Diffusa da Fondazione Impresa la 6a edizione della classifica che si basa sull’incrocio di 21 indicatori di performance afferenti energia, imprese-edilizia-prodotti, agricoltura, turismo, trasporti-mobilità e rifiuti.
Trentino Alto Adige, Marche e Valle d’Aosta sul podio, anche se è notevole lo scarto di punteggio tra la prima regione e tutte le altre.
Allo scopo di comprendere lo stato della green economy in Italia e di contribuire allo sviluppo di azioni di accompagnamento alla transizione verso un’economia sostenibile, Fondazione Impresa elabora uno specifico Indice di Green Economy (IGE) quale insieme di conoscenze comuni fruibili dagli attori economici e istituzionali di green economy.
L’Indice, attraverso cui è possibile stilare una “classifica” delle regioni italiane, è frutto dell’incrocio di 21 indicatori di performance relativi ai principali settori interessati dalla green economy: energia, imprese-edilizia-prodotti, agricoltura, turismo, trasporti-mobilità e rifiuti. Fondazione Impresa ritiene, infatti, che questi siano i settori nei quali un nuovo modello di sviluppo possa trovare uno spazio significativo di crescita in Italia.
Le variabili che compongono gli indicatori sono state selezionate sulla base dei principali aspetti che declinano la green economy, prendendo in considerazione gli indicatori che forniscono informazioni accurate, attendibili e confrontabili rispetto alle 20 regioni italiane. I dati alla base dello studio sono stati tratti da fonti ufficiali (Istat, Terna, Sinab, Enea, GSE, ecc.) e le informazioni statistiche disponibili a novembre 2014.
Gli indicatori sono stati sottoposti a una specifica procedura statistica di standardizzazione della variabile allo scopo di rendere confrontabili parametri che presentano unità di misura diverse.
La media aritmetica delle variabili standardizzate relative ai 21 indicatori equivale all’Indice di Green Economy (IGE) la cui edizione 2014, rappresenta un miglioramento delle precedenti 5 edizioni, con la sostituzione di 3 indicatori, resasi necessaria in quanto i dati non erano più disponibili o non più aggiornati.
Quindi, un confronto tra l’IGE 2014 e l’IGE 2013 non è pienamente possibile, anche se, sulla base di alcuni controlli statistici effettuati, il confronto, secondo quanto afferma la Fondazione, può ritenersi comunque indicativo.
Sulla base degli indicatori selezionati è stato possibile stilare una classifica della Green Economy 2014 delle regioni italiane, che, in via generale, restituisce la fotografia di un’Italia “a macchia di leopardo”, dove i classici squilibri Nord-Sud vengono limati e dove l’economia verde è patrimonio di tutti.
Ai primi 10 posti, infatti, si collocano 4 regioni del Nord (Trentino-Alto Adige al 1° posto, Valle d’Aosta 3°, Veneto 9° ed Emilia Romagna 10°), 3 del Centro (Marche 2°, Toscana 5° e Umbria 7°) e 3 del Mezzogiorno (Abruzzo 4°, Basilicata 6° e Calabria 8°).
Rispetto alla precedente edizione (con le precisazioni di cui sopra) il Trentino Alto Adige si conferma l’indiscussa leader della green economy, con un punteggio più che doppio rispetto alla 2a e alla 3a, entrambe in miglioramento essendo passate dal 3° al 2° posto le Marche e addirittura dal 10° al 3° la Valle d’Aosta. Guadagnano 6 posizioni Basilicata e Calabria e 4 l’Abruzzo. Vistosi, viceversa, sono gli arretramenti di Umbria ed Emilia Romagna (5 posizioni), ma anche di Piemonte (4 posti) e Friuli Venezia Giulia (3 posti).
Analizzando la situazione per indicatore si evidenzia questo quadro.
Settore energia: nel Nord la dipendenza dall’idroelettrico è elevata e in finale prevalgono aspetti positivi per il Centro-Sud.
Le regioni che presentano le maggiori percentuali di energia elettrica da fonti rinnovabili sulla produzione totale sono: Valle d’Aosta (100,0%), Trentino Alto Adige (92,0%) e Marche (87,2%).
Relativamente alla Carbon Intensity che misura il grado di emissioni responsabili del cambiamento climatico (tenendo conto anche degli assorbimenti) la Valle d’Aosta risulta 1° per valore più basso (163,7 grammi di CO2 emessa per € di valore aggiunto); subito dopo si posizionano Trentino Alto Adige e Basilicata.
Per Titoli di efficienza energetica ai primi tre posti si trovano Toscana, Puglia e Piemonte.
Settore imprese-edilizia-prodotti: il dominio del Nord.
Le regioni del Nord occupano le prime 8 posizioni nell’indicatore sulle detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica degli edifici, con in testa il Trentino Alto Adige (51,5 documentazioni inviate ogni 1.000 abitanti), seguito da Friuli Venezia Giulia (49,9) e Piemonte (43,1).
Anche sulla qualità ambientale dei prodotti (ecolabel) e delle organizzazioni (certificazioni ISO 14001) è il Nord a prevalere: 1° il Trentino Alto Adige per gli ecolabel e 1° la Valle d’Aosta per le ISO 14001 anche se in questi due indicatori si nota rispettivamente un 2° posto della Puglia e un 3° posto della Basilicata.
Per quanto riguarda la potenza installata solare-fotovoltaica in Conto Energia qui il Centro e il Sud fanno meglio, “confinando” la prima regione del Nord (l’Emilia Romagna) all’8° posto; questi risultati non consentono tuttavia al Centro-Sud di insidiare la leadership complessiva del Nord.
Settore agricoltura: avanti il Sud e il Centro.
Calabria, Basilicata e Sicilia sono prime per l’imprenditorialità biologica; mentre Calabria, Sicilia e Lazio sono le prime per la superficie destinata ad agricoltura biologica.
Gli allevamenti biologici sono più diffusi in Sardegna, Sicilia e Valle d’Aosta.
La rete di distribuzione dei prodotti biologici vede prevalere Marche, Umbria e Valle d’Aosta.
Settore turismo: prevale il Nord nelle piste ciclabili, ma Centro e Sud si distinguono per gli alloggi agrituristici.
Con riferimento al ciclo-turismo/mobilità sostenibile, le regioni del Nord occupano i primi posti della classifica sulla densità di piste ciclabili, con in testa Lombardia, Trentino Alto Adige e Veneto.
Per diffusione di alloggi agrituristici, le performance migliori sono quelle delle regioni del Centro-Sud: Umbria, Molise e Calabria sono le regioni più virtuose.
Settore trasporti-mobilità: performance migliori per il Sud, influenzate dalla minore pressione di trasporto merci su strada.
Per quanto riguarda la diffusione di autobus, le regioni più virtuose sono Molise e Basilicata
In Liguria, Lazio e Trentino Alto Adige è più alta la percentuale di utenti di mezzi pubblici sul totale delle persone che hanno usato i mezzi di trasporto.
Per quanto riguarda la dotazione di parcheggi di corrispondenza le prime 3 regioni risultano Veneto, Abruzzo ed Emilia Romagna.
Sono le regioni del Mezzogiorno a “trionfare” per minori pressioni esercitate sulle strade in relazione al traffico merci, che si traduce in emissioni: Campania, Sicilia e Calabria.
Settore rifiuti: davanti si ritrova il virtuoso Nord-Est; in crisi il Mezzogiorno.
Il Triveneto è l’area più virtuosa in materia di raccolta differenziata: 64,6% per Veneto e Trentino Alto Adige e 59,1% per Friuli Venezia Giulia sul totale dei rifiuti urbani, contro una media nazionale del 42,3%. Calabria e Sicilia chiudono con appena il 14,7 e il 13,4 di differenziati raccolti.
Per il minor smaltimento in discarica, la classifica è guidata da Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Veneto, rispettivamente con il 5,8%, 6,8% e 8,9% di rifiuti urbani smaltiti in discarica, mentre in Sicilia si attesta al 93,2% e nel Molise arriva addirittura al 113,4% per l’importazione di rifiuti provenienti da altre regioni.