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Le vigne di Langa di Pavese inserite nei siti UNESCO

vigne di Langa di Pavese inserite nei siti UNESCO

Per la prima volta il Comitato deputato a valutare le candidature per l’inserimento nei siti del World Heritage List ha riconosciuto un paesaggio vitivinicolo quale bene unico al mondo, patrimonio dell’umanità per la sua eccezionalità rurale e culturale.

Invece traversai Belbo, sulla passerella, e mentre andavo rimuginavo che non c’è niente di più bello di una vigna ben zappata, ben legata, con le foglie giuste e quell’odore della terra cotta dal sole d’agosto. Una vigna ben lavorata è come un fisico sano, un corpo che vive, che ha il suo respiro e il suo sudore” (Cesare Pavese, “La luna e i falò”, Cap. XIX).

Nel corso della 38° sessione del Comitato Patrimonio Mondiale UNESCO (Doha, 15-25 giugno 2014) è stata adottata la decisione di inserire il sito “Paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato” nella Lista del Patrimonio artistico e ambientale dell’umanità (World Heritage List), portando così a 50 i siti del nostro Paese che dal 1979 sono riusciti ad ottenere questo prestigioso riconoscimento.

I paesaggi culturali vitivinicoli del Piemonte testimoniano la presenza di una grande varietà di manufatti e architetture legate alla coltivazione della vite e alla commercializzazione del vino – si legge nella motivazione – I vigneti di Langhe-Roero e Monferrato costituiscono inoltre un esempio eccezionale di interazione dell’uomo con il suo ambiente naturale: grazie a una lunga e costante evoluzione delle tecniche e della conoscenza sulla viticoltura si è realizzato il miglior adattamento possibile dei vitigni alle caratteristiche del suolo e del clima, tanto da diventare un punto di riferimento internazionale. I paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato incarnano l’archetipo di paesaggio vitivinicolo europeo per la loro grande qualità”.

Il percorso per giungere a questo traguardo è stato piuttosto lungo, poiché partito dal 2003 con la proposta di Canelli per valorizzare le cattedrali sotterranee del vino, a visto aggiungersi strada facendo altri territori di 6 aree diverse nelle province di Alessandria, Asti e Cuneo per una superficie complessiva di 10.789 ettari distribuiti su 29 i Comuni: la Langa del Barolo; il Castello di Grinzane Cavour; le Colline del BarbarescoNizza ed il BarberaCanelli e l’Asti spumante; il Monferrato degli Infernotti

Ovviamente hanno espresso grande soddisfazione per questo riconoscimento sia le istituzioni locali che quelle nazionali.

Il merito del risultato va a tutto il territorio di Langhe-Roero e Monferrato, che ha saputo costruire e mantenere nel tempo un paesaggio culturale, legato al mondo del vino, eccezionale e unico nel suo valore ed espressione della altissima qualità della produzione vitivinicola della nostra regione – ha affermato il Presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino – La proclamazione rappresenta un tassello fondamentale della strategia turistica complessiva delle amministrazioni che si sono succedute alla guida della Regione Piemonte: ritengo che sia un punto di partenza e non di arrivo, perché da questo momento in avanti che bisognerà lavorare per sfruttare al meglio, con progetti e idee innovative, il ritorno di questo riconoscimento”.

Questo riconoscimento è motivo di speciale orgoglio per il MiBACT, data l’estrema selettività con cui da qualche anno l’UNESCO valuta le proposte per nuovi siti – ha dichiarato il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini – I paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato sono un esempio eccezionale di un paesaggio culturale inteso come prodotto della secolare interazione tra uomo e natura, plasmato dalla continuità di una tradizione antica di produzione vinicola di eccellenza mondiale. Un riconoscimento ancora più prezioso per l’Italia che conta adesso 50 siti patrimonio dell’umanità sul proprio territorio. Un tesoro su cui dobbiamo concentrare la nostra massima attenzione di governo“.

È un riconoscimento fondamentale per affermare il valore culturale della nostra agricoltura – ha sottolineato Maurizio Martina, Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali – È la prima volta, infatti, che l’UNESCO riconosce un paesaggio vitivinicolo italiano quale bene unico al mondo, patrimonio dell’umanità per la sua eccezionalità rurale e culturale. È un risultato prezioso che rafforza il posizionamento a livello mondiale di alcune delle produzioni vitivinicole più pregiate e apprezzate del nostro Paese. Al tempo stesso, l’UNESCO ha riconosciuto l’essenzialità dell’agricoltura e degli agricoltori quali sentinelle nella conservazione del paesaggio”.

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