Nello stesso giorno in cui “The Lancet” pubblicava uno Studio sui maggiori rischi di sviluppare demenza per chi abita in prossimità di strade ad intenso traffico, Legambiente ha diffuso la classifica delle 32 città capoluoghi di provincia che nel 2016 hanno superato i limiti di legge per le polveri sottili, indicando al contempo le 10 proposte per interventi strutturali in grado di migliorare davvero la qualità dell’aria nelle nostre città.
Sono 32 le città capoluoghi di provincia che hanno superato nel 2016 la soglia limite di 35 giorni all’anno previsti dal D.lgs. n. 155 del 2010 con concentrazioni di polveri sottili (PM10) superiori ai 50 μg/m3(microgrammi al metro cubo).
Il dato emerge dalla Classifica delle città più inquinate, presentata il 4 gennaio 2017 da Legambiente ed elaborata su dati delle Agenzie Regionali per la Protezione dell’Ambiente (ARPA/APPA), che dal 2006 l’Associazione ambientalista stila nell’ambito della Campagna “PM10 ti tengo d’occhio”
Al 1° posto di questa non invidiabile performance figura Torino, con 86 giorni di superamento del limite, al 2° Frosinone (85), Milano e Venezia al 3° (73), Vicenza al 4° (71), quindi Padova e Treviso (entrambe con 68), e la classifica prosegue per un totale di 32 città che hanno superato il limite consentito (i superamenti si riferiscono al valore registrato dalla centralina urbana peggiore).
“Molte città italiane sono costantemente in allarme smog sia per le ricorrenti condizioni climatiche che favoriscono l’accumulo, giorno dopo giorno, degli inquinanti, che per la mancanza di misure adeguate a risolvere il problema – ha commentato Rossella Muroni, Presidente di Legambiente – Sono necessari interventi strutturali, di lunga programmazione, i cui tempi di messa in opera superano quelli del mandato elettorale di un sindaco. Serve un piano nazionale che aiuti i primi cittadini a prendere e sostenere le decisioni giuste: misure strutturali e permanenti, anche radicali e a volte impopolari, per la cui realizzazione occorrono, per altro, investimenti largamente al di sopra della portata dei Comuni, stretti dal patto di stabilità. Troppo spesso i sindaci sono lasciati soli di fronte all’emergenza e improvvisano cure inadeguate e scarsamente efficaci. Per questo Legambiente ha preparato un elenco di proposte sugli interventi necessari a migliorare davvero la qualità dell’aria. Bisogna, da un lato, trasformare strutturalmente le città, le modalità di trasporto e di spostamento, i suoi servizi e le infrastrutture, dall’altro riqualificare il patrimonio edilizio pubblico e privato rendendolo energeticamente sostenibile“.
Nello stesso giorno in cui venivano offerti questi dati, la prestigiosa Rivista “The Lancet” pubblicava uno Studio condotto da scienziati canadesi per oltre un decennio che evidenzia il maggior rischio di sviluppare la demenza (tra il 7% e il 12% in più) nelle persone che vivono a ridosso di strade ad intenso traffico, suggerendo che “l’inquinamento atmosferico dovrebbe essere preso in considerazione nella pianificazione urbanistica e progettazione degli edifici per ridurre l’esposizione dei residenti“.
Acquista, quindi, maggior valore il Decalogo con le proposte sugli interventi che Legambiente ha preparato per migliorare davvero la qualità dell’aria nelle nostre città.
1. Ridisegnare strade, piazze e spazi pubblici delle città per favorire sicuri spostamenti a piedi e in bicicletta
Se oggi l’80% dello spazio pubblico è destinato a carreggiate e parcheggi, questo rapporto va ribaltato a favore di spazi pedonali, relazionali (panchine e tavolini), del mercato e dello scambio, aggiungendo “zone 30″(quello con limite di velocità a 30 km/h).
2. Una rete che attraversa la città per spingere la ciclabilità
Per realizzarla, Comuni e Regioni devono prevedere piani e programmi specifici e per le risorse economiche serve un’azione da parte del Governo che co-finanzi, insieme a Comuni e Regioni, gli interventi.
3. Una mobilità verso “emissioni zero”
Eliminare agevolazioni e sussidi alle vecchie tecnologie “fossili” e concentrare politiche, incentivi e agevolazioni esclusivamente su tecnologie a zero emissioni.
4. Bus più rapidi, affidabili ed efficienti
L’aumento di velocità del trasporto pubblico si ottiene attraverso strade dedicate e corsie preferenziali. Questo intervento è a basso costo per le amministrazioni comunali e velocemente realizzabile, definendo una road map per arrivare ad avere almeno il 50% della rete urbana di trasporto pubblico di superficie, con una scala di priorità che parte dalle città più grandi.
5. 1000 treni pendolari, metropolitane, tram e 10 mila bus elettrici o a bio-metano per il trasporto pubblico nelle aree urbane
Rinnovare e potenziare il parco pubblico circolante, troppo vecchio, e diminuire il suo impatto ambientale e l’utilizzo dell’auto. Per far questo, Legambiente chiede a Governo e Parlamento di stanziare le risorse attraverso una programmazione pluriennale per treni, metro, tram, autobus in un fondo che coinvolga le regioni e i comuni.
6. Fuori i diesel e i veicoli più inquinanti dalle città
Fissare standard ambientali sempre più alti per l’utilizzo dei veicoli privati circolanti nelle città, crescenti negli anni, con limiti nei periodi di picco in modo da avere un quadro chiaro delle prestazioni che si vogliono raggiungere nel parco circolante e stimolare l’innovazione e gli investimenti delle imprese.
7. Solo uno spostamento su tre in macchina entro 5 anni
Le città con più di 50mila abitanti e i comuni capoluogo devono promuovere gli spostamenti a basso impatto (dai mezzi pubblici alla bici al carpooling); su questo deve intervenire il governo con un decreto legge e linee guida rivolte ai piani comunali, prevedendo obiettivi, premiabilità e disincentivi, e imponendo alle regioni nuovi Piani risanamento dell’aria e di trasporto.
8. Road pricing e ticket pricing
Per limitare l’ingresso nei centri abitati di veicoli inquinanti e favorire la mobilità dolce e l’uso di veicoli più efficienti e a zero emissioni, Legambiente chiede di istituire zone a pedaggio urbano e implementare una differente politica tariffaria sulla sosta. I ricavi ottenuti devono essere interamente vincolati all’efficientamento del trasporto pubblico locale e di forme sostenibili di mobilità.
9. Riqualificazione degli edifici pubblici e privati, per ridurre i consumi energetici e le emissioni inquinanti
Avviare concretamente la riqualificazione del patrimonio edilizio pubblico e privato per renderlo davvero sicuro (dal rischio sismico e idrogeologico) e ad energia “quasi zero”, con l’obiettivo di riqualificare in 30 anni tutti gli edifici pubblici e privati, ovvero il 3% all’anno.
10. Riscaldarsi senza inquinare
a. Vietare l’uso di combustibili fossili, con esclusione del metano, nel riscaldamento degli edifici e incentivare, a partire dalle aree urbane, l’utilizzo delle moderne tecnologie che migliorano l’efficienza e riducono le emissioni.
b. Far rispettare l’obbligo di applicazione della contabilizzazione di calore nei condomini per ridurre i consumi da subito e attenzionare coloro i quali non l’anno fatto, compresa l’edilizia pubblica (al riguardo tale obbligo previsto al 31 dicembre 2016 è stato differito al 30 giugno 2017 dal Decreto “Milleproroghe“).
c. Attuare in maniera concreta e sistematica i controlli sulle caldaie (come previsto dalla legge) e sulle emissioni prevedendo un sistema sanzionatorio efficace.
Per maggiori ragguagli circa il Decalogo: http://www.legambiente.it/contenuti/articoli/emergenza-smog-10-proposte-di-legambiente