In attesa del lancio ufficiale in novembre della Campagna Liberiamo i fiumi, il 27 ottobre 2019 il WWF parteciperà alla Roma Canoe Marathon, evento patrocinato per coinvolgere i canoisti in azioni di citizen science e sensibilizzazione a difesa di fiumi, coste e rive.
Contro i mali dei nostri fiumi il WWF sta sviluppando la nuova Campagna Liberiamo i Fiumi (#LiberiAmoifiumi), per sensibilizzare istituzioni e cittadini a cambiare l’approccio culturale verso i nostri ecosistemi d’acqua dolce attraverso, una più adeguata informazione, azioni di citizen science e attività di formazione diffusa per tecnici e funzionari pubblici, promuovendo interventi contro il degrado, favorirne la rivitalizzazione con interventi di riqualificazione e rinaturazione e restituire, ove possibile, ai fiumi la loro libertà.
Il WWF segnala che
ancora una volta dopo le intense piogge che si sono abbattute sul nostro
territorio, dal Piemonte alla Sicilia, i fiumi esondano, allagano città e
campagne, distruggono ponti, causano vittime. Se da un lato i cambiamenti climatici favoriscono situazioni estreme, con
piogge intense straordinariamente concentrate in poche ore per poi
passare qualche mese dopo a siccità altrettanto estreme; dall’altro si sconta
la mancanza di una seria politica di adattamento ai cambiamenti climatici,
fatta di prevenzione e tutela ripristino dei servizi ecosistemici. Interventi
come il recupero di aree di esondazione,
il ripristino delle fasce riparie,
la manutenzione del territorio, i sistemi di drenaggio urbano sostenibile
farebbero superare l’approccio del nostro Paese alla gestione dei fiumi, finora
attuato con procedure di emergenza, a compartimenti stagni e al di fuori di una
visione di bacino idrografico, l’unica in grado di garantire efficacia alle
azioni sul territorio.
I fiumi
danno acqua per l’agricoltura e le attività produttive, consentono di godere di
paesaggi incredibili e di una biodiversità ricchissima, ma con canalizzazioni e sbarramenti, sversamenti di acque inquinate dalle
città e dalle campagne (pesticidi), discariche
di rifiuti e inserimenti di specie
di piante e animali alieni li abbiamo resi vulnerabili, pericolosi e poveri
di natura. Per non parlare della plastica
che portano a mare: 10 grandi fiumi nel mondo da soli sono responsabili del
90% dell’inquinamento da plastica negli oceani, tra cui Niger, Fiume
Giallo, Mekong. Anche nel bacino semi-chiuso del Mediterraneo fiumi come Nilo,
Ebro, Rodano, Po, i due fiumi turchi Ceyhan e Seyhan sfociano tutti in
mare dopo aver attraversato aree densamente popolate.
La Direttiva quadro sulle acque (2000/60/CE) aveva previsto che al 2015 i corpi idrici europei avrebbero raggiunto il “buono stato” ovvero il conseguimento di un buono stato ecologico e chimico delle acque superficiali e un buono stato quantitativo e chimico delle acque sotterranee, principali fonti per la produzione di acqua potabile. Ma l’obiettivo non è stato raggiunto, tant’è che la Commissione UE ha dovuto concedere proroghe per il raggiungimento del target al ciclo successivo (2015- 2021) e per l’Italia al 2021-2027, stante il fatto che il 41% dei nostri fiumi è ben al di sotto dell’obiettivo, indicando al nostro Paese numerose raccomandazioni .
La presenza di pesticidi è attestata nel 23,9% dei punti delle acque superficiali e l’8,3% di quelle sotterranee con concentrazioni superiori al limite. In prossimità di insediamenti industriali come concerie, produzione di carta e cartone per uso alimentare, abbigliamento tecnico, si registrano elevate presenze di PFAS, sostanze altamente tossiche. Il segnale più preoccupante è dato dalla perdita di biodiversità: il 40% degli habitat e delle specie acquatiche hanno uno stato di conservazione ‘inadeguato’, solo il 29% è favorevole mentre il restante è in cattivo stato o sconosciuto. La specie simbolo, la lontra, sebbene sia aumentata rispetto agli anni ’70, passando da 100 a 600-800 esemplari in tutta Italia, è ancora vicina alla “casella” estinzione. 29 specie di pesci di acqua dolce, dallo storione alla trota macrostigma, hanno bisogno di essere tutelate con azioni più rigorose. Molte di esse, tra l’altro sono endemiche delle nostre acque.
I fiumi sono anche vittime del consumo di suolo che alimenta enormemente il fenomeno del dissesto idrogeologico, nonostante i fiumi in buono stato siano proprio gli antidoti migliori per “adattarsi” agli effetti disastrosi dei cambiamenti climatici globali: il 91% dei comuni italiani si trova in aree di alta vulnerabilità mentre la percentuale di suolo consumato in aree a pericolosità idraulica elevata è del 7,3% mentre è del 10,5% nelle aree a pericolosità media.
In attesa dello svolgimento a Roma il 21 novembre 2019 del Convegno “Un futuro per i nostri fiumi. Dal dissesto, alla siccità, alla tutela degli ecosistemi d’acqua dolce: una politica integrata per l’adattamento ai cambiamenti climatici“, nel corso del quale verrà distribuito il documento WWF “Liberiamo i fiumi. Rigeneriamo le città e i territori” e verrà ufficialmente lanciata la Campagna, il 27 ottobre 2019 a Roma ci sarà un “anticipo”. quando un team di volontari di WWF Young e staff dell’Associazione scenderà in acqua per partecipare alla Roma Canoe Marathon, il grande evento
sportivo nell’ambito del primo Tevere
Day organizzato nella Capitale dalla Federazione Italiana Canoa Kayak con
cui il WWF ha siglato un Protocollo d’Intesa per coinvolgere i canoisti in
azioni di citizen science e sensibilizzazione a difesa di fiumi, coste e
rive.