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Abolire gli incentivi agli oli vegetali per i biocarburanti

Abolire gli incentivi agli oli vegetali per i biocarburanti

Dopo la risoluzione della Commissione Ambiente del Parlamento europeo che chiede alla Commissione UE di eliminare l’olio di palma dalla lista dei componenti per produrre biocarburanti, si fa più pressante la richiesta di eliminare gradualmente gli incentivi per gli oli vegetali nel settore dei trasporti.

La Commissione ambiente e sicurezza sanitaria e alimentare del Parlamento europeo ha chiesto il 9 marzo 2017 alla Commissione UE di eliminare gradualmente entro il 2020 l’uso di oli vegetali per i biocarburanti, in particolare di escludere l’olio di palma dalla lista dei componenti utili per la loro produzione. Al contempo, la Commissione ENV ha auspicato che si proceda verso l’adozione di una certificazione dei prodotti alimentari a base di olio di palma, in modo da offrire maggiori garanzie ai consumatori.
La filiera dell’olio di palma ha generato conflitti sociali, economici e ambientali – si legge nella risoluzione – […] Ha causato il degrado degli ecosistemi, delle foreste, delle torbiere […] È stata la protagonista della perdita di biodiversità, a partire dalle specie in pericolo critico di estinzione […] Ha determinato violazioni dei diritti umani delle comunità locali […]”.

La produzione di olio di palma è più che raddoppiato dal 2010 a oggi e secondo le cifre disponibili il trend potrebbe aumentare ancora entro il 2050 e l’UE è attualmente il secondo consumatore al mondo di olio di palma. L’olio di palma si trova oggi in un’amplissima categoria di prodotti: è un elemento diffuso nell’industria alimentare (può costituire uno dei tre ingredienti prevalenti in molte creme, dolci e prodotti da forno di produzione industriale),è materia prima nella produzione di molti saponi, polveri detergenti, prodotti per la cura della persona e vien usato come combustibile di fonte agroenergetica.

Gli unici ecosistemi tropicali che a oggi ricoprono appena il 7% della superficie terrestre, sono i primi a essere minacciati dalla produzione intensa di olio di palma. La sostituzione delle foreste con piantagioni di palme conduce a fenomeni di disboscamento che spesso si traducono in fenomeni di erosione del suolo, inquinamento delle acque e distruzione degli habitat naturali. Come se non bastasse questo si traduce anche in un diretto pericolo all’esistenza di alcune specie animali, tra cui i rinoceronti e le tigri di Sumatra, ma anche gli orangotango del Borneo.

La risoluzione, predisposta dalla Deputata Kateřina Konečná, che ha accolto vari emendamenti presentati dai vari gruppi, è stata approvata con un solo voto contrario e chiede, tra l’altro, che:
– siano congelate le superfici coltivate a palma da olio e si introduca una moratoria sulle nuove concessioni, nell’ambito delle relazioni che l’UE e gli Stati membri intrattengono la Convenzione con i Paesi produttori;– la produzione di olio di palma rispetti la Convenzione ONU sulla Biodiversità (CBD), la Convenzione sul controllo internazionale delle specie in pericolo (CITES), la Dichiarazione ONU sui diritti delle popolazioni indigene (UNDRIP);
– siano elaborati “criteri minimi di sostenibilità” per l’olio di palma che entra nell’Ue in attesa che venga messo a punto un unico sistema di sostenibilità, stante la scarsa efficacia dei sistemi di certificazione esistenti.

Come si diceva, la risoluzione, seppur incentrata sull’olio di palma, si è allargata sulla necessità di eliminare gli incentivi agli oli vegetali per i biocarburanti.
Il biodiesel è il carburante più popolare in Europa, con una quota di mercato dell’80% nel 2015, costituito per lo più da olio di palma che, secondo i dati dell’Associazione Transport & Environment (T & E), il 46% di quello importato in Europa nel 2015 è finito nei serbatoi dei camion e delle auto. Se è pur vero che l’olio di palma utilizzato come biodiesel ha il più alto tasso di emissioni di gas ad effetto serra (303%) rispetto al gasolio di origine fossile, vietarne l’utilizzo potrebbe significare spostare la domanda verso l’olio di soia e colza.

“Accogliamo con favore l’invito della Commissione Ambiente del Parlamento europeo di porre fine al sostegno per il biodiesel a base di oli vegetali – ha dichiarato Cristina Mestre, Responsabile Biocarburanti di T & E – Questi carburanti hanno emissioni superiori a gasolio regolare e causano la deforestazione e il drenaggio delle torbiere. I biocarburanti avanzati realmente sostenibile possono avere un futuro solo se la Commissione europea smette di elargire gli incentivi che creano artificialmente la domanda di oli vegetali nella settore dei trasporti“.

Ora, il dibattito si sposta alla sessione plenaria del Parlamento europeo (3-6 aprile 2017) che dovrà esprimersi sulla risoluzione.

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