Acqua Risorse e consumi

ANBI: il futuro dell’irrigazione nelle acque ingegnerizzate?

ANBI, l’Associazione nazionale che rappresenta e tutela gli interessi dei Consorzi di bonifica e di miglioramento fondiario propone un tavolo tecnico per allineare l’Italia alle indicazioni dell’UE sul riuso delle acque reflue in agricoltura, secondo il Regolamento 2020/741 già attuativo.

L’ultimo Rapporto (WWDR 2020) di UN-Water, l’organismo di coordinamento interagenziale delle Nazioni Unite, che si occupa di tutti gli aspetti legati alle risorse idriche, ha evidenziato, tra l’altro, che una gestione efficiente delle risorse idriche può giocare un ruolo molto importante nella mitigazione dei cambiamenti climatici e, in particolare, il trattamento avanzato delle acque reflue può aiutare a ridurre le emissioni di gas serra, fornendo biogas come fonte di energia rinnovabile.

La penuria di acqua è una preoccupazione per molti Stati membri dell’UE e sulla base delle proiezioni dei cambiamenti climatici in atto il problema è destinato ad aumentare in tutta Europa nei prossimi decenni. La carenza o la contaminazione idrica può determinare seri costi sociali ed economici, con ripercussioni sulla competitività e sul mercato interno. Pertanto, come parte di un approccio integrato di gestione delle risorse idriche che includa misure prioritarie di risparmio e di efficienza della risorsa acqua, le acque trattate dagli impianti di trattamento delle acque reflue urbane forniscono un’alternativa affidabile di approvvigionamento idrico.

Il Consiglio europeo ha approvato il 7 aprile 2020 la proposta di Regolamento sui requisiti minimi per il riuso delle acque reflue in agricoltura, che la Commissione UE aveva adottato nel 2018, dando seguito a Piano di azione sull’economia circolare che aveva previsto una serie di misure tra cui, appunto, una proposta legislativa sulle prescrizioni minime per il riuso delle acque reflue, e che il nuovo Piano adottato lo scorso marzo ha ribadito: “Il nuovo regolamento sul riuso delle acque incoraggerà approcci circolari al riutilizzo dell’acqua in agricoltura. La Commissione faciliterà il riuso e l’efficienza delle risorse idriche, anche nei processi industriali. Inoltre, la Commissione svilupperà un piano integrato di gestione dei nutrienti, al fine di garantire una loro applicazione più sostenibile e stimolare i mercati dei nutrienti recuperati. La Commissione prenderà in considerazione anche la revisione delle Direttive sul trattamento delle acque reflue e dei fanghi di depurazione e valuterà i mezzi naturali di rimozione dei nutrienti con le alghe”.

Per un Paese come l’Italia alle prese con una riduzione delle precipitazioni nel periodo invernale, il rischio è ancora più alto e noto, come peraltro ha diffusamente segnalato in questi ultimi mesi l’ANBI, l’Associazione nazionale che rappresenta e tutela gli interessi dei Consorzi di bonifica e di miglioramento fondiario, il cui Osservatorio sullo Stato delle Risorse Idriche ha continuato a segnalare come siano sempre più numerose le regioni italiane in sofferenza idrica dopo un inverno secco e caldo in modo anomalo. 

Ci sono solo 3 anni per armonizzare le normative nazionali con il Regolamento Comunitario sui Requisiti Minimi dell’Acqua di Riuso e che, dopo 6 anni di gestazione, è già attuativo, prevedendone l’obbligatorietà in campo agricolo – ha precisato Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – È  necessario adeguarlo agli obbiettivi del Green New Deal e, per questo, proponiamo la costituzione di un tavolo tecnico intersettoriale per rendere compatibili le indicazioni da Bruxelles con le aspettative dei settori economici del nostro Paese; dobbiamo evitare l’italica abitudine di arrivare impreparati alla scadenza!”

L’ “acqua su misura” viene indicata da ANBI come la nuova frontiera dell’innovazione per l’utilizzo delle acque reflue dagli impianti di depurazione urbana.
L’acqua affinata è il prodotto di un ciclo industriale e può quindi essere calibrata sulle necessità dell’utente finale, cioè l’imprenditore agricolo – ha indicato il Presidente, Francesco VincenziI costi di tale processo, però, non possono gravare sui bilanci delle aziende rurali e, pertanto, servono investimenti per la realizzazione di reti ed infrastrutture compatibili con gli attuali sistemi di irrigazione collettiva e garanzie rigorose sulla qualità dell’acqua per i consumatori, ne va di mezzo la salute e la tenuta stessa del Made in Italy agroalimentare. In questo momento di scelte fondamentali per il futuro modello economico del Paese, è importante porre anche questo tema per allineare l’Italia alle indicazioni dell’Unione Europea, finora largamente disattese”.

Di recente, organizzato da Utilitalia, la federazione che riunisce le aziende operanti nei servizi pubblici dell’acqua, dell’ambiente, dell’energia elettrica e del gas, si è tenuto un webinar sull’argomento a cui hanno partecipato tra gli altri, in rappresentanza dell’ANBI, Adriano Battilani, Segretario Generale di “Irrigants d’Europe” l’Associazione che raggruppa il 75% delle maggiori organizzazioni europee deputate all’irrigazione e alla gestione delle risorse idriche.

Dalle acque reflue devono essere estratte, prima dell’utilizzo agricolo, quelle sostanze incompatibili con l’irrigazione, ma utili in altri settori, favorendo così un esempio di economia circolare – ha affermato Battilani – Devono contestualmente esserci campagne di responsabilizzazione collettiva sulla qualità delle risorse idriche, perché il caso delle microplastiche presenti nelle acque dimostra come sia ancora lunga la strada da percorrere!”

L’utilizzo delle acque reflue e la sensibilizzazione dell’opinione pubblica sul loro utilizzo saranno temi di un apposito focus organizzato dall’ANBI alla prossima edizione di Macfrut Digital, la Fiera dell’Ortofrutta, rinviata per effetto del Covid-19 e riprogrammata in modalità virtuale dall’8 al 10 Settembre 2020, nel corso della quale l’ANBI presenterà il Progetto “Goccia Verde”.

Stiamo provando a vincere la sfida della sostenibilità – ha dichiarato il Presidente dell’ANBI, durante un’audizione in commissione Agricoltura al Senato il 1° luglio 2020 – mettendo in campo col nostro centro di ricerca un progetto che vada incontro a una certificazione unica sulla sostenibilità, dal punto di vista quantitativo e qualitativo dell’acqua che andiamo a distribuire nella produzione dell’ortofrutta. Questo può rappresentare un valore aggiunto rispetto alle sfide del futuro del nostro agroalimentare“.

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