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Crisi alimentari: il Covid-19 è destinato ad esacerbarle

Un evento ad alto livello, collaterale alla 75ma Assemblea generale delle Nazioni Unite (UNGA75), organizzato dalla Rete Globale contro le crisi alimentari (GNAFC), ha messo in risalto che quella in corso e che si evolverà drammaticamente è la più grave degli ultimi 50 anni.

di Francesca Galiazzo

La 75esima Assemblea Generale delle Nazioni Unite (New York, 15-30 settembre 2020) ha visto i leader mondiali impegnati nella ricerca di provvedimenti e soluzioni per un mondo in piena crisi, scosso dalla pandemia di Covid-19. Tra i numerosi eventi collaterali che si sono svolti per enfatizzare la necessità di attuare misure e soluzioni che inneschino le necessarie trasformazioni per garantire una vita sana e pacifica per tutti, merita segnalazione quello organizzato dalla Global Network Against Food Crises (GNAFC), fondata nel 2016 da Unione Europea, WFP e FAO, con l’obiettivo di affrontare le cause profonde delle crisi alimentari attraverso una maggiore condivisione di analisi e conoscenze e un coordinamento rafforzato per promuovere gli sforzi collettivi attraverso nesso umanitario, sviluppo e pace (HDP).

L’evento, che si è svolto in modalità webinar, a causa delle restrizioni imposte dalle misure di contenimento della pandemia, e al quale sono intervenute autorità decisionali come organismi regionali, rappresentanti nazionali e Agenzie delle Nazioni Unite, ha fornito l’opportunità di considerare i dati più recenti sulla situazione nei Paesi colpiti da crisi alimentari indotte di Covid-19, nello specifico nei Paesi ad alto rischio, con l’obiettivo di sollecitare i membri della rete su problematiche chiave e sulle sfide discutendo le prassi, approcci e indicazioni per un intervento concreto e coerente, soprattutto in un contesto così drammatico che porta con sé nuovi rischi per i Paesi più vulnerabili.

Lo scorso aprile la GNAFC, in collaborazione con Food Security Information Network (FSIN), la piattaforma tecnica che promuove informazioni indipendenti sulla sicurezza alimentare e l’analisi nutrizionale, ha pubblicato il “Global Report on Food Crises 2020”, che ha analizzato le situazioni di insicurezza alimentare più gravi nel mondo, dimostrando un netto peggioramento generale rispetto alla situazione rappresentata nel Rapporto del 2019, e lanciato l’allarme sui fattori che stanno contribuendo alle crisi alimentari in tutto il mondo e di come la pandemia di Covid-19 è destinata ad esacerbarli.

In questa circostanza, è stata presentata una technical note di aggiornamento da cui emerge che ad oggi nei 55 paesi e territori in crisi alimentari oggetto della relazione 135 milioni di persone hanno sperimentato un’insicurezza alimentare a livello acuto e che 17 milioni di bambini hanno sofferto di deperimento a causa della malnutrizione acuta e che 75 milioni di minori sotto i 5 anni hanno subito un arresto della crescita.

Percentuale di bambini al di sotto dei 5 anni che soffrono di malnutrizione cronica (Fonte: FSIN, basata su indagini SMART, DHS, HNO, HRP e NNHS).

Viene sottolineato, inoltre, che il Covid-19 costituisce un fardello aggiuntivo che pesa su sistemi sociali e politici già fragili, aggravando i rischi preesistenti tra cui conflitti, crisi economiche, disastri naturali, estremi climatici, malattie di animali e piante, impattando sui sistemi agro-alimentari e sull’insicurezza alimentare, seppur con peso diverso a seconda delle aree regionali e dei gruppi di popolazione coinvolti.

Penso che tutti abbiamo ben compreso quel che sta accadendo – ha affermato il Coordinatore dei soccorsi d’emergenza e Capo dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari, Sir Mark Lowcock nel suo intervento –  La pandemia ha provocato questa grande contrazione dell’economia globale, che sta guidando a sua volta la recessione nei Paesi più vulnerabili, inducendo l’insicurezza alimentare. Oltre a ciò, abbiamo l’attuale indisponibilità dei servizi sanitari e ciò significa che le persone affamate non otterranno le vaccinazioni salvavita di cui hanno bisogno e quindi questo causerà una notevole perdita di vite umane. È importante riconoscere che questa non è come l’esperienza del 2017 allorché si stava cercando di evitare quattro carestie. Il numero di Paesi a rischio ora è maggiore e include Paesi come la Repubblica Democratica del Congo, il Burkina Faso e l’Afghanistan. Quindi, questa volta abbiamo un problema molto più grande perché dobbiamo affrontare una crisi enorme, la più grande che il mondo abbia visto da 50 anni”.

Diagramma riportato nel technical note: I numeri più alti di persone (in milioni) in crisi o peggioramento, confronto tra il 2019 e il 2020, durante il Covid-19. Il grafico mostra i valori del 2019 e del 2020 di insicurezza alimentare acuta dopo l’inizio della pandemia di Covid-19

Malgrado la stabilizzazione dei mercati e delle filiere alimentari dopo un iniziale sconvolgimento dovuto agli effetti delle restrizioni dettate dalla pandemia e, in parte, al supporto dei Governi, le lacune strutturali nei Paesi soggetti a crisi alimentari rimangono caratterizzate da disservizi e interruzioni nella produzione agricola e in altre parti della filiera alimentare.

Inoltre, non si può trascurare il fatto che il calo delle attività economiche causato dalla pandemia e le conseguenti riduzioni di posti di lavoro, oltre che di rimesse e potere di acquisto, hanno esacerbato le vulnerabilità pregresse.

La capacità dei Governi di mobilitare o riassegnare le risorse per reagire agli effetti della pandemia, avranno conseguenze a lungo termine per gli esiti in materia di sviluppo, tra questi il rafforzamento dei sistemi agroalimentari. Un maggiore adeguamento tra gli interventi umanitari e di sviluppo sono elementi fondamentali per l’efficacia dei programmi e per un uso efficiente delle risorse.

La pandemia sta già spingendo a ripensare il funzionamento dei sistemi agro alimentari sul lungo termine, incoraggiando cambiamenti strutturali, innovazioni e nuovi approcci strategici e politici.  La gestione della crisi tanto sanitaria quanto economica ha causato dei cambiamenti considerevoli a livello di governance, specialmente in contesti fragili, ed ha enfatizzato la necessità di sviluppare flussi d’informazione più efficienti e più inclusivi.

È dunque necessario ricorrere a provvedimenti consistenti, sia sul breve che sul lungo termine, senza distogliere l’attenzione da una trasformazione sostenibile e inclusiva dei sistemi alimentari.

“In questi tempi difficili è fondamentale coordinare i nostri sforzi con quelli di altri attori globali”- ha affermato il Commissario UE per la gestione delle crisi, Janez Lenarčič ed ha spiegato che “lavorando insieme possiamo elaborare nuovi metodi per far fronte ad una questione così urgente”.

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