L’ultimo Rapporto sulle prospettive energetiche stilato ogni anno dalla compagnia petrolifera britannica rivede al rialzo le stime per le fonti rinnovabili e per le auto elettriche in circolazione, prevedendo anche un calo della domanda di petrolio per le restrizioni normative in atto o in programma in tutto il mondo per evitare l’inquinamento delle plastiche.
Il colosso petrolifero britannico BP ha presentato il suo annuale “Energy Outlook 2018” che, rispetto alla passata edizione presenta alcune novità, soprattutto che quanto concerne le previsioni per il picco della domanda di petrolio e per il parco delle auto elettriche in circolazione nel mondo.
Secondo il Report che fa previsioni sull’andamento del mercato petrolifero fino al 2040, presupponendo che le politiche di governo, la tecnologia e le preferenze sociali si evolvano in modo simile al recente passato, i consumi raggiungeranno il picco a 110 milioni di barili al giorno a metà degli anni ’30, mentre l’attuale consumo è di circa 97 milioni.
La domanda di carburante dal parco auto dovrebbe scendere a 18,6 milioni di barili nel 2040 da 18,7 milioni di barili nel 2016, quando rappresentava circa un quinto della domanda totale di petrolio, per effetto dell’aumento delle auto elettriche che al 2040 saranno di 320 milioni, il 15% dell’intero parco, ma rappresenteranno il 30% del chilometraggio percorso per effetto del loro maggior utilizzo, rispetto alle auto convenzionali.
Solo lo scorso anno, BP aveva previsto che al 2035 il numero delle auto elettriche in circolazione in tutto il mondo sarebbe stato compreso tra 70 e 100 milioni: un aggiornamento al rialzo assai marcato!
Entro il 2040, BP prevede che il petrolio contribuirà all’85% della domanda totale di carburanti per i trasporti, rispetto al 94% di oggi, con i carburanti alternativi che “penetreranno nel sistema dei trasporti” e con i veicoli tradizionali che diventeranno molto più efficienti, con un numero inferiore di riferimenti.
Tuttavia “la previsione che la rapida crescita delle auto elettriche possa determinare il crollo della domanda di petrolio non trova alcun fondamento – ha tenuto a precisare Spencer Dale, Capo Economista di BP – Anche in uno scenario in cui intervenisse una forte limitazione di uso di motori a combustione interna e fossero introdotti standard di efficienza molto elevati, la domanda di petrolio è ancora continuerebbe a salire al 2040 rispetto a oggi“.
Un altro aspetto che comporterebbe un freno, in parte (2 milioni di barili in meno al giorno entro il 2040), alla crescita globale di petrolio, è costituito dagli interventi normativi sul consumo di materie plastiche, come i divieti sulla produzione e l’uso di oggetti monouso di plastica, come quelli sulle buste della spesa. “Nel mondo – ha osservato Dale – c’è una crescente consapevolezza dei danni ambientali associati alle materie plastiche”.
Comunque, secondo il Rapporto di BP, dopo il 2030 la principale fonte di crescita della domanda di petrolio deriverà da usi non combustibili, in particolare per i prodotti petrolchimici.
Tra i cambiamenti che si possono osservare nell’Outlook 2018, c’è anche la riclassificazione del carbone da industria in crescita (seppur debole) a settore che si sta stabilizzando e avvicinando al declino. Mentre lo scorso anno, la quota del carbone nel mix energetico al 2035 era previsto al 24%, quest’anno gli viene assegnata una quota del 21%, rimanendo tuttavia la più grande fonte per la produzione di energia.
Nel frattempo, le fonti rinnovabili saranno la fonte energetica a più rapida crescita fino al 2040, crescendo di cinque volte per soddisfare il 14% circa del consumo di energia primaria mondiale. Questa previsione aggiorna in notevole aumento, le indicazioni contenute nell’Outlook dello scorso anno, dove le rinnovabili erano viste in crescita dal 3 al 10% nel mix di energia primaria tra il 2015 e il 2035, mentre nel Rapporto 2018 sono in aumento del 15% sul 2017.
La crescita delle energie rinnovabili sarà guidata dalla crescente competitività dei prezzi per la produzione di energia eolica e solare, afferma BP, e dall’attuale sostegno politico più marcato di quanto fosse stato indicato in precedenza. Tant’è che si riconosce quanto sia diventato difficile prevedere l’evoluzione della diffusione delle tecnologie verdi.
“Il ritmo di crescita delle rinnovabili nella generazione di energia – si legge nel report – è più veloce di quanto fatto da qualsiasi altra precedente fonte energetica in un intervallo di tempo simile, paragonabile solo al rapido sviluppo dell’energia nucleare negli anni ’70 e ’80”.
La quantità di energia prevista da fonti rinnovabili dovrebbe attestarsi sui 8 TWh nel 2035, rispetto ai 5TWh previsti tre anni fa, segnando una revisione al rialzo da parte di BP per il quinto anno consecutivo.
Nonostante questa transizione verso fonti energetiche più pulite, lo scenario prevede che le emissioni di carbonio aumenteranno del 10% entro il 2040. “Anche se questo è molto più lento dei tassi osservati negli ultimi 25 anni – afferma BP – rimane superiore al forte calo necessario per raggiungere gli impegni di Parigi“.
Comunque che un colosso petrolifero riconosca che gli scenari stanno cambiando velocemente, che le energie rinnovabili crescono ad un ritmo imprevisto fino allo scorso anno, che il carbone è sulla via del declino, che i consumi di carburanti per i trasporti diminuiranno, è significativo che il modello di business aziendale dovrà essere rivisto.
In questo contesto, s’inquadra l’investimento i 5,5 milioni di dollari effettuato da BP su FreeWire, produttore di sistemi di ricarica rapida mobile per auto elettriche.