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Nell’Anno Europeo dei Cittadini, i cittadini dell’UE vogliono l’acqua pubblica

Nell'Anno Europeo dei Cittadini i cittadini UE vogliono acqua pubblica

Nel “2013 Anno Europeo dei Cittadini”, i cittadini europei fanno sentire la loro voce. Barroso: “Ci deve essere un ampio dibattito di dimensione veramente europea. – Non possiamo continuare a cercare di risolvere i problemi europei con soluzioni nazionali. Questo dibattito deve avvenire all’interno delle nostre società e fra i nostri cittadini”. 

Il 2013 è l’ “Anno Europeo dei Cittadini” proclamato il 23 novembre 2012 con decisione del Consiglio e del Parlamento europeo, su proposta della Commissione UE dell’11 agosto 2011, che aveva così risposto alla richiesta inoltrata a sua voltata dal Parlamento UE di “dichiarare il 2013 ‘Anno europeo della cittadinanza’ onde dare impulso al dibattito sulla cittadinanza europea e informare i cittadini europei in merito ai loro diritti, segnatamente ai nuovi diritti derivanti dall’entrata in vigore del trattato di Lisbona” (Punto 16 della Risoluzione del 15 dicembre 2010).
Scopo dell’iniziativa è facilitare l’esercizio del diritto di circolare e soggiornare liberamente nell’Unione, garantendo ai cittadini un accesso più immediato alle informazioni sui diritti collegati alla cittadinanza dell’Unione.

Nello specifico l’ “Anno Europeo dei Cittadini” mira a:
• sensibilizzare il pubblico sul diritto di risiedere liberamente nell’Unione europea;
• informare meglio su come poter beneficiare al massimo dei diritti e delle politiche dell’UE e incentivare la partecipazione attiva dei cittadini al processo decisionale dell’Unione;
• stimolare il dibattito sulle ripercussioni e sulle potenzialità del diritto alla libera circolazione, soprattutto per quanto riguarda il rafforzamento della coesione e la reciproca comprensione.

“Ci deve essere un ampio dibattito di dimensione veramente europea – ha dichiarato il Presidente della Commissione UE, José Manuel Barroso – Non possiamo continuare a cercare di risolvere i problemi europei con soluzioni nazionali. Questo dibattito deve avvenire all’interno delle nostre società e fra i nostri cittadini”.

Questo vale ancora più ora che la crisi economica, con le sue implicazioni sociali e politiche, presuppone una risposta molto articolata dell’Unione europea, basata sull’accesso effettivo ai diritti fondamentali per tutti i residenti, garantendo loro una cittadinanza attiva e partecipativa.

La cittadinanza europea, istituita nel 1993 con il Trattato di Mastricht del quale si celebra il ventennale, integra e non sostituisce quella nazionale, conferendo a tutti i cittadini dei 27 Stati membri dell’Unione una serie di diritti supplementari. Il cittadino dell’Unione ha il diritto di votare e candidarsi alle elezioni amministrative ed europee nello Stato membro in cui risiede, gode della tutela consolare delle autorità di un qualsiasi Stato membro se il suo Stato non è rappresentato all’estero, può presentare una petizione al Parlamento europeo, rivolgersi al Mediatore europeo e, dal 2012, partecipare a un’iniziativa dei cittadini europei.

In particolare, quest’ultimo istituto, introdotto con il Trattato di Lisbona, prevede che “i cittadini dell’Unione, in numero di almeno 1 milione, che abbiano la cittadinanza di un numero significativo di Stati membri, possono prendere l’iniziativa d’invitare la Commissione europea […] a presentare una proposta appropriata su materie in merito alle quali ritengono necessario un atto giuridico dell’Unione”.

Proprio per questa “iniziativa dell’iniziativa”, come è stata definita la proposta di invitare la Commissione a legiferare, alla fine di gennaio 2013 erano già state registrate 14 iniziative e una, anche perché è stata tra le prime a registrarsi, la raccolta di firme necessarie è stata superata. Si tratta di “Right 2 water: Acqua potabile e servizi igienico-sanitari: un diritto umano universale! L’acqua è un bene comune, non una merce!” che esorta la Commissione UE a proporre una normativa che sancisca il diritto umano universale all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari, come riconosciuto dalle Nazioni Unite, e promuova l’erogazione di servizi idrici e igienico-sanitari in quanto servizi pubblici fondamentali per tutti. Al completamento della raccolta di firme in meno di 6 mesi e nonostante la scadenza fosse stata fissata al 1° novembre 2013, hanno contribuito massicciamente ONG e Comitati italiani, tuttavia gli organizzatori hanno deciso di proseguire la raccolta delle firme, anche nell’eventualità di compensazioni per firme potenzialmente non valide. Al termine, la Commissione UE avrà 3 mesi per esaminarla e decidere quali provvedimenti adottare.

Un’altra iniziativa in dirittura d’arrivi è “Fraternité 2020 – Mobilità. Progresso. Europa” che vuole potenziare i programmi di scambio dell’Unione europea – come Erasmus o il Servizio Volontario Europeo (SVE) – al fine di contribuire a un’Europa unita basata sulla solidarietà tra i cittadini. “Fraternité 2020” è la prima iniziativa dei cittadini europei ospitata sui server della Commissione, mentre “Right 2 water” utilizza una soluzione di hosting privato. Entrambe le iniziative, tuttavia, utilizzano il software gratuito e open source messo a disposizione dalla Commissione per la raccolta per via elettronica.

Segnaliamo che può firmare un’iniziativa qualsiasi cittadino dell’UE che abbia raggiunto l’età alla quale si acquisisce il diritto di voto per le elezioni del Parlamento europeo, tramite il sito web centrale gestito dalla Commissione UE: ec.europa.eu.

Approfondimenti sull’ “Anno Europeo dei Cittadini” sul numero 1-2 gennaio-febbraio 2013 della Rivista “Regioni&Ambiente”.

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