L’Agenzia Internazionale dell’Energia ha pubblicato per la serie Prospettive tecnologiche 2014 due tabelle di marcia che indicano gli scenari della produzione mondiale futura da solare fotovoltaico e solare termico a concentrazione. Emerge che le due tecnologie potrebbero contribuire a soddisfare il 27% della domanda elettrica mondiale e prevenire l’emissione di oltre 6 miliardi di tonnellate di CO2 all’anno. Duro monito del Direttore dell’Agenzia ai decisori politici che con segnali contrastanti e politiche stop and go non ispirano fiducia agli investitori.
Il sole potrebbe divenire la più grande fonte mondiale di energia elettrica entro il 2050, davanti a combustibili fossili, eolico, idroelettrico e nucleare: è questo il messaggio che viene da 2 rapporti pubblicati il 29 settembre 2014 dall’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA).
Le Tabelle di marcia: “Solar Photovoltaic Energy” e “Solar Thermic Electricity” fanno parte delle Energy Technology Perspectives 2014, una serie che offre un’analisi a lungo termine delle tendenze nel settore energetico e delle tecnologie, essenziali per supportare la distribuzione di opzioni sostenibili per la generazione, la distribuzione e il consumo finale, e determinanti per la transizione verso un sistema economico, sicuro e a basse emissioni di carbonio.
Le succitate Roadmap della IEA mostrano come il solare fotovoltaico (PV) potrebbe generare fino al 16% dell’elettricità mondiale entro il 2050, mentre un ulteriore 11% potrebbe essere fornito dal solare termico (STE) da impianti a concentrazione (CSP). Insieme, queste tecnologie potrebbero evitare l’emissione di oltre 6 miliardi di tonnellate di anidride carbonica all’anno entro il 2050 (29%) che sono più delle attuali emissioni per la produzione di energia degli Stati Uniti o quasi tutte le emissioni dirette oggi dal settore trasporti mondiale.
“La rapida diminuzione dei costi dei moduli e sistemi fotovoltaici negli ultimi anni ha aperto nuove prospettive per utilizzare l’energia solare come fonte principale di energia elettrica nei prossimi anni e decenni – ha affermato Maria van der Hoeven, Direttore esecutivo dell’IEA – Tuttavia, le due tecnologie sono ad alta intensità di capitale, dal momento che tutte le spese debbono essere anticipate. Abbassare i costi del capitale è quindi di primaria importanza per realizzare gli scenari di queste tabelle di marcia”.
Il Direttore ha anche sottolineato che le due relazioni non rappresentano una previsione. Come le altre tabelle di marcia tecnologiche dell’IEA, indicano i previsti obiettivi di miglioramento tecnologico e le azioni politiche necessarie per conseguire tale visione entro il 2050, mettendo in evidenza le azioni prioritarie e le tappe che debbono essere percorse dalle parti interessate, Governi, mondo della Ricerca e dell’Industria.
Un messaggio centrale in entrambe le pubblicazioni concerne la necessità che i responsabili politici diano segnali chiari, credibili e coerenti, al fine di ridurre i rischi di implementazione per gli investitori e di ispirare fiducia.
“Al contrario – ha continuato la Van der Hoeven – dove l’incoerenza politica è massima, con segnali ambigui o cicli politici stop-and-go, gli investitori finiscono per pagare di più per i loro investimenti, il consumatore paga di più per l’energia e i progetti che sarebbero necessari, non vanno avanti”.
I due rapporti sottolineano il ruolo complementare delle due tecnologie.
Con 137 GW di capacità installata in tutto il mondo alla fine del 2013 e l’aggiunta di fino a 100 MW ogni giorno, lo sviluppo del fotovoltaico finora è stato molto più veloce di quello del solare termico, grazie soprattutto alla riduzione notevole dei costi. Nello scenario descritto nelle tabelle di marcia, la maggior parte della crescita di energia solare viene da fotovoltaico fino al 2030, ma il quadro è destinato a cambiare in seguito. Dopo aver raggiunto quote comprese tra il 5% e il 15% della produzione annua di energia elettrica, il fotovoltaico inizierà a perdere valore sui mercati all’ingrosso, mentre in questa fase decollerà la distribuzione del solare termico per effetto dell’accumulo termico degli impianti a concentrazione che permette di produrre energia elettrica in corrispondenza dei picchi di domanda del tardo pomeriggio e della sera, integrando in tal modo la generazione fotovoltaica.
Il fotovoltaico si espande a livello globale, con la Cina di gran lunga il paese leader, seguita dagli Stati Uniti. Oltre la metà della capacità totale PV è prodotta sul posto dai consumatori finali (famiglie, centri commerciali o industrie), mentre il solare termico per la produzione elettrica si espande in zone molto soleggiate con cielo sereno, diventando una grande opportunità per l’Africa, l’India, il Medio Oriente e gli Stati Uniti.