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Innalzamento dei mari: mai così veloce come nel XX secolo

innalzamento dei mari

Nel corso dei secoli mari e oceani hanno avuto innalzamenti e abbassamenti, ma negli ultimi 2.800 anni non era mai accaduto che il loro livello fosse salito in maniera così repentina e vistosa come quello che si è registrato nel XX secolo.

È questo l’assunto della nuova ricerca pubblicata online il 22 febbraio 2016 sulla prestigiosa rivista Proceedings of National Academy of Sciences (PNAS), che ha impegnato per un decennio scienziati di vari Centri di ricerca, distribuiti globalmente e coordinati dalla Rutgers University del New Jersey.

Secondo gli autori di “Temperature-driven global sea-level variability in the Common Era”, tra il 1900 e il 2000 il livello medio globale dei mari è aumentato di circa 14cm , mentre tra il 1000 e il 1400, durante la cosiddetta piccola era glaciale, si era abbassato di 8cm.

L’aumento del XX secolo è stato straordinario nel contesto degli ultimi tre millenni e quello registrato nel corso degli ultimi due decenni è stato ancora più veloce – ha dichiarato Robert Kopp, Professore presso il Dipartimento di Scienze della Terra presso la Rutgers University e autore principale dello Studio – Come geologi, siamo in grado di ricostruire come in un determinato sito il livello del mare sia aumentato e il progresso conseguito nei modelli statistici messi a punto negli ultimi 10 anni ci ha permesso di farlo con sempre maggiore dettaglio e risoluzione. Raccogliendo e standardizzando queste ricostruzioni, ci è stata data l’opportunità di osservare che cosa avessero in comune e dove differissero  che avevano in comune e dove differivano, in entrambi i casi possono raccontare le cause dell’aumento o abbassamento del livello del mare del passato, dell’attuale e del futuro”.

Le variazioni globali del livello dei mari. La linea netta è la proiezione media, l’ombreggiatura scura è l’intervallo di probabilità del 67%, e l’ombreggiatura chiara è l’intervallo di probabilità del 95%. (fonte R. Kopp)

Purtroppo, i risultati della ricerca avvertono che il peggio deve ancora venire. Le variazioni del livello dei mari differiscono in base alle aree geografiche e nel corso del tempo, a causa degli effetti cicicli delle masse oceaniche, delle eruzioni vulcaniche e di altri fenomeni, ma secondo gli scienziati l’aumento del livello del mare nel corso del XX secolo è stato causato per almeno la metà, con un margine di errore del 5%, dai cambiamenti climatici, con un’ “accelerazione” che innescherebbe il peggioramento delle inondazioni costiere in varie parti del mondo.

I nuovi dati sul livello dei mari confermano ancora una volta quanto sia in aumento il riscaldamento globale, a causa delle nostre emissioni di gas serra – ha osservato Stefan Rahmstorf, Professore di Fisica al Potsdam Institute for Climate Impact Research (Germania), uno degli altri autori della Studio – Essi dimostrano che una delle conseguenze più pericolose del global warming ovvero l’innalzamento dei mari, è ben avviata”.

Intrappolando il calore, l’aumento delle concentrazioni dell’ inquinamento atmosferico sta causando lo scioglimento dei ghiacciai e delle calotte artiche con conseguente maggior apporto di acqua in mare, con conseguenti maree sempre più alte e inondazioni costiere sempre più frequenti nelle aree più vulnerabili.

Proiettando i loro risultati sugli scenari futuri, gli scienziati hanno dimostrato che superficie di terra interessata dalle inondazioni nei prossimi anni dipenderà in larga misura dalla capacità dell’umanità di riuscire a tagliare le emissioni dei combustibili, dalla riduzione della deforestazione e dall’agricoltura.

Governi e le comunità hanno tardato ad affrontare questa critica situazione, anche se gli sforzi per adattarsi ai cambiamenti in corso vengono ora previsti in tutto il mondo. L’Accordo di Parigi prevede azioni volontarie dopo il 2020 per ridurre la quantità di emissioni rilasciate in atmosfera. Tuttavia, prima che questo approccio possa rivelarsi un successo, un fallimento o una via di mezzo, saranno necessari decenni.
Anche se l’umanità riuscisse a rallentare l’aumento della temperatura media globale ben al di sotto dei 2 °C , rispetto al periodo preindustriale, secondo i risultati della ricerca, il livello dei mari aumenterebbe entro la fine del secolo di circa altri 23cm, dando luogo a gravi inondazioni in alcune aree geografiche e peggiorando la situazione di quelle che subiscono già gli effetti.

L’Italia non ne sarà immune, con il rischio maggiore per le città di VeneziaPisaNapoli, ma anche altre aree costiere del Paese ne subiranno gli effetti, come è possibile constare dalla Mappa interattiva ad alta risoluzione che ha accompagnato il Rapporto “Mapping Choices: Carbon, Climate, and Rising Seas – Our Global legacy” di Climate Central, un’organizzazione indipendente composta da scienziati e giornalisti scientifici, che svolge attività di ricerca in materia di cambiamenti climatici ed energia e che produce contenuti multimediali che distribuisce attraverso i propri siti web.

Chiunque, inserendovi una località, può confrontare visivamente le conseguenze a lungo termine delle emissioni di carbonio per qualsiasi Paese e città lungo la linea di costa.

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