Energia

Energia e risorse naturali 2022: 10 previsioni di Wood MacKenzie

Gli analisti della Wood MacKenzie,  Società leader di consulenza nei settori dell’energia e delle risorse minerarie ha indicato le 10 tendenze che si svilupperanno nel corso del 2022, tra cui le previsioni per energia, mercati del carbonio, petrolio e gas, materie prime per la transizione energetica, auto elettriche.

Le nostre previsioni per il 2021 hanno resistito abbastanza bene alla prova del tempo. I prezzi del greggio sono aumentati, più compagnie petrolifere e del gas hanno fissato obiettivi di riduzione delle emissioni, il ritmo di consolidamento nell’industria a monte degli Stati Uniti è aumentato e le restrizioni cinesi sulle importazioni di carbone australiano sono rimaste in vigore; tutto come previsto dagli analisti di Wood Mackenzie”.

Così ha nnunciato la sua’Energy Pulse di previsione sugli sviluppi nel mondo dell’energia per il 2022, Ed Crooks , Vicepresidente per le Americhe di Wood MacKenzie, Società leader nella ricerca e nella consulenza nel settore dell’energia e delle risorse naturali,

Per il 2022 abbiamo altre dieci previsioni, che coprono la gamma delle competenze di Wood Mackenzie in settori tra cui mercati del carbonio, energia, petrolio e gas, metalli e estrazione mineraria – ha proseguito Crooks – Alcune si riferiscono a fattori ciclici a breve termine; altre riflettono tendenze a lungo termine che si svilupperanno nel corso di decenni”.

Ecco le 10 previsioni per mercati e settori specifici nel 2022.

1) I prezzi del carbonio in tutto il mondo raggiungeranno nuovi massimi, compreso l’EU-ETS e il Sistema nazionale di scambio di quote di emissioni della Cina, trainati dalle politiche climatiche a lungo termine dei Paesi. Per sostenere i loro impegni di decarbonizzazione, i governi continueranno anche ad aumentare le attuali tasse sul carbonio e ad introdurne di nuove. Sui mercati volontari del carbonio, nel frattempo, le ambizioni aziendali di raggiungere obiettivi di zero netto guideranno la domanda di compensazioni di alta qualità, i cui prezzi continueranno a salire.

2) La diffusione delle installazioni solari cresceranno in modo significativo nel 2022 e guideranno l’adozione di altre risorse energetiche. Lo sviluppo della capacità di distribuzione dell’energia solare sarà un obiettivo per i responsabili politici in molti importanti mercati in tutto il mondo. La Cina continuerà i suoi sforzi per aumentare drasticamente l’utilizzo del solare distribuito nelle sue aree rurali. La nuova coalizione di governo della Germania ha l’obiettivo di installare 200 GW di energia solare entro il 2030, contando soprattutto sulla generazione solare dal residenziale E il solare distribuito rimarrà il modello dominante anche in Giappone, Australia, Belgio e Polonia. Negli Stati Uniti crescerà la quota di energia solare combinata con i sistemi di accumulo e/o di ricarica dei veicoli elettrici. Le famiglie in Australia utilizzeranno sempre più i sistemi di accumulo abbinati ai pannelli solari installati sui tetti per proteggersi dall’aumento dei costi di interconnessione e dalle tariffe più basse per l’esportazione di elettricità solare. E sempre più paesi utilizzeranno l’energia solare distribuita e l’accumulo di energia per fornire servizi di elettricità alle comunità più svantaggiate. 

3) L’aumento della domanda di energia elettrica della Cina determinerà il rafforzamento delle catene di approvvigionamento di energia rinnovabile. La crescita economica della Cina di oltre l’8% nel 2021 ha innescato un’impennata della domanda di energia: il consumo di elettricità della Cina è cresciuto del 10%, la crescita annuale più rapida, mai registrata nella storia del paese. Ciò ha determinato un massiccio aumento degli investimenti nel settore eolico e solare, rafforzando le catene di approvvigionamento, e dal momento che la Cina rappresenta oltre il 50% della produzione di turbine eoliche e quasi il 70% di quella di pannelli solari, rischiando di mettere in difficoltà la catena mondiale della produzione e della distribuzione geografica delle energie rinnovabili. A queste sfide si aggiungerà il costante impegno di Pechino per la sua politica zero Covid: gli sforzi per tenere fuori la variante Omicron probabilmente determineranno controlli alle frontiere e misure di quarantena ancora più severi nel 2022. Difficoltà che gli sviluppatori per l’energia rinnovabile di tutto il mondo hanno già dovuto affrontare nell’anno passato e che sono destinate ad aumentare.

4) Le economie che si sono impegnate a ridurre rapidamente le emissioni di gas serra agiranno per incoraggiare una maggiore produzione locale dei metalli critici per la transizione energetica È probabile che i principali blocchi che hanno preso impegni per una decarbonizzazione accelerata seguano l’esempio della Cina e inizino a produrre i minerali necessari per la transizione all’interno dei propri confini. Un’estensione naturale di queste politiche consentirà a investitori, finanziatori e imprese minerarie di sviluppare l’offerta anche nelle località meno favorevoli, per garantirsi che la maggiore domanda di metalli derivante dai propri impegni climatici possa essere soddisfatta. 

5) Il mercato non resterà a corto di petrolio nel 2022. Gli analisti di Wood Mackenzie prevedono una robusta crescita della domanda di petrolio per il 2022, poiché il consumo globale continua la sua ripresa ai livelli pre-pandemia, raggiungendo probabilmente un picco nella seconda metà dell’anno. Tuttavia, il rischio per questa previsione è al ribasso. I casi di Covid sono in aumento, con la nuova variante Omicron.  Sebbene non si preveda una diffusione di lockdown, l’aumento dei casi può rallentare la crescita della domanda a causa della riduzione dei viaggi, in particolare dei voli internazionali.

Per quanto riguarda l’offerta globale di petrolio, gli analisti prevedono un aumento di oltre 4 milioni di barili al giorno per il 2022, simile al previsto aumento della domanda. L’effetto atteso è un mercato più equilibrato per il 2022 e un allentamento delle preoccupazioni per potenziali carenze di approvvigionamento. Si prevede che nel primo trimestre ci sia un surplus di circa 1 milione di barili al giorno. 

6) Il Permiano vedrà un aumento di produzione “importante”. Il cosiddetto bacino del Permiano (Texas), il più grande bacino petrolifero degli Stati Uniti, l’area più colpita nel paese durante la pandemia di COVID-19,  vedrà con ogni probabilità  alcune Big Oil intensificheranno l’attività di sfruttamento nell’area, battendo la concorrenza di compagnie più piccole. In ogni caso, ci sarà bisogno di molte più impianti e piattaforme per raggiungere gli obiettivi di produzione sempre più ambiziosi.

7) I veicoli elettrici conquisteranno per la prima volta una quota a due cifre del mercato globale. I veicoli con motore a combustione interna dovranno subire la sfida dei veicoli elettrici, anche se l’azione di sostegno dei governi si indebolirà un po’ nel 2022: l’Europa continuerà a ridurre i suoi “supercrediti” per veicoli elettrici e la Cina prevede un taglio dei sussidi. Tuttavia, gli analisti prevedono che saranno venduti oltre 8,5 milioni di veicoli elettrici. In combinazione con gli effetti persistenti della carenza di chip che incidono sulle vendite di auto convenzionali, i veicoli elettrici sono destinati a conquistare la più alta quota di mercato mai registrata prima, anche se negli Stati Uniti, il secondo  mercato globale dell’auto, continueranno a rimanere indietro con un aumento di appena il 6%.

8) Le compagnie petrolifere e del gas andranno sempre più oltre l’eolico e il solare per le loro strategie a basse emissioni di carbonio, e crescono nel frattempo le loro ambizioni nell’idrogeno e nella cattura del carbonio. Secondo Wood Mackenzie, le compagni petrolifere e del gas investiranno a livelli record nel 2022 nelle nuove fonti energetiche. Per le major europee, il focus dell’attenzione e degli investimenti di capitale nel 2021 è stato in gran parte su eolico e solare, ma nel 2022, la cattura, l’utilizzo e lo stoccaggio del carbonio e l’idrogeno a basse emissioni di carbonio passeranno da una ambizione ad un vero e proprio impegno. I primi a muoversi dovranno mobilitare risorse significative per una posizione favorevole sui futuri campi di battaglia di queste tecnologie di lunga durata, facendo emergere nuove partnership e le imprese leader inizieranno a trasformare l’intento strategico in azioni concrete. 

9) Il governo degli Stati Uniti si impegnerà a sostenere maggiormente l’idrogeno a basse emissioni di carbonio. Il Build Back Better Act (BBBA il Piano di politiche espansive del Presidente Joe Biden per la ripresa economica dopo la pandemia, che sta trovando comunque difficoltà al Senato americano, anche per l’opposizione decisiva di 2 Senatori democratici, prevede un credito di imposta fino a 3 dollari per ogni chilogrammo di idrogeno a basse emissioni di carbonio. Se passasse così come è stato originariamente previsto, contribuirebbe a rendere l’idrogeno verde altamente competitivo contro l’idrogeno grigio in alcune aree degli Stati Uniti, specialmente in quelle con ingenti risorse eoliche e solari. L’atto include anche aumenti del credito d’imposta per il sostegno a progetti di idrogeno blu. Per gli analisti di Wood Mackenzie, anche se il BBBA non dovesse passare al Senato nella sua forma originaria, se gli Stati Uniti vogliono essere leader nell’idrogeno e compiere reali progressi nella decarbonizzazione della propria economia, dovranno comunque mettere in atto politiche per assistere l’industria nelle sue fasi iniziali.

Wood MacKenzie in uno Studio condotto nel 2020 ha previsto che la differenza dei costi di produzione dell’idrogeno verde (utilizzo di energie rinnovabili per alimentare l’elettrolisi dell’acqua) rispetto a quello grigio (prodotto mediante reforming con metano a vapore, che utilizza gas naturale come materia prima), ed anche a quello blu (quando le emissioni del reforming del metano vengono catturate e stoccate), si annullerà nel giro di 10-20 anni, a seguito della spinta che tale tecnologia sta ricevendo e che sta determinando un’implementazione a livello di scala.

10) I controlli del governo cinese ridurranno i prezzi del carbone termico seaborn (ndr: adatto per i trasporti marittimi). Dopo una carenza di carbone e un aumento dei prezzi nella seconda metà di quest’anno, la Cina ha aperto le porte alla produzione interna. La produzione mensile ha raggiunto i record di tutti i tempi verso la fine dell’anno, con tassi di produzione in aumento del 10% in un trimestre. Man mano che le scorte delle imprese vengono reintegrate, si prevede che il governo ridurrà le importazioni di carbone applicando quote più rigorose. La Cina ridurrà anche i prezzi del carbone interno, facendo scendere i prezzi nel mercato del carbone seaborn, dove la sua quota del 25% della domanda totale esercita un’influenza significativa. 

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