Biodiversità e conservazione Fauna

20° Anniversario del Codice di Condotta per la Pesca Responsabile

codice di condotta pesca responsabile

Per celebrare il ventesimo anniversario del “Codice di Condotta per la Pesca Responsabile” (Code of Conduct for Responsible Fisheries) della FAO che definisce principi e norme di comportamento internazionali, per garantire pratiche responsabili e assicurare l’effettiva conservazione, gestione e sviluppo delle risorse bioacquatiche, nel rispetto degli ecosistemi e della biodiversità, si è svolto il 1° Forum Internazionale per i portatori di interesse del settore della pesca (International Fisheries Stakeholders Forum).

Il Forum si è svolto in Spagna, a Vigo (8-9 ottobre 2015) a margine di Conxemar 2015, una delle Fiere più importanti del mondo nel settore dei prodotti ittici, che ogni anno attira migliaia di visitatori internazionali.

Il Codice di Condotta è stato un enorme successo perché ha saputo incorporare sia gli elementi essenziali per preservare della natura, sia la necessità dei Paesi in via di sviluppo di crescere e prosperare – ha dichiarato Arni Mathiesen, Direttore Generale Aggiunto per la Pesca e l’Acquacoltura della FAO all’apertura dei lavori a cui hanno partecipato Ministri, ricercatori e leader del settore – Molti stock ittici che hanno raggiunto livelli di sfruttamento non sostenibili, lo hanno fatto prima dell’adozione del Codice. Mentre l’intervento della Comunità Internazionale ha impedito il peggioramento della situazione, sono convinto che possiamo fare di più per ricostruire le nostre riserve ittiche. Nei prossimi 20 anni del Codice dovremo lavorare assieme su questi obiettivi“.

Tra i prodotti alimentari, quelli ittici sono i più ampiamente commercializzati a livello mondiale, per un totale di circa 145 miliardi di dollari l’anno. Il pesce è la principale fonte di proteine animali per miliardi di persone e il sostentamento di oltre il 10% della popolazione mondiale dipende dalla pesca di cattura e dall’acquacoltura.

La pressione sulle risorse marine è destinata ad aumentare, quando il mondo dovrà nutrire nove miliardi di persone entro il 2050, rendendo la gestione sostenibile della pesca ancora più importante.

Sin dal 1995, quando è stato redatto da 170 Paesi, il Codice di Condotta ha fissato standard universali per guidare Governi e settore privato nella conservazione e gestione degli oceani, dei fiumi e dei laghi.
Allo stesso tempo, riconosce la necessità dei Paesi di svilupparsi e il ruolo importante che un settore pesca attivo e in crescita può svolgere nel promuovere la prosperità attraverso iniziative di “Crescita Blu”.

Tutte le parti interessate, compresa la comunità accademica, la società civile e il settore privato hanno riconosciuto all’unanimità il Codice di Condotta”, ha affermato il Direttore Generale della FAO, José Graziano da Silva, che ne ha sottolineato il ruolo come base per le strategie di crescita blu che utilizzano in modo sostenibile le risorse acquatiche per migliorare le condizioni di vita dei più vulnerabili.

Da pratiche di pesca responsabile, alla gestione, all’etichettatura e al commercio, il codice copre praticamente tutti gli aspetti del settore della pesca e ha guidato le politiche governative in tutti i continenti.
Come risultato, oggi, la maggior parte dei Paesi ha politiche e legislazioni compatibili con il Codice.

Anche il Regolamento (UE) n. 1379/2013 relativo all’organizzazione comune dei mercati nel settore dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura, che ha introdotto dal 13 dicembre 2014 nuove norme in merito alle informazioni che devono essere fornite in etichetta ai consumatori su alcuni prodotti della pesca e dell’acquacoltura (cap. IV), ha attinto dai molti esempi di politiche che fanno parte del patrimonio del codice e che consentono ai consumatori di fare scelte consapevoli riguardo al cibo che mangiano, come ha riconosciuto il Commissario UE per l’Ambiente, gli Affari marittimi e la Pesca, Karmenu Vella quando ha affermato nel suo intervento che il Codice della FAO è stato la “maggior fonte di ispirazione” per le politiche di riforma del settore nell’UE.

Una delle 6 sessioni tematiche del Forum è stata dedicata a “Sostenibilità e Certificazione”, a riprova che le etichette di qualità ecologica sui prodotti ittici costituiscono un punto di riferimento per questioni legate alla sopravvivenza degli stock, alle catture accessorie, ai metodi di pesca e attrezzi utilizzati, alla conservazione degli ecosistemi, ai risvolti sociali della pesca illegale.

Al riguardo, lo scorso mese di settembre la Direzione Generale Affari Marittimi e Pesca della Commissione UE ha comunicato i risultati della Consultazione avviata nei mesi scorsi e conclusasi il 31 luglio 2015 in merito ad un Marchio di qualità ecologica dell’UE per i prodotti della pesca e dell’acquacoltura, con lo scopo di acquisire pareri da diversi gruppi di stakeholder sulla fattibilità concernente l’introduzione di una etichetta ecologica (Ecolabel) dell’UE da parte dei suoi Stati membri, secondo quanto previsto dall’art. 36 del Regolamento soprarichiamato.

La Consultazione, a cui i portatori di interesse italiani hanno partecipato in numero inferiore rispetto al peso che il settore ittico riveste per la nostra economia (meno del 6% di risposte, la metà delle quali pervenute da aziende di pesca e acquicoltura e consumatori individuali), ha registrato i livelli più alti di consenso in merito a:
– ruolo dell’UE nella definizione di standard internazionali (74%);
– fissazione da parte dell’UE di livelli minimi per un ecolabel (72%);
– controllo sui reclami ad opera delle autorità nazionali (70%);
– controllo sugli organismi di certificazione (70%).

In merito alla creazione di una etichetta ecologica europea per i prodotti della pesca e acquacoltura si è constatata, invece, una notevole diversità di opinioni tra i vari portatori di interesse.
special ecolabel fishery

Se le nuove norme del Regolamento UE in materia di etichettatura che rendono obbligatorio per tutti i pescivendoli di fornire informazioni sul metodo di pesca utilizzato e sulle principali zone di origine del pesce garantiscono il consumatore che il pesce acquistato è sano e legale (Vedi Guida tascabile sulle nuove etichette dell’UE per i prodotti della pesca e dell’acquacoltura destinate ai consumatori), una etichettatura ecologica rassicurerebbe maggiormente circa la sostenibilità delle attività di pesca e la tutela degli stock ittici, inducendo anche i Paesi in via di sviluppo, dove le esportazioni di pesce costituiscono voci importanti della bilancia commerciale e le pressioni su tali risorse sono più forti, a migliorare la sostenibilità di tali attività.

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