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Mantenere la biodiversità dentro e attorno le città per la loro sostenibilità

Mantenere la biodiversità dentro e attorno le città per la loro sostenibilità

Un Rapporto in partnership tra la Convenzione delle Nazioni Unite sulla Diversità Biologica, Centro di Resilienza di Stoccolma e ICLEI-Governi Locali per la Sostenibilità indica che conservare le grandi superfici verdi circostanti, creare corridoi tra le macchie verdi cittadine, trasformare i siti industriali dismessi in aree verdi, potrebbe far diventare le città serbatoi di carbonio anziché fonte di emissioni.

La crescente urbanizzazione dei prossimi decenni, presenta non solo sfide senza precedenti per l’umanità, ma anche opportunità per frenare i cambiamenti climatici, ridurre la scarsità di acqua e migliorare la sicurezza alimentare: è questo l’assunto della pubblicazione Cities and Biodiversity Outlook. Action and Policy. A Global Assessment of the Links between Urbanization, Biodiversity and Ecosystem Services”, la prima valutazione globale mondiale sul rapporto tra urbanizzazione e la perdita di biodiversità, frutto della 22 Decisione presa nel corso della X Conferenza delle Parti della Convenzione sulla Diversità Biologica (CBD) di Nagoya (18-29 ottobre 2010), con la quale si chiedeva al Segretario esecutivo di preparare una valutazione dei legami e delle opportunità tra urbanizzazione e biodiversità.

Il Rapporto, redatto da Stockholm Resilience Centre, Istituto internazionale di ricerca che fornisce indicazioni scientifiche sulle interazioni tra uomo e natura, con particolare attenzione ai sistemi socio-ecologici urbani, insieme al Segretariato CBD, in collaborazione con UN-Habitat e ICLEI-Governi Locali per la Sostenibilità, ha coinvolto oltre 200 scienziati di tutto il mondo, che hanno analizzato un’ampia gamma di iniziative di successo sia nei Paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo, evidenziando come investimenti nel mantenimento e recupero di aree naturali migliorano lo sviluppo sostenibile delle città.

Del Rapporto è possibile scaricare anche il breve filmato che ne ha tratto il famoso attore e regista, candidato due volte al Premio OscarEdward Harrison Norton.
 
Partendo dalla considerazione che, se le tendenze attuali saranno confermate, entro il 2030 oltre il 60% della popolazione mondiale vivrà in città, molte delle quali sono ancora da costruire e entro il 2050 salirà al 70%, la Valutazione sostiene che ciò costituisce per le città una grande opportunità per favorire una ricca biodiversità e prendere in gestione i servizi ecosistemici fondamentali, piuttosto che essere fonte di grandi impronte ecologiche, migliorando, al contempo, la qualità della vita dei cittadini.
Le attività di produzione e consumo concentrate fortemente nelle città hanno contribuito all’80% di tutte le emissioni di gas a effetto serra, mentre mantenere ricca la biodiversità offre un enorme potenziale per mitigare i cambiamento climatici, poiché le grandi aree verdi all’interno e nelle aree circostanti già esistenti nell’infrastruttura possono essere utilizzate anche come serbatoi di carbonio,
Secondo l’Outlook, è sviluppare e incorporare spazi verdi già esistenti nelle infrastrutture funzionali delle città.
“L’innovazione non consiste tanto nello sviluppo di nuove tecnologie infrastrutturali, ma di lavorare con quelle che già ci sono – ha dichiarato il Professor Thomas Elmqvist, Direttore scientifico della Valutazione – I risultati sono spesso molto più economici e anche più sostenibili”.

Merita segnalazione il capitolo relativo a “L’aumento della biodiversità dei sistemi alimentari urbani può migliorare la sicurezza dell’alimentazione e del cibo”, in cui si mette in luce la possibilità per le città di diventare più autosufficienti quando si tratta di garantire un accesso adeguato ad acqua e cibo.

Le città hanno bisogno di imparare come proteggere e valorizzare meglio la biodiversità, perché vi è una relazione diretta tra biodiversità e sicurezza alimentare in città – ha sottolineato Elmqvist, convinto sostenitore di un approccio locale per costruire modalità di rifornimento alimentare vicino ai centri abitati – Lo sviluppo dei sistemi alimentari urbani deve essere considerato a livello di quartiere, a livello di città e a livello di città-regione, ma ha bisogno di essere implementato con un adeguato supporto legislativo, di formazione e di strumenti finanziari o incentivi economici, senza del quale i sistemi alimentari sostenibili nelle aree urbane rimangono solo sulla carta”.

Approfondimenti sul numero di Novembre di Regioni&Ambiente.

Ricordiamo, inoltre, che nell’ambito di ECOMONDO 2013, in svolgimento a Rimini Fiera (6-9 novembre 2013), una grande area sarà dedicata alla “Città Sostenibile”, una città in costruzione con edifici, palazzi in materiali naturali con un ampliamento della presenza delle tecnologie mirato allo sviluppo sostenibile delle città. Elemento predominante dell’edizione di quest’anno è l’acqua simboleggiata da un lungo fiume che collega tutte le aziende espositrici. La sostenibilità è sempre più considerata nelle sue tre anime: ambientale, sociale economica.

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