Biodiversità e conservazione Fauna Flora

Gorilla a rischio estinzione per colpa dell’ebola e della deforestazione

Gorilla a rischio estinzione per colpa dell’ebola e della deforestazione

Negli ultimi 65 anni la popolazione di gorilla si è ridotta dell’80%, decimata dall’ebola, dal commercio alimentare e dalla distruzione delle foreste. Secondo le Nazioni Unite entro il 2032 sarà rimasto solo il 10% dell’habitat di questa specie simbolo. Il WWF lancia l’allarme e avvia una campagna a sostegno.

I gorilla meritano appieno l’appellativo di “re della foresta” perché oltre alle imponenti dimensioni e all’indiscutibile forza hanno anche una grandissima intelligenza. Sono i nostri parenti più prossimi, d’altra parte, e per questo li dobbiamo proteggere. Eppure, negli ultimi anni si stanno inesorabilmente estinguendo. Questa notizia non rappresenta certo una doccia gelata e inaspettata perché il costante declino delle popolazioni è in corso da decenni, eppure l’idea che questi grandi primati, prevalentemente vegetariani e pacifici, pallido riflesso del lato “buono” della nostra specie, scompaiano dalla Terra è inaccettabile.

Le cause sono diverse. Prima di tutto l’indiscriminato commercio di carne di animali selvatici e poi la continua e dannosa distruzione delle foreste che ogni anno toglie al nostro Pianeta ettari e ettari di “polmoni verdi”. Da qualche tempo, inoltre, ci si è messa pure la terribile epidemia che tanto ci spaventa conosciuta come ebola.

Non per nulla è proprio di questi giorni l’allarme lanciato dal WWF che evidenzia come negli ultimi 65 anni la popolazione di gorilla si sia ridotta addirittura dell’80%. I dati diffusi dall’associazione ambientalista, acquisiti nel corso della Campagna Foreste, l’iniziativa volta a sottolineare l’importanza di difendere il “cuore verde” della Terra, non consentono slanci di ottimismo sulla sorte di questi carismatici mammiferi.

L’analisi del WWF ha esaminato lo stato di conservazione delle varie specie di gorilla ancora esistenti, confermando la definitiva scomparsa di alcune popolazioni e censendo gli esemplari della scimmia antropomorfa più rara del mondo, classificata come specie in via d’estinzione nella Lista rossa dell’Unione mondiale per la conservazione della natura (IUCN): il gorilla di Cross River (Gorilla gorilla diehli).

Le due specie oggi esistenti di gorilla vivono in Africa equatoriale, separate da circa 900 km di foresta del Bacino del Congo – sottolineano dal WWF – si tratta del gorilla occidentale e del gorilla orientale. Ricoprono un ruolo cruciale nella biodiversità locale, spostandosi attraverso grandi territori e aiutando, per esempio, la diffusione e la germinazione degli alberi dei frutti di cui si nutrono. Purtroppo, da qualche tempo, alcune popolazioni sono quasi sparite, in particolare la sottospecie del gorilla occidentale denominato Cross River, che vive in una piccola area di foreste tropicali collocate tra i 1.500 ed i 3.500 metri di altitudine, in una zona tra Nigeria e Camerun, e che conta appena 250-300 individui”.

Le minacce riguardano tanto i gorilla quanto l’ambiente naturale: secondo le Nazioni Unite entro il 2032 sarà rimasto solo il 10% del loro habitat e nei prossimi 10 anni i re della foresta potrebbero scomparire del tutto dai luoghi che abitano. Le cause principali sono il commercio di “bushmeat” (carne da animali selvatici) e la deforestazione. Il primo, che avviene in tutta l’Africa occidentale e centrale, consiste nel cacciare questi imponenti mammiferi dato che la loro carne insieme a quella di scimpanzé, antilopi e molti altri animali è un cibo ricercato nei mercati clandestini di numerosi paesi, venduto a prezzi da capogiro. Mentre il taglio illegale di alberi legati allo sfruttamento delle risorse del sottosuolo, tra cui oro, diamanti, petrolio e minerali richiesti e usati dall’Occidente per i beni elettronici di largo consumo, fa sì che perdiamo ogni anno circa 700.000 ettari di foreste. Una superficie enorme, che corrisponde a tre volte il Belgio, e che viene distrutta sottraendo spazi ed habitat a moltissime specie animali, tra cui quella dei gorilla.

Proprio per cercare di invertire questa tendenza e difendere i nostri parenti più prossimi del regno animale, dopo scimpanzé (Pan troglodytes) e bonobo (Pan paniscus), durante la Giornata delle Oasi, il 24 maggio scorso (dedicata quest’anno al progetto per salvare il Parco di Dzanga Sangha nel Bacino del Congo, l’area più ricca di biodiversità dell’Africa e tra le prime 10 nel mondo esposte al rischio deforestazione), il WWF ha acceso i riflettori sui gorilla lanciando un focus che partirà nei prossimi giorni con iniziative, progetti ed eventi volti alla protezione di questi possenti animali.

Dobbiamo ringraziare tutti quelli che ci hanno sostenuto e aiutato durante la Campagna Foreste per la difesa del Cuore verde del nostro Pianeta – ha dichiarato la presidente del WWF Italia Donatella Bianchi – E’ fondamentale tutelare gli habitat a rischio, come quello delle foreste, un patrimonio prezioso che sta scomparendo troppo velocemente mettendo in pericolo specie come i gorilla. Vi chiediamo di continuare a sostenerci e a partecipare a tutte le nostre iniziative, come quella del prossimo 4 giugno, vigilia della Giornata mondiale dell’Ambiente: a Milano nella sede dell’Unicredit ci sarà la Peccei Lecture 2015, storico appuntamento che quest’anno in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente, della tutela del Territorio e del Mare e UNEP, il programma ambiente delle Nazioni Unite, sarà dedicata allo stato e al futuro delle foreste tropicali nel mondo”.

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