Seppure in lieve calo rispetto allo scorso anno, l’annuale Rapporto dell’Agenzia Europea dell’Ambiente conferma che le acque di balneazione in Europa soddisfano i più elevati standard di “eccellenti“, con 85% dei 22.295 siti monitorati.
L’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA) ha pubblicato l’8 giugno 2020 il briefing dell’annuale Rapporto “European Bathing Water Quality in 2019”, da cui emerge che quasi tutti i 22.295 siti di acque di balneazione monitorati lo scorso anno in Europa (compresi quelli della Gran Bretagna che era nel 2019 il 28° stato membro dell’UE e dell’Albania e Svizzera che avevano monitorato e riferito sulla qualità dei loro siti i cui dati sono inclusi nella valutazione) soddisfacevano i requisiti minimi di qualità.
“L’acqua di balneazione pulita viene generalmente considerata come un dono, ma in realtà è uno dei risultati collettivi europei – ha dichiarato Virginijus Sinkevičius, Commissario UE responsabile per l’Ambiente, la Pesca e gli Oceani – È il risultato del duro lavoro di molte persone per molti anni. La relazione di quest’anno conferma ancora una volta che i cittadini europei possono continuare a godere di standard di qualità molto elevati quando fanno il bagno nelle acque europee e tutte le misure devono essere prese per continuare su questa strada”.
I risultati forniscono una buona indicazione dei luoghi in cui i bagnanti possono trovare le migliori acque di balneazione. Tuttavia, a causa dell’epidemia di Covid-19 e delle misure restrittive messe in atto in Europa, l’Agenzia consiglia gli interessati consultare il sito della Commissione UE per acquisire informazioni aggiornate dalle autorità locali e nazionali e agli operatori delle spiagge in merito alle misure di sicurezza nei siti di balneazione. Per aiutare gli Stati membri a eliminare gradualmente le restrizioni di viaggio e consentire alle imprese turistiche di riaprire, dopo mesi di blocco, nel rispetto delle necessarie precauzioni sanitarie, la Commissione ha presentato il 13 maggio un pacchetto di Linee guida e Raccomandazioni.
Risultati specifici hanno mostrato solo lievi cali nei siti che soddisfano i più elevati standard “eccellenti” e i requisiti minimi “sufficienti” di qualità stabiliti dalla Direttiva UE sulle acque di balneazione. I siti di acque di balneazione di “eccellente” qualità in Europa si attestavano all’85%, mentre quelli che soddisfano la posizione minima “sufficiente” si attestano al 95%. Il briefing ha anche scoperto che la qualità dei siti di nuoto costieri è migliore di quelli situati nell’entroterra.
Il numero complessivo di siti di qualità “scarsa” è stato pari all’1,3% di tutti i siti monitorati in Europa l’anno scorso, riflettendo i miglioramenti a lungo termine della qualità delle acque di balneazione in Europa.
La qualità delle acque di balneazione in Europa, infatti, è notevolmente migliorata negli ultimi 40 anni, da quando è stata introdotta la Direttiva UE sulle acque di balneazione. Il monitoraggio e la gestione efficaci introdotti dalla Direttiva, combinati con altre normative ambientali dell’UE come la Direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane (1991), hanno portato a una drastica riduzione delle acque reflue urbane e industriali non trattate o parzialmente trattate che finiscono nelle acque di balneazione. Di conseguenza, sempre più siti non solo soddisfano gli standard minimi di qualità, ma hanno anche migliorato la loro qualità a livelli standard più elevati.
La legislazione specifica se la qualità delle acque di balneazione può essere classificata come “eccellente”, “buona”, “sufficiente” o “scarsa”, a seconda dei livelli di batteri fecali rilevati. Laddove l’acqua sia classificata come “scarsa”, gli Stati membri dell’UE dovrebbero adottare alcune misure, come vietare la balneazione o sconsigliarla, fornendo informazioni al pubblico e adottando adeguate misure correttive. La Commissione UE intende avviare una valutazione di tale Direttiva nelle prossime settimane con l’obiettivo di analizzare ciò che ha funzionato e quello su cui è necessario intervenire ulteriormente, per migliorarne il funzionamento.
La contaminazione dell’acqua da parte dei batteri fecali continua a rappresentare un rischio per la salute umana, soprattutto se si riscontra in siti di acque di balneazione. Nuotare in spiagge o laghi contaminati può provocare malattie. Le principali fonti di inquinamento sono le acque reflue e gli scarichi idrici dalle fattorie e dai terreni agricoli. Tale tipologia di inquinamento aumenta durante forti piogge e inondazioni che causano la tracimazione di acque reflue e e dell’acqua di drenaggio inquinata che viene riversata in fiumi e mari.
“Il monitoraggio e la valutazione regolari delle acque di balneazione sono essenziali per garantire il mantenimento della già elevata qualità in tutta Europa e, ove necessario, adottiamo misure efficaci per affrontare l’inquinamento idrico – ha dichiarato Hans Bruyninckx ,Direttore esecutivo dell’ AEA – Le acque di balneazione più pulite non avvantaggiano solo la nostra salute e il nostro benessere, ma anche la salute dell’ambiente“.
Oltre al Rapporto, l’AEA ha anche pubblicato una Mappa interattiva aggiornata che mostra le performance di ciascun sito, e dei Rapporti relativi ai singoli Paesi, tra cui, ovviamente, anche quello dedicato all’Italia, dove di certo non mancano spiagge al mare e ai laghi in, oltre la qualità delle acque di balneazione, è ottima l’offerta di servizi e di sicurezza, come dimostra il numero di Bandiere Blu assegnate quest’anno al nostro Paese dalla Foundation for Environmental Education (FEE).
La copertina del briefing dedicata a Siracusa ( Foto: Lidija Globevnik / TC VODE )