Al Consiglio europeo di Ypres sono attese indicazioni dei Paesi membri sulla proposta del Pacchetto “Clima-Energia” dopo il 2020. Nel frattempo, la Germania si pone alla testa di una coalizione di Stati occidentali per chiedere di introdurre un obiettivo vincolante per l’efficienza energetica fin dal prossimo mese, in occasione della revisione della relativa Direttiva.
Il Consiglio europeo si sta svolgendo (26-27 giugno 2014) a Ypres (Belgio), località scelta per celebrare il Centenario della Prima guerra mondiale, essendo morti in pochi chilometri quadrati di quel circondario 700.000 soldati nel corso di 3 storiche battaglie delle Fiandre che si susseguirono in 4 anni di guerra di trincea e dove venne impiegato per la prima volta il micidiale gas tioetere di cloroetano che ha preso poi il nome, appunto, di iprite.
Il Consiglio per l’occasione dovrà non soltanto definire l’assetto dell’esecutivo che guiderà l’Unione nei prossimi anni, ma anche decidere alcune importanti questioni di politica economica ed energetica, tra cui il progredire verso una condivisione sugli obiettivi del Pacchetto “Clima-Energia” al 2030, proposto dalla Commissione UE.
Sul Pacchetto si era già manifestata una divergenza con il Parlamento europeo favorevole a obiettivi vincolanti sia per la riduzione delle emissioni, sia per quello delle rinnovabili, come pure per l’efficienza energetica.
Ancora più diversificate sono apparse le posizioni degli Stati membri tant’è che il Consiglio di Primavera decideva di rinviare il punto all’ordine per assumere una decisione definitiva in merito entro ottobre.
Anche all’interno dei singoli Stati membri le opinioni erano contrastanti, come dimostrato dall’Italia, il cui esecutivo assumeva orientamenti dissimili da quelli espressi pochi mesi prima dal Governo Letta (vedi).
Più recentemente, ai Consigli Energia e Ambiente di giugno, non è trapelata una posizione ufficiale dell’Italia, solo il Ministro Galletti è apertamente intervenuto sulla proposta del taglio delle emissioni di CO2 del 40% entro il 2030, chiedendo che sia distribuito tra gli Stati membri anche in base al debito pubblico e all’impegno per il consolidamento fiscale.
Eppure la questione dovrà concludersi nel corso del semestre di Presidenza italiana.
Nel frattempo, la Germania si è posta alla guida di un gruppo di Paesi membri (ne fanno parte anche Belgio, Danimarca, Grecia, Irlanda, Lussemburgo e Portogallo) per chiedere un obiettivo vincolante per l’efficienza energetica.
In una lettera sottoscritta dai Ministri Ambiente ed Energia dei citati Paesi e indirizzata alla Commissione Europea, si esorta l’esecutivo a proporre il mese prossimo, in riferimento alla revisione della Direttiva sull’Efficienza Energetica, un obiettivo vincolante.
“L’attuale situazione in Ucraina enfatizza l’importanza di ridurre la dipendenza dalle importazioni di petrolio e gas naturale – si legge nella lettera – Ridurre i consumi energetici attraverso l’efficienza energetica è il mezzo più solido e conveniente per aumentare la sicurezza energetica e ridurre le emissioni di gas serra; c’è ancora un notevole potenziale economico di miglioramento dell’efficienza energetica in differenti settori. Il sistema di scambio europeo delle emissioni (ETS) è attualmente solo in grado di fornire incentivi nel settore energetico e parti del settore industriale, mentre trasporti, costruzioni, commercio, servizi e abitazioni non sono coperti dal sistema ETS. Pertanto, è necessaria una nuova politica per l’efficienza energetica e un target”.
L’Italia, mutuando la frase finale della lettera, “può permettersi di perdere di perdere questa opportunità”?