Sostenibilità

Rapporto del WEF: ripensare il futuro delle Plastiche

ripensare futuro plastiche

Quando Leo Hendrik Baekeland, chimico belga trasferitosi alla fine del XIX secolo negli Stati Uniti, riuscì nel 1907, dopo varie sperimentazioni, a miscelare ad alte temperature fenolo e formaldeide, non pensava certo che la sua invenzione avrebbe dato l’avvio a una vera e propria rivoluzione industriale nelle modo di vivere delle persone, conosciuta con l’ “Età delle Materie Plastiche”. Dopo quel primo prodotto sintetico, commercializzato con il marchio “Bakelite”, sono poi seguite nei decenni successivi le varie “plastiche” che hanno in comune la loro derivazione da polimeri artificiali, divenute, per le loro apprezzate caratteristiche, parte integrante dell’economia globale.

Accanto ai molteplici vantaggi offerti, negli ultimi anni tuttavia si sono evidenziate sempre più diffusamente le significative conseguenze del loro consumo. Seguendo i flussi globali degli imballaggi in plastica, è stato valutato che la maggior parte di essi viene utilizzata una sola volta, per cui il 95% del valore del materiale, compreso tra 80-120 miliardi di dollari l’anno, va perso. Inoltre, si devono aggiungere i costi delle esternalità negative, per un valore stimato prudenzialmente in 40 miliardi di dollari dall’UNEP.

In uno scenario di crescita come l’attuale, secondo il Report “The New Plastics Economy. Rethinking the future of plastics”, entro il 2050 gli oceani potrebbero contenere (in peso) più plastiche che pesci e l’intera industria della plastica consumerà il 20% della produzione totale di petrolio e il 15% del “bilancio di carbonio” annuale che deve essere rispettato per rimanere al di sotto dell’obiettivo concordato di non superare i +2 °C di aumento della temperatratura globale entro la fine del secolo.

Le materie plastiche sono il cavallo di battaglia dell’economia moderna, dalle proprietà insuperabili – ha sottolineato Martin R. Stuchtey, del McKinsey Center for Business and Environment – Tuttavia esse costituiscono il materiale finale degli oggetti monouso. I crescenti volumi delle plastiche a fine uso stanno generando costi e distruggendo risorse all’industria. Dopo l’utilizzo le materie plastiche, secondo le teorie della circular economy, possono essere trasformate in preziose materie prime. La nostra ricerca conferma che l’applicazione di tali principi potrebbero innescare una grande ondata di innovazione, con benefici per l’intera catena di produzione”.

Il Rapporto, realizzato dal World Economic Forum (WEF), in collaborazione con Ellen MacArthur Foundation e il supporto analitico di McKinsey & Company, nell’ambito del Progetto Mainstream a cui partecipano le 3 organizzazioni e che punta a lavorare con l’industria per trovare i modi per realizzare la circular economy attraverso la gestione dei materiali, delle tecnologie dell’informazione e di innovativi modelli di business, fornisce per la prima volta la visione di un’economia globale in cui la plastica, seguendo appunto i principi dell’economia circolare, non diventa mai rifiuto.

I modelli lineari di produzione e di consumo sono messi sempre di più in discussione dal contesto in cui operano, in particolare per i grandi volumi di materiali a basso valore come imballaggi in plastica – ha affermato Ellen MacArthur, velista di fama mondiale, detentrice di importanti record e vittorie nel mondo delle regate d’altura, che ha dato vita, tra l’altro, alla Fondazione che ha preso il suo nome con l’obiettivo di ispirare le generazioni future a “ripensare, ridisegnare e ricostruire” il futuro – Dimostrando come i principi dell’economia circolare possono essere applicati ai flussi globali di plastiche, questo rapporto fornisce un modello per realizzare il cambiamento sistemico di cui la nostra economia ha bisogno per lavorare a lungo termine”.

Nel giugno scorso è stato presentato a Bruxelles l’ultimo dei Rapporti della Ellen MacArthur Foundation dedicati alla transizione verso la Circular economy, nell’ambito della Consultazione avviata dalla Commissione UE per l’adozione di una relativa Strategia.

Il nuovo Rapporto del WEF, evidenzia che l’intera filiera delle plastiche è chiamata a mettere in piedi un sistema di migliorati risultati economici ed ambientali, pur continuando a sfruttare i vantaggi del packaging in plastica.

La “Nuova Economia della Plastica” mira ad un nuovo approccio basato su:
– creazione di efficienti percorsi post-utilizzo per materie plastiche;
– riduzione drastica della diffusione incontrollata di plastiche negli ecosistemi naturali, in particolare negli oceani;
– disaccoppiamento della produzione di materie plastiche dall’uso di fonti fossili.

Raggiungere tale cambiamento sistemico presuppone notevoli sforzi di collaborazione tra tutte le parti interessate lungo la catena globale di produzione delle plastiche, coinvolgendo le imprese di largo consumo, i produttori degli imballaggi in plastica e delle plastiche in generale, le aziende coinvolte nella raccolta, cernita, rigenerazione, le città, i decisori politici e le ONG. Il Rapporto propone, inoltre, la creazione di un gruppo indipendente con il compito di indicare la strada da percorrere, di definire standard e sistemi condivisi, di superare la frammentazione e di promuovere l’innovazione su larga scala.

Questo Rapporto dimostra l’importanza di innescare una rivoluzione nell’ecosistema dell’industria della plastica, iniziando a mostrare come trasformare il modo in cui la plastica attraversa la nostra economia – ha osservato Dominic Waughray a Capo della Divisione Iniziative ambientali del WEF – Per passare dalla visione all’azione a larga scala, nessun attore può agire isolatamente: il settore pubblico e quello privato e la società civile dovrebbero agire di comune accordo per cogliere l’opportunità della nuova economia circolare delle plastiche”.

Il Rapporto interviene tempestivamente, nel momento in cui la consapevolezza e la comprensione dell’economia circolare tra gli imprenditori e i politici è in crescita, come dimostra il pacchetto sull’economia circolare recentemente adottato il 2 dicembre 2015 dalla Commissione UE e i relativi annunci di finanziamento. Le nuove tecnologie fanno intravedere opportunità di design dei materiali e di approvvigionamento da fonti rinnovabil; i Paesi in via di sviluppo stanno investendo in infrastrutture post-utilizzo; i Governi stanno prendendo ed attuando sempre più politiche correlate agli imballaggi in plastica.
In questo senso, il Rapporto fornisce dati di fatto e una vision per informare sulle scelte che devono essere fatte.

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