Diritto e normativa Società

Infrazioni luglio: a Italia 4 lettere di costituzione in mora e 3 pareri motivati

È piuttosto pesante il fardello di infrazioni comminate al nostro Paese dalla Commissione UE. Spiccano tra le altre quelle relative alla possibilità offerta ai vettori di offrire voucher come unica forma di rimborso e agli organizzatori di pacchetti turistici di emettere dei buoni, anziché rimborsare in denaro i viaggi annullati, nonché la mancata adozione del Programma nazionale di controllo sulle emissioni.

La Commissione UE ha adottato il 2 luglio 2020 Pacchetto mensile di infrazioni. All’Italia sono state contestate violazioni alle norme comunitarie nei settori:
Stabilità finanziaria, servizi finanziari e Unione dei mercati dei capitali: un parere motivato (Lotta contro il riciclaggio);
Mobilità e trasporti: una lettera di costituzione in mora (Tutela dei diritti dei passeggeri);
– Giustizia: una lettera di costituzione in mora (Tutela dei consumatori e viaggiatori) e un parere motivato (Lotta contro la frode ai danni del bilancio dell’Unione mediante il diritto penale);
– Ambiente: 2 lettere di costituzione in mora (Responsabilità ambientale e Controllo dell’inquinamento atmosferico) e un parere motivato (Riciclaggio delle navi).

A seguito della pandemia di Covid-19 e le conseguenti misure di contrasto della stessa che hanno messo a dura prova le amministrazioni nazionali, la Commissione UE ha deciso di dare agli Stati membri la possibilità di replicare a ciascuna lettera di costituzione in mora e a ciascun parere motivato inviati con questo pacchetto di infrazioni entro 3 mesi invece dei 2 mesi abituali, salvo i casi che sollevano questioni urgenti e che richiedono una risposta entro un termine più breve.

Andando con ordine il parere motivato su Stabilità finanziaria, servizi finanziari e Unione dei mercati dei capitali si riferisce alla mancata piena attuazione nel diritto nazionale della Direttiva antiriciclaggio (AMLD4). La lotta contro il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo è fondamentale per garantire la stabilità finanziaria e la sicurezza in Europa. Alcuni scandali recenti legati a casi di riciclaggio hanno evidenziato la necessità di norme più severe a livello dell’UE. Le lacune legislative di uno Stato membro si ripercuotono sull’insieme dell’UE. Per tali motivi le norme dell’UE dovrebbero essere attuate e sorvegliate in modo efficiente, al fine di combattere la criminalità e proteggere il nostro sistema finanziario. Il 7 maggio la Commissione ha pubblicato un Piano d’azione in 6 punti volto a rafforzare ulteriormente la lotta dell’UE contro il riciclaggio e il finanziamento del terrorismo. In assenza di una risposta soddisfacente da parte dell’Italia entro 3 mesi, la Commissione potrà decidere di deferire il caso alla Corte di giustizia dell’Unione europea.

La lettera di costituzione in mora in materia di tutela dei diritti dei passeggeri è stata inviata al nostro Paese per avere adottato misure non conformi ai Regolamenti sui trasporti aerei (n.261/2004), trasporti per vie navigabili (n.1177/2010), trasporti effettuato con autobus (n.181/2011) e trasporti  ferroviari (n.1371). A causa della pandemia di coronavirus molte imprese del settore dei trasporti si sono trovate ad affrontare situazioni insostenibili per quanto riguarda flussi di cassa ed entrate. Durante tutto il corso della crisi la Commissione ha ribadito che i diritti dei passeggeri restano validi in questo contesto senza precedenti e che le misure nazionali a sostegno dell’industria non devono avere l’effetto di limitare tali diritti. Sebbene la Commissione stia valutando la situazione anche in altri Stati membri raccogliendo ulteriori informazioni sull’applicazione delle norme, l’Italia ha adottato una legislazione che consente ai vettori di offrire voucher come unica forma di rimborso. Secondo i regolamenti dell’UE sui diritti dei passeggeri, tuttavia, i passeggeri hanno il diritto di scegliere tra un rimborso in denaro o in altra forma, tra cui il voucher. I passeggeri a cui viene offerto un voucher sono costretti ad accettare questa soluzione. L’Italia dispone ora di 2 mesi per rispondere alle argomentazioni formulate dalla Commissione, trascorsi i quali la Commissione potrà decidere di inviare un parere motivato.

La lettera di costituzione in mora in materia di diritti dei consumatori e dei viaggiatori, si riferisce alla violazione dell’art. 12, par. 4 della Direttiva 2015/2302/UE sui Pacchetti turistici. A causa delle pandemia di coronavirus molti contratti di viaggio hanno dovuto essere annullati. Durante tutto il corso della crisi la Commissione ha ribadito che i diritti dei consumatori restano validi in questo contesto senza precedenti e che le misure nazionali a sostegno dell’industria non devono avere l’effetto di limitare tali diritti. Il 13 maggio 2020 la Commissione ha adottato una Raccomandazione specifica sui buoni nell’attuale contesto al fine di aiutare gli Stati membri a istituire sistemi di buoni attraenti, affidabili e flessibili. Tuttavia 10 Stati membri, tra cui l’Italia, applicano ancora norme nazionali sui pacchetti turistici che consentono agli organizzatori di pacchetti turistici di emettere dei buoni, anziché rimborsare in denaro i viaggi annullati, o di posticipare il rimborso oltre il periodo di 14 giorni stabilito nella direttiva sui pacchetti turistici. Conformemente al diritto dell’UE, i passeggeri hanno tuttavia il diritto di scegliere tra il rimborso in denaro e altre forme di rimborso, come un buono. La Commissione ha pertanto deciso di inviare lettere di costituzione in mora ai 10 Stati membri che dispongono ora di 2 mesi per rispondere alla Commissione e adottare le misure necessarie per far fronte alle carenze riscontrate dalla Commissione. In caso contrario la Commissione potrà decidere di inviare pareri motivati.

Il parere motivato sulla lotta contro le frodi ai danni del bilancio dell’UE
è conseguente alla mancata comunicazione delle misure adottate al fine di recepire nel proprio diritto nazionale le norme dell’UE in materia di lotta contro la frode al bilancio dell’Unione mediante il diritto penale (Direttiva PIF).Tali norme, che dovevano essere recepite entro il 6 luglio 2019, aumentano il livello di protezione del bilancio dell’UE armonizzando le definizioni, le sanzioni e i termini di prescrizione per i reati che ledono gli interessi finanziari dell’Unione. Oltre a essere uno strumento fondamentale per l’armonizzazione del diritto penale degli Stati membri per quanto concerne i reati commessi a danno del bilancio dell’Unione, la Direttiva è essenziale per il funzionamento della futura Procura europea (EPPO).  L’EPPO è l’organismo indipendente dell’Unione incaricato di indagare, perseguire e portare in giudizio i reati che ledono gli interessi finanziari dell’Unione (ad esempio la frode, la corruzione e le frodi IVA transfrontaliere che superano i 10 milioni di EUR). A tale proposito l’EPPO svolgerà indagini, eserciterà l’azione penale ed esplicherà le funzioni di pubblico ministero dinanzi agli organi giurisdizionali competenti degli Stati membri.
La Commissione aveva avviato una procedura di infrazione dell’UE mediante l’invio di una lettera di costituzione in mora all’Italia nel settembre 2019, senza avere adeguate risposte. Ora l’Italia dispone di 3 mesi per rispondere alle argomentazioni formulate dalla Commissione, In caso contrario la Commissione potrà decidere di deferire il caso alla Corte di giustizia dell’UE.

Infine, le infrazioni avviate nei confronti dell’Italia in campo ambientale.

La lettera di costituzione in mora per la mancata possibilità di tutte le categorie fisiche e giuridiche di chiedere all’autorità competente di adottare azioni di riparazione per il danno ambientale, accomuna il nostro Paese ad altri 15 Stati membri dell’UE.
La Direttiva sulla responsabilità ambientale prevede che il danno ambientale possa essere prevenuto o riparato, tra l’altro, concedendo alle persone fisiche e giuridiche il diritto di chiedere all’autorità competente di decidere in merito all’azione di (prevenzione e) riparazione che l’operatore responsabile deve adottare. La Direttiva garantisce, inoltre, che le conseguenze finanziarie dell’azione di riparazione siano a carico dell’operatore economico che ha causato il danno ambientale. La Corte di giustizia ha chiarito questo diritto relativo alla richiesta di azione, affermando che, in sostanza, tutte le categorie di persone giuridiche o fisiche (di cui all’articolo 12, paragrafo 1, lettere a),b) e c), della direttiva) che vantano un diritto o un interesse in materia di prevenzione e riparazione del danno devono poter chiedere alle autorità di adottare una tale decisione. In seguito a questo chiarimento da parte della Corte, la Commissione ha verificato se la legislazione di tutti gli Stati membri effettivamente preveda tale garanzia. Da tale verifica è emerso che non tutte le summenzionate categorie di persone legittimate sono interamente disciplinate dalla legislazione di 16 Stati membri. Per la tutela dell’ambiente è importante che il diritto di richiedere un’azione non presenti lacune. La Commissione ha pertanto deciso di inviare lettere di costituzione in mora concedendo 3 mesi per porre rimedio alla situazione, trascorsi i quali la Commissione potrà decidere di inviare un parere motivato.

L’ altra lettera di costituzione in mora di carattere ambientale si riferisce alla mancata adozione e presentazione del programma nazionale di controllo dell’inquinamento atmosferico. La Direttiva 2016/2284 (Direttiva NEC) prevedeva che entro il 1° aprile 2019 gli Stati membri avessero adottato programmi nazionali di controllo dell’inquinamento atmosferico e li avessero comunicati alla Commissione UE. La Direttiva, che stabilisce impegni nazionali di riduzione delle emissioni e mira ad ottenere livelli di qualità dell’aria che non comportino significativi impatti negativi e rischi per la salute umana e l’ambiente, impone agli Stati membri l’adozione di programmi di controllo dell’inquinamento atmosferico nei quali definiscono le modalità per il raggiungimento delle riduzioni concordate delle loro emissioni annuali.
Nonostante diversi solleciti, l’Italia non ha finora ottemperato a questo obbligo. La Commissione ha pertanto deciso di inviare la lettere di costituzione in mora concedendo all’Italia 3 mesi per l’adozione dei programmi. In caso contrario, la Commissione potrà decidere di inviare un parere motivato.

Qualche giorno fa l’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA) ha pubblicato il briefing sui progressi compiuti dagli Stati per il rispetto dei limiti di emissione di alcuni inquinanti stabiliti dalla Direttiva NEC, da cui emerge che nonostante alcuni progressi, difficilmente gli impegni presi dai Paesi membri per il periodo 2020-2029 saranno conseguiti.

Il parere motivato all’Italia di carattere ambientale si riferisce alle norme sul riciclaggio delle navi. Seconda la Commissione UE l’Italia non si è ancora pienamente conformata agli obblighi previsti dal Regolamento relativo al riciclaggio delle navi (n.1257/2013) in particolare ad adottare misure volte a prevenire l’elusione delle norme sul riciclaggio delle navi e a stabilire le sanzioni applicabili alla violazione di tali norme.
Il Regolamento mira a garantire che tutte le navi battenti bandiera di uno Stato membro dell’UE siano riciclate in modo sicuro e sostenibile. Le vecchie navi possono essere una fonte redditizia di rottami metallici e altri materiali, consentendo di risparmiare materie prime vergini e riducendo le emissioni di gas a effetto serra. Tuttavia, se non correttamente eseguita, la demolizione delle navi può danneggiare la salute umana e l’ambiente costiero. Il Regolamento mira a prevenire, ridurre o eliminare tali potenziali effetti negativi sulla salute umana e sull’ambiente mediante l’introduzione di una serie di norme applicabili al riciclaggio delle navi. A tal fine gli Stati membri devono designare le autorità competenti e le amministrazioni responsabili dell’applicazione del Regolamento. Gli Stati membri devono inoltre adottare misure intese a prevenire l’elusione delle norme sul riciclaggio delle navi e stabilire le sanzioni applicabili alla violazione di tali norme. L’Italia aveva già ricevuto una lettera di costituzione in mora, cui ha risposto con la designazione delle autorità competenti e delle persone di contatto, come prevede il regolamento. Tuttavia, per quanto riguarda le sanzioni, la legislazione proposta è ancora in fase di progetto. La Commissione ha pertanto inviato un parere motivato all’Italia, che dispone ora di 3 mesi per porre rimedio alla situazione. In caso contrario la Commissione potrà decidere di deferire il caso alla Corte di giustizia dell’UE.

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