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Recepimento Direttiva RAEE: un’economia efficiente nell’uso delle risorse

Recepimento Direttiva RAEE economia efficiente uso delle risorse

Dal Convegno di ReMedia e Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile l’invito al nostro Paese a saper cogliere le ricadute positive sull’ambiente e economia che derivano dalla corretta e sostenibile gestione dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche che costituiscono una vera e propria miniera di materie prime che sono indispensabili per l’innovazione tecnologica.

Nell’ambito di Hi Tech & Ambiente 2013, l’annuale appuntamento sui temi della sostenibilità, ReMedia, il Consorzio Nazionale per la gestione eco-sostenibile dei Rifiuti Tecnologici, con la collaborazione della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile (FoSS) ha organizzato il 24 ottobre 2013 il Convegno “La sfida delle materie prime: può l’industria del riciclo ridurre i rischi di approvvigionamento?”, che ha posto l’attenzione sul recepimento della nuova Direttiva sui RAEE (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) che gli Stati membri dovranno recepire nei loro ordinamenti nazionali entro il 14 febbraio 2014 (in linea con la Strategia europea sull’efficienza delle risorse) e di come, su questo tema strategico, i Paesi si stanno orientando.

L’incontro, infatti, ha proposto uno stimolante confronto con autorevoli ospiti nazionali e internazionali, coinvolgendo i principali soggetti della filiera per capire come il recepimento della nuova Direttiva, con la conseguente revisione del D.Lgs. n. 151/2005, sarà in grado di avvicinare l’Italia agli impegnativi obiettivi europei (entro il 2019 dovrà essere riciclato l’85% dei RAEE generati) con particolare riferimento ai nuovi standard ambientali e alle potenzialità del riciclo rispetto alla sfida dei rischi di approvvigionamento delle materie prime strategiche, quale opportunità per edificare un’economia sostenibile che tragga impulso anche da una moderna società del riciclo.

Il recepimento della normativa non è solo un atto formale, ma è un’opportunità per dare nuovo impulso al Sistema RAEE e favorire così politiche industriali orientate all’efficienza delle risorse – ha dichiarato Danilo Bonato, Direttore Generale di ReMedia – L’Europa, infatti, vuole accelerare il processo di sviluppo di una moderna società di riciclo: l’utilizzo più efficiente e sostenibile delle risorse naturali è una priorità, come dimostra il programma di finanziamenti all’innovazione denominato Horizon 2020”.

Con il programma di finanziamenti Horizon 2020, che partirà da gennaio 2014, l’UE sostiene la ricerca e lo sviluppo anche nel settore del riciclo, investendo oltre 3 miliardi di Euro.

Per non continuare a essere dipendente dalle importazioni, l’Europa ha bisogno di un cambiamento sistematico nell’uso e nel recupero delle risorse, che servirebbe ad aumentarne la competitività e contribuirebbe a costruire un’economia europea sostenibile. Secondo una stima recente, infatti, l’Unione Europea potrebbe ridurre la quantità di materie prime necessaria a far girare l’economia di circa il 25% a parità di produzione entro il 2020.

L’economia ne trarrebbe beneficio e la crescita del PIL porterebbe anche la creazione di nuovi posti di lavoro, tra 1,4 e 2,8 milioni. A ciascun cittadino europeo è associato un consumo medio di 25 tonnellate annue di minerali e di metalli. Solo in Italia, per avere un’economia sostenibile dovremmo utilizzare 360 milioni di tonnellate di risorse, mentre il consumo attuale arriva a 1 miliardo. L’impiego di materie prime nel nostro Paese, quindi, dovrebbe essere ridotto a un terzo.

La giornata di oggi è utile a creare un Sistema Italia delle materie prime e quindi a riflettere su come il Paese potrà partecipare alle diverse iniziative sviluppate nel contesto del partnenariato dell’innovazione. Le materie prime sono vitali per l’Europa per due ragioni: sono essenziali per l’economia e la società europea e perché il loro approvvigionamento è minacciato – ha affermato Antonio Tajani, Vicepresidente Commissione UE e Responsabile Industria e Imprenditoria, nel suo messaggio portato da Alessandro Giordani, Capo Settore Comunicazione della Commissione Europea – Rappresentanza in Italia – La strategia dell’Europa si basa su tre pilastri: garantire condizioni eque di concorrenza nell’accesso alle risorse, favorire l’approvvigionamento sostenibile di materie prime provenienti da fonti europee, promuovere efficienza energetica e riciclaggio. Questi pilastri convergono tutti verso l’innovazione”.

L’UNEP ha presentato l’11 ottobre a Vienna le “Linee Guida per le strategie nazionali di gestione dei rifiuti. Dalle sfide alle opportunità”, realizzate dal Centro di Tecnologia Ambientale Internazionale (IETC-UNEP) e dall’Istituto delle Nazioni Unite per la Formazione e la Ricerca (UNITAR), in cui si sottolinea che una corretta ed efficiente gestione dei rifiuti costituisce una vera e propria miniera d’oro. Una tonnellata di rifiuti elettrici ed elettronici (RAEE), contiene tanto oro quanto 5-15 tonnellate di minerale aurifero, e quantità di rame, alluminio e metalli rari che superano di gran lunga i livelli che si riscontrano nei minerali grezzi, tanto da affermare che i circuiti stampati sono “probabilmente il flusso di metalli più ricco che tu possa mai trovare”.

 “Le Terre Rare, riciclabili dai RAEE, costituiscono certamente una grande possibilità che il nostro Paese può cogliere sia dal punto di vista ambientale, per le ricadute positive sulla mitigazione degli impatti e sull’inquinamento, sia dal punto di vista sociale, per la possibile creazione di nuovi posti di lavoro legati allo sviluppo delle attività di riciclo. Il tema dell’‘Urban Mining’ risulta quindi di importanza strategica per agganciare il treno dell’Europa – ha affermato Franco Terlizzese, Direttore Generale per le Risorse Minerarie ed Energetiche del Ministero dello Sviluppo Economico.

“La Direzione Generale è impegnata anche nella collaborazione con il Laboratorio Materie Prime, per incentivare le attività di ricerca per lo sviluppo sostenibile nel comparto estrattivo dei minerali solidi non energetici per la crescita sociale ed economica dei territori, nell’iniziativa “European Innovation Partnership on Raw Materials” e soprattutto nel percorso di confronto con le Regioni per intraprendere una profonda condivisione dei pilastri europei del settore”.

Secondo una recente analisi compiuta da Frost & Sullivan il mercato del riciclo dei RAEE in Europa avrà una forte crescita e l’Italia sarà uno dei Paesi in cui il volume della raccolta e del riciclaggio aumenterà di più (3% all’anno fino al 2020).

In un Pianeta dotato di risorse limitate, in presenza di una loro domanda in continua crescita, l’accesso alle materie prime diviene un fattore sempre più strategico – ha sostenuto Edo Ronchi, Presidente della FoSS – In particolare, per una economia di trasformazione dei prodotti come la nostra, la seconda in Europa. Per attenuare i rischi di approvvigionamento occorre definire una strategia sull’uso efficiente delle risorse e sul riciclaggio dei materiali, che integri la produzione industriale con il comparto economico dedicato alla gestione dei rifiuti. L’efficienza delle risorse non va riferita solo all’energia, ma anche ai materiali, come i metalli, i minerali, e le materie prime critiche. Un esempio tipico di materie prime critiche ricavabili dai RAEE è quello delle terre rare, che sono fondamentali per le tecnologie rispetto alle quali è atteso il maggior sviluppo nei prossimi anni”.

In uno Studio presentato lo scorso anno, ReMedia ha valutato in circa 300.000 tonnellate il flusso sottratto ai Sistemi Collettivi dal cosiddetto “Canale Informale” nel 2011.

Quando opera il Canale Informale, nel migliore dei casi i Gestori dei Centri di Raccolta si limitano a verificare se il soggetto a cui vendono i RAEE è in possesso di una autorizzazione per questa tipologia di rifiuti, senza però poi poter controllare se e come è effettuato il trattamento dei RAEE; in molti altri casi, invece, i RAEE sono ceduti come materiali ingombranti o rottami ferrosi, oppure vanno ad alimentare il canale delle esportazioni illegali e se ne perdono così le tracce. In ogni caso, la dispersione dei RAEE lungo questi canali paralleli determina un serio rischio ambientale, su cui i Sistemi Collettivi dei Produttori di AEE non hanno alcuna possibilità di controllo o intervento.

Perciò, la trasposizione nell’ordinamento nazionale della nuova Direttiva UE sui RAEE deve divenire l’occasione per introdurre norme più efficaci di prevenzione dei rischi connessi all’intercettazione dei flussi da parte dei “canali paralleli”, pena l’impossibilità di raggiungere quei target che l’Unione europea richiede.

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