Una ricerca guidata da alcuni climatologi australiani indica che il rapido rafforzamento dei venti alisei da est a ovest nel Pacifico equatoriale ha spinto sott’acqua il calore, riducendone la quantità che scorre nell’atmosfera e arrestando il riscaldamento del clima.
“Forti venti alisei stanno spingendo verso il fondo dell’oceano l’acqua calda di superficie, causando il raffreddamento nelle Regioni a est del nostro pianeta”.
Questa la spiegazione data da uno studio condotto da alcuni climatologi australiani alla pausa nel riscaldamento globale che ha interessato il mondo nell’ultimo decennio. Risultati che si scontrano con le polemiche sollevate dagli “scettici del clima” secondo i quali l’impatto dei gas serra non è così determinante come molti vogliono far credere.
Lo studio guidato da Matthew England dell’Università del Nuovo Galles del Sud, appena pubblicato sulla rivista Nature Climate Change, mostra che il rapido rafforzamento dei venti alisei da est a ovest nel Pacifico equatoriale ha “sepolto” sott’acqua il calore, riducendone la quantità che scorre nell’atmosfera.
Lo studio internazionale è andato alla ricerca delle cause per cui il tasso di incremento della temperatura globale di superficie si è ridotto dal 2001, dopo un rapido aumento negli anni ‘70, usando misurazioni da satelliti e una rete di boe attrezzate nel Pacifico, per raccogliere informazioni sulle temperature e le correnti. I dati ottenuti hanno portato all’evidenza un rafforzamento senza precedenti dei venti alisei, che hanno spinto verso il fondo dell’oceano l’acqua calda di superficie. L’abbassamento di temperatura in superficie ha a sua volta causato il raffreddamento nelle Regioni a est del nostro pianeta.
“Il fenomeno è tuttavia temporaneo” dichiara England “È importante rilevare che si tratta di un ciclo, che prevediamo si invertirà tornando ai livelli normali, quindi il riscaldamento globale ricomincerà ad accelerare. La fase attuale di rafforzamento degli alisei ha un ciclo di un paio di decenni e siamo nell’anno 12 o 13, nella parte più intensa”.
È significativo che i cambiamenti nel vento non fossero stati considerati in 50 diversi modelli climatici analizzati da England e dai suoi colleghi. Per questo, una volta inclusi i trend del vento, i nuovi schemi hanno evidenziato immediatamente la pausa delle temperature atmosferiche nella sua interezza.
Alcuni scettici hanno interpretato il rallentamento del riscaldamento globale dopo il 2000, nonostante i livelli di gas serra nell’atmosfera avessero continuato a salire, come la prova che il clima è meno sensibile di quanto creduto ai livelli di CO2, e che i modelli climatici non funzionano. Ma England ha ribattuto con chiarezza “Vogliamo che la comunità abbia fiducia nei modelli climatici. Sono molto accurati, solo che in questo caso l’accelerazione del vento è stata molto più forte delle proiezioni”.