiati del 2015-16 hanno colto l’Europa di sorpresa. Per evitare una crisi umanitaria e consentire una risposta congiunta a questa sfida senza precedenti, così come alle nuove minacce per la sicurezza, la Commissione UE  ha proposto di aumentare notevolmente i finanziamenti in questo settore nel prossimo bilancio dell’UE per il periodo 2021-2027, portandoli dai circa 13 miliardi di euro nell’attuale quadro ai 34,9 miliardi di euro nei prossimi 7 anni.

Sarà creato un nuovo fondo separato per la gestione integrata delle frontiere, e l’Agenzia della guardia di frontiera e costiera sarà ulteriormente rafforzata con un nuovo corpo permanente di guardie di frontiera di circa 10 000 elementi. Il nuovo fondo per le frontiere aiuterà inoltre gli Stati membri a effettuare i controlli doganali, finanziando le relative attrezzature.

Il rafforzamento delle frontiere comuni dell’UE, in particolare grazie alla guardia di frontiera e costiera europea, continuerà ad essere una grossa priorità – ha affermato il primo Vicepresidente Frans Timmermans –Sulla base dell’esperienza passata e della consapevolezza che la migrazione resterà una sfida in futuro, proponiamo un aumento dei finanziamenti che è senza precedenti. Introdurre una maggiore flessibilità negli strumenti di finanziamento significa essere pronti ad aiutare gli Stati membri in tempi brevi; dove ne hanno bisogno e quando ne hanno bisogno, in particolare in caso di Crisi“.

Protezione delle frontiere esterne dell’UE
Una protezione efficace delle frontiere esterne dell’UE è fondamentale ai fini della gestione della migrazione e per garantire la sicurezza interna. È grazie a delle frontiere esterne solide, inoltre, che l’UE può mantenere uno spazio Schengen senza controlli alle frontiere interne. Negli ultimi anni è stata introdotta una serie di misure volte ad affrontare le sfide immediate e costruire tutti gli elementi necessari per la gestione delle frontiere, per la quale la Commissione UE propone di assegnare 21,3 miliardi di euro e di creare un nuovo Fondo (Integrated Border Management Fund – IBMF) per un valore di oltre 9,3 miliardi di euro per:
aiutare maggiormente gli Stati membri a rendere sicure le frontiere esterne dell’UE;
– rendere più uniformi i controlli doganali;
– provvedere affinché i sistemi informatici su larga scala per la gestione delle frontiere siano solidi e possano interagire senza problemi l’uno con l’altro e con i sistemi nazionali;
– provvedere affinché la politica comune dell’UE in materia di visti si adegui alle sfide mutevoli nel settore della sicurezza, ai problemi collegati alla migrazione e alle nuove opportunità offerte dagli sviluppi tecnologici.

Il nuovo Fondo destinerà 4,8 miliardi di euro a finanziamenti a lungo termine per sostenere le misure adottate dagli Stati membri in materia di gestione delle frontiere e la politica in materia di visti. I finanziamenti rispecchieranno chiaramente le esigenze degli Stati membri, e un riesame intermedio terrà conto di nuove o ulteriori pressioni. Ogni Stato membro riceverà una somma fissa di 5 milioni di euro, e il resto sarà ripartito sulla base del carico di lavoro, della pressione e del livello di minaccia alle frontiere esterne terrestri (30%), alle frontiere esterne marittime (35%), negli aeroporti (20%) e negli uffici consolari (15%).

Altri 3,2 miliardi di euro saranno destinati a sostegni mirati per gli Stati membri, a progetti a livello dell’UE, e ad affrontare necessità urgenti. Il nuovo Fondo è stato concepito per garantire una flessibilità sufficiente che permetta di apportare finanziamenti di emergenza agli Stati membri quando necessario e di affrontare priorità nuove e cruciali quando emergono.

Il nuovo Strumento destinerà 1,3 miliardi di euro per aiutare gli Stati membri nell’acquisto, nella manutenzione e nella sostituzione di attrezzature doganali di punta come nuovi scanner, sistemi automatizzati di riconoscimento delle targhe, squadre di cani da fiuto e laboratori mobili di analisi di campioni.

Al di fuori di questo Fondo, e da presentarsi separatamente, più di 12 miliardi di euro saranno destinati a rafforzare ulteriormente l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera ed (EU-LISA).

2. Migrazione: sostenere una politica solida, realistica ed equa
La Commissione propone di aumentare i finanziamenti per la migrazione del 51%, fino a raggiungere 10,4 miliardi di euro nel quadro del rinnovato Fondo Asilo e migrazione (Asylum and Migration Fund – AMF) che sosterrà gli sforzi degli Stati membri in tre settori chiave: asilo, migrazione legale e integrazione, lotta alla migrazione illegale e rimpatrio.

Il nuovo Fondo continuerà ad apportare un sostegno fondamentale ai sistemi di asilo nazionali e dedicherà rinnovata attenzione ad individuare le questioni più urgenti verso cui destinare i finanziamenti dell’UE, come:
rafforzare e sviluppare tutti gli aspetti del sistema europeo comune di asilo, compresa la sua dimensione esterna;
sostenere l’integrazione precoce dei cittadini di Paesi terzi che soggiornano legalmente nell’UE a breve termine, e che saranno completate dal Fondo di coesione per l’ integrazione socioeconomica a lungo termine;
– sostenere un approccio più coordinato alla lotta contro la migrazione irregolare, migliorando l’efficacia dei rimpatri e intensificando ulteriormente la cooperazione con i Paesi terzi in materia di riammissione;
sostenere gli Stati membri nella gestione dell’immigrazione con 6,3 miliardi di euro: ogni Stato membro riceverà una somma fissa di 5 milioni di euro, e il resto sarà ripartito sulla base di una valutazione delle pressioni da affrontare e tenendo conto delle proporzioni nell’ambito dell’asilo (30%), della migrazione legale e dell’integrazione (30%) e del rimpatrio (40%);
sostenere gli Stati membri con 4,2 miliardi di euro riservati per progetti con un reale valore aggiunto europeo, come ad esempio il reinsediamento, o per rispondere a necessità urgenti e far pervenire i finanziamenti di emergenza agli Stati membri nel momento e nel luogo del bisogno;
rafforzare la cooperazione in materia di migrazione con i Paesi partner, compresi gli sforzi per affrontare l’immigrazione irregolare, migliorare le opportunità nei Paesi di origine, e rafforzare la cooperazione in materia di rimpatrio e di riammissione e di migrazione regolare, attraverso specifici fondi aggiuntivi.

Una migliore gestione delle frontiere esterne e la migrazione rimarranno priorità fondamentali per l’UE, gli Stati membri e i nostri cittadini negli anni a venire – ha dichiarato Dimitris Avramopoulos, Commissario UE per la Migrazione, gli affari interni e la cittadinanza – Sfide più grandi richiedono maggiori risorse. L’aumento dei finanziamenti sarà fondamentale per garantire che si possano realizzare le seguenti priorità politiche: rendere più sicure le nostre frontiere esterne, continuare a concedere protezione a coloro che ne hanno bisogno, sostenere maggiormente la migrazione legale e gli sforzi d’integrazione, contrastare la migrazione irregolare, e rimpatriare in modo efficiente chi non ha diritto di soggiornare sul territorio dell’UE”. 

La Commissione UE sottolinea che un rapido accordo sul bilancio complessivo a lungo termine dell’Unione e sulle sue proposte settoriali è essenziale al fine di assicurare che i fondi dell’UE inizino a produrre risultati concreti al più presto possibile. I ritardi potrebbero compromettere la capacità dell’UE di reagire a eventuali future crisi e potrebbero far fallire progetti relativi a fondi di primaria importanza, come i programmi a livello UE di rimpatrio volontario assistito e di riammissione e la prosecuzione dei finanziamenti dell’UE per il reinsediamento.

Come ha riconosciuto la FAO in occasione della Celebrazione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione che ha avuto per tema “Cambiamo il futuro delle migrazioni. Investiamo nella sicurezza alimentare e nello sviluppo rurale”, creare le condizioni che permettano alle persone rurali, specialmente ai giovani, di rimanere nel proprio Paese, qualora sussistano le condizioni di sicurezza, e di disporre di mezzi di sussistenza più resilienti, è una componente cruciale di qualsiasi piano per affrontare la sfida della migrazione.

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