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Climate Week 2020: 4 azioni dei Governi per attrarre investimenti verdi

Partecipando ad un evento virtuale nel corso della Climate Week di New York, Jakob Askou Bøss di Ørsted Jennifer Layke del WRI hanno delineato i 4 aspetti chiave su cui i Governi devono concentrarsi per aprire la strada agli investimenti privati necessari per la transizione verso l’energia pulita, ormai tecnologicamente matura.

Tecnologie e capitali per accelerare la transizione all’energia verde ci sono, ma la trasformazione non sta procedendo con la necessaria rapidità. I Governi dovrebbero adeguare il proprio quadro istituzionale e normativo per aprire la strada agli investimenti privati ​​necessari per portare a termine la missione.

È quanto hanno sottolineato Jakob Askou Bøss, Vicepresidente senior per la strategia aziendale e le relazioni con gli stakeholder di Ørsted, e Jennifer Layke, Direttore del Global Energy Program del World Resources Institute, nel loro intervento virtuale a Climate Week di New York (21-27 settembre 2020), organizzata da The Climate Group, una Ong che lavora con aziende e leader governativi di tutto il mondo per affrontare i cambiamenti climatici, che si svolge secondo programma attraverso una piattaforma virtuale che ospita tutti i principali eventi per garantire che delegati e relatori possano partecipare indipendentemente da eventuali restrizioni, e che, in assenza della COP26 rinviata a causa di Covid-19, può essere considerato il più grande evento sul clima che si tenga quest’anno, con focus su quali lezioni apprendere nella ricostruzione post-pandemia che sia a zero emissioni attraverso una transizione giusta.

Sia Ørsted, la più grande impresa energetica danese, che World Resources Institute, prestigioso istituto di ricerca indipendente sulle risorse mondiali, con attenzione particolare su cibo, foreste, acqua, energia, città e clima, fanno parte della Commissione per le Transizioni Energetiche (ETC) che proprio la scorsa settimana ha pubblicato il RapportoMaking Mission Possible. Delivering a Net-Zero Economy”che mostra come sia possibile avere un’economia senza emissioni di carbonio a un costo totale pari allo 0,49 del PIL globale, adottando 3 passaggi:
utilizzare meno energia, migliorando al contempo il livello di vita nelle economie in via di sviluppo, conseguendo notevoli miglioramenti nell’efficienza energetica e passando a un’economia circolare;
– aumentare la fornitura di energia pulita costruendo enormi capacità di generazione di energia pulita a basso costo, tramite investimenti nelle fonti rinnovabili 6 volte superiori rispetto ai livelli del 2019, espandendo altre fonti di energia a zero emissioni di carbonio come l’idrogeno che potrebbe rappresentare il 15-20% della domanda finale di energia;
– utilizzare l’energia pulita in tutti i settori dell’economia, elettrificando molte applicazioni negli edifici, nei trasporti e nell’industria, implementando nuove tecnologie e processi che utilizzano l’idrogeno, la biomassa sostenibile o la cattura del carbonio in settori che non possono essere elettrificati (come l’industria pesante, il trasporto a lunga distanza e l’aviazione).

Tecnologie e capitali per accelerare la transizione all’energia verde ci sono, ma la trasformazione non sta procedendo con la necessaria rapidità. I Governi dovrebbero adeguare il proprio quadro istituzionale e normativo per aprire la strada agli investimenti privati ​​necessari per portare a termine la missione.

L’intervento a Climate Week si è focalizzato sugli aspetti finanziari della transizione, sottolineando come il settore privato ora stia investendo miliardi di dollari per la decarbonizzazione, compresa l’energia pulita. Ciò ridurrà le emissioni e creerà milioni di posti di lavoro verdi. 

Anche i grandi fondi pensione e gli investitori istituzionali – come la Net Zero Asset Owner Alliance – che gestiscono trilioni di dollari si sono impegnati ad allineare i loro portafogli di investimento con uno scenario di +1,5 °C e raggiungere lo zero netto entro il 2050. Tutto questo metterà in movimento enormi quantità di capitale per la transizione verso l’energia pulita che è ormai tecnologicamente matura

Per mobilitare gli investimenti privati ​​su larga scala, gli autori sottolineano che molti Governi dovranno adattare i propri quadri istituzionali e regolamentari, in particolare su 4 aree chiave di interesse.

1. Stabilire i giusti obiettivi per il clima e le energie rinnovabili e implementare le misure
Molti Governi hanno fissato obiettivi per la riduzione delle emissioni, ma per lo più non sono allineati con quanto richiesto dalla scienza per raggiungere l’obiettivo dell’Accordo di Parigi. Fissare obiettivi ambiziosi non salveranno il nostro Pianeta, se non si traducono in azione. Una “pipeline” visibile per lo sviluppo della capacità di energia rinnovabile (cioè energia eolica e solare), obiettivi ambiziosi per il miglioramento dell’efficienza energetica e piani di decarbonizzazione specifici per settore sono solo alcune di queste azioni necessarie. Il settore privato è fondamentale per trasformare gli obiettivi in ​​azioni, apportando le tecnologie verdi e i capitali necessari per garantire un ritmo e una portata maggiori della trasformazione verde.

2. Costruire un ampio sostegno pubblico all’energia pulita, attraverso processi di pianificazione inclusivi per affrontare l’uso delle risorse terrestri e marittime e altri impatti sociali
Per soddisfare l’Accordo di Parigi è necessario un aumento di nove volte della generazione di energia rinnovabile a livello globale. Si prevede che i progetti di energia eolica e solare su scala industriale rappresenteranno gran parte di questa nuova generazione rinnovabile. Ciò richiede una pianificazione spaziale completa per l’uso delle risorse terrestri e marine per bilanciare le esigenze dei diversi utenti, proteggere la biodiversità ed evitare la concorrenza con la produzione alimentare. Come prerequisito per realizzare la trasformazione verde, i Governi dovrebbero facilitare l’impegno proattivo delle parti interessate per definire tabelle di marcia a lungo termine per l’allocazione dello spazio terrestre e marittimo. Inoltre, i Governi dovrebbero riconoscere che nuove opportunità di lavoro nel settore dell’energia pulita possono trovarsi in luoghi diversi e richiedere competenze diverse rispetto a quelle nelle industrie dei combustibili fossili.

3. Rafforzare la rete elettrica per gestire la variabilità
Per alcuni, l’integrazione delle energie rinnovabili variabili può sembrare inizialmente difficile. Ma la variabilità può essere superata in larga misura se i Governi e gli operatori migliorano la gestione della rete e costruiscono una nuova trasmissione. Inoltre, le politiche che guidano una più ampia diffusione delle tecnologie di accumulo di energia e reti intelligenti guideranno l’innovazione e la riduzione dei costi in queste tecnologie che consentiranno ulteriormente la distribuzione di energia pulita.

4. Migliorare le opportunità di investimento
Le politiche e i processi stabiliti dai Governi e dalle agenzie di regolamentazione definiscono la struttura del mercato elettrico. Ciò include le regole per i sistemi delle aste, la definizione delle regole di mercato per la capacità di pagamento, i servizi ausiliari e la generazione. Attraverso queste decisioni di progettazione del mercato vengono esaminati i rischi di investimento. Le comunità degli innovatori, degli investitori e dei cittadini guardano tutte alla ridistribuzione del rischio tra diversi attori. Sono importanti i segnali politici chiari e stabili. Le società private sono abituate a gestire ai rischi di performance e di costruzione. Garantire la gestione del rischio contrattuale e politico e fornire segnali di progettazione del mercato a lungo termine ridurranno il costo del capitale per gli sviluppatori e investitori e quello per le società relativi all’installazione di più energia rinnovabile.

WRI e Ørsted stanno lavorando a una nuova ricerca (sarà pubblicata nei primi mesi del 2021) per identificare passi concreti affinché i Governi di tutto il mondo affrontino le barriere individuate per sbloccare gli investimenti privati, ridurre il rischio di decarbonizzazione e convincere il mondo a un futuro pulito e prospero

Il 27 ottobre 2030 World Resources Institute e Ørsted discuteranno delle sfide della transizione energetica durante un dialogo virtuale di un’ora con i leader dei Governi nazionali e locali, delle società energetiche e degli investitori. 

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