Un nuovo Rapporto dell’Università delle Nazioni Unite-Istituto per l’Ambiente e la Sicurezza Umana che ha analizzato 10 dei disastri che si sono verificati nel periodo 2021-2022, selezionati per la loro rappresentatività di quel che sta accadendo in tutto il mondo, ha individuato 8 soluzioni in grado di prevenire e ridurre i rischi di catastrofi, che non si limitano alle azioni dei governi, ai responsabili politici o al settore privato, ma possono essere praticate anche a livello individuale.
Senza investimenti urgenti nell’approntare adeguate soluzioni, i disastri che stiamo attualmente vedendo in tutto il mondo diventeranno la nuova normalità. Tuttavia, poiché i disastri possono essere collegati al comportamento umano individuale e collettivo, tutti possono essere agenti del cambiamento se imparano a conoscere i rischi e adeguare i propri comportamenti.
È quanto emerge dal nuovo Rapporto “Interconnected Disaster Risks” pubblicato il 31 agosto 2022 dall’United Nations University – Institute for Environment and Human Security (UNU-EHS) che analizza 10 recenti disastri in tutto il mondo, selezionati per la loro notorietà e rappresentatività di un problema globale più ampio che ha cambiato o cambierà la vita in tutto il mondo, e identifica le soluzioni che possono aiutare per prevenirli o gestirli meglio in futuro.
Gli impatti dei cambiamenti climatici si fanno sentire sempre più e le sfide relative alla riduzione del rischio di catastrofi continuano a crescere e sono amplificate dagli impatti per la perdita della natura e la scomparsa della biodiversità.
In tutto il mondo si stanno predisponendo soluzioni per affrontare i rischi, ma l’interconnettività non è ancora al centro della progettazione e implementazione delle soluzioni. Sebbene molte delle soluzioni richiedano azioni su scala internazionale, nazionale o regionale, anche le (in)azioni individuali contano.
Il periodo 2021-2022 ha visto disastri catastrofici da record in tutti gli angoli del mondo. Circa 10.000 persone hanno perso la vita e si stima che in tutto il mondo siano stati causati danni per circa 280 miliardi di dollari. Molti di questi disastri condividevano le cause profonde, ma anche le soluzioni per prevenirle o gestirle.
“I disastri che si verificano in aree completamente diverse del mondo all’inizio sembrano disconnessi l’uno dall’altro – ha affermato la Dott.ssa Zita Sebesvari, Vicedirettrice dell’UNU-EHS e co-autrice principale del Rapporto – Ma quando inizi ad analizzarli in modo più dettagliato, diventa subito chiaro che le cause sono le stesse, come le emissioni di gas serra o il consumo insostenibile“.
Il Rapporto ha individuato 8 soluzioni in grado di prevenire o ridurre una serie di rischi di catastrofi:
1. Lasciare che la natura lavori (coesistenza con i processi naturali);
2. Innovare (usare nuove idee);
3, Lavorare insieme (migliorare la collaborazione);
4. Mezzi di sussistenza sicuri (creare reti di sicurezza per proteggere le persone);
5. Consumare in modo sostenibile (modificare i modelli di consumo);
6. Rafforzare la governance (aumentare la capacità delle istituzioni);
7. Pianificare i rischi (essere consapevoli dei rischi nella progettazione e nella costruzione di infrastrutture);
8. Potenziare l’allerta precoce (migliorare la capacità di prevedere e comunicare i rischi).
Ma, le soluzioni sono anche interconnesse, il che significa che un tipo di soluzione può essere applicato in diversi contesti per ridurre l’impatto dei disastri in diverse parti del mondo. Inoltre, esistono più soluzioni per affrontare un disastro e sono più potenti se applicate in combinazione l’una con l’altra.
La soluzione “lasciare che la natura lavori“, ad esempio, attinge alla forza della natura per prevenire rischi ed evitare disastri. La combustione controllata nelle foreste può ridurre il rischio di mega-incendi nel Mediterraneo; il ripristino di fiumi e torrenti urbani può ridurre l’impatto di inondazioni come quella che ha colpito New York in seguito all’uragano Ida; investire nel potenziamento dei sistemi di allerta precoce può migliorare la previsione e la comunicazione in anticipo dei rischi.
In tre degli eventi analizzati nel rapporto – l’ondata di caldo della Columbia Britannica, l’eruzione vulcanica e lo tsunami di Tonga e le inondazioni di Lagos, in Nigeria – i sistemi di allerta precoce avrebbero potuto ridurre il numero delle vittime.
“Se non vogliamo che i disastri che stiamo vivendo attualmente diventino la nuova normalità, dobbiamo riconoscere che sono interconnessi, così come le loro soluzioni – ha sottolineato Jack O’Connor, Scienziato senior presso l’UNU-EHS e co-autore principale del Rapporto – Abbiamo il giusto tipo di soluzioni per prevenire e gestire meglio i pericoli, ma dobbiamo investire urgentemente per aumentarli e sviluppare una migliore comprensione di come possono funzionare in combinazione tra loro“.
Lanciato due mesi prima della Conferenza annuale delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP27) che si svolgerà in Egitto (Sharm-el-Sheikh, 7-18 novembre 2022), il Rapporto ribadisce che non tutte soluzioni saranno convenienti per tutti. La ridistribuzione delle risorse tra generazioni, paesi e gruppi di persone con vulnerabilità diverse, o la richiesta dell’inclusione di portatori di interesse che raramente vengono ascoltati, significa che alcuni dovranno condividere le proprie risorse in modo più ampio di quanto non facciano attualmente.
E le soluzioni, secondo i ricercatori, non si limitano alle azioni dei governi, ai responsabili politici o al settore privato, ma possono essere praticate anche a livello individuale.
“Possiamo lasciare che la natura lavori quando le restituiamo degli spazi. Possiamo promuovere un consumo sostenibile prestando attenzione alla provenienza del nostro cibo e al luogo dove lo compriamo. Possiamo lavorare insieme per preparare le nostre comunità in caso di disastro – ha concluso O’Connor – Il punto è che noi, come individui, siamo parte di un’azione collettiva più ampia, che fa molto per creare un cambiamento positivo significativo. Siamo tutti parte della soluzione”.