Biodiversità e conservazione Fauna

“Strategia dell’UE contro il traffico illegale di specie selvatiche”

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Alla vigilia della importante Conferenza di Londra sulle azioni da intraprendere contro il commercio illegale di animali e prodotti di animali a rischio di estinzione, la Commissione UE adotta una Comunicazione sul problema, avviando una Consultazione pubblica sul modo con cui l’Unione europea possa contrastare in modo più efficace il fenomeno.

Come avevamo anticipato in un precedente articolo che metteva in risalto la forte presa di posizione del Parlamento europeo contro il commercio illegale di animali a rischio di estinzione, la Commissione UE ha adottato il 7 febbraio 2014 la Comunicazione sulla “Strategia dell’UE contro il traffico illegale di specie selvatiche” con cui ha avviato contestualmente una Consultazione pubblica sul modo in cui l’Unione europea può lottare in maniera più efficace contro il traffico illegale di specie selvatiche.

L’iniziativa, è nata in risposta alla recente crescita globale del bracconaggio e del traffico illegale di specie selvatiche, che, per alcune di esse, ha raggiunto livelli senza precedenti. Nel 2007 in Sud Africa sono stati abbattuti 13 rinoceronti, a fronte, ad esempio, degli oltre 1.000 esemplari uccisi nel 2013: un dato significativo se si considera che il corno di rinoceronte ora vale più dell’oro. L’UE è uno dei principali mercati di destinazione e un punto di transito importante del traffico illegale di prodotti di specie selvatiche, in cui la criminalità organizzata sta prendendo piede.

Il traffico di specie selvatiche ha un impatto devastante sulla biodiversità e dobbiamo trovare dei modi per rendere più incisivo il nostro intervento – ha dichiarato Janez Potočnik, Commissario per l’Ambiente – Questa consultazione è un primo passo verso quello che mi auguro possa essere l’inizio di un grande cambiamento nella nostra strategia”.

A Londra si svolgerà nel corso di questa settimana (12-13 febbraio 2014) una Conferenza, promossa dal Principe Carlo e dal Primo Ministro britannico David Cameron, nel corso del quale leader politici di 50 Paesi sono invitati a concordare una risposta globale non solo per affrontare il problema dell’uccisione di animali in via di estinzione, ma anche per definire politiche di sostegno per le comunità delle aree colpite dal fenomeno, perché “non si tratta solo della sopravvivenza di alcune delle specie più preziose al mondo, ma anche della stabilità economica e politica di molte aree del mondo”, afferma il Principe Carlo nel video-spot assieme al figlio primogenito William, messo in onda poche ore fa dalla BBC dal titolo “Let’s unite for wildlife”.

Nell’ultimo decennio l’UE ha svolto un ruolo attivo nella lotta contro il traffico illegale di specie selvatiche, adottando norme commerciali rigorose per le specie minacciate di estinzione e sostenendo su larga scala le attività volte a contrastare il fenomeno nei paesi in via di sviluppo. Negli ultimi 30 anni l’UE ha investito oltre 500 milioni di euro nella conservazione della biodiversità in Africa. I soli progetti in corso corrispondono a circa 160 milioni di euro.

La criminalità in questo settore garantisce elevati guadagni, mentre le azioni penali sono rare. La crescente domanda di prodotti illegali ha gravi ripercussioni su diverse specie in pericolo di estinzione. L’evoluzione del problema ha sollevato interrogativi circa il modo in cui l’UE possa agire in maniera più efficace nella lotta contro il traffico illecito di specie selvatiche.

Il traffico illegale di specie selvatiche è estremamente lucrativo per i gruppi della criminalità organizzata internazionale –  ha sottolineato la Commissaria per gli Affari interni Cecilia Malmström – La comunicazione che adottiamo oggi stabilisce le modalità con cui i soggetti interessati possono combattere questo reato in maniera più efficace”.

Quel che è mancato fino ad oggi è un approccio coordinato e globale per affrontare il problema sia sul versante dell’offerta, sia su quello della domanda, nonché il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati in diverse aree strategiche.
La Commissione invita pertanto i soggetti interessati a contribuire al dibattito sui modi con cui affrontare in maniera più incisiva le sfide principali in materia e sul ruolo dell’UE nella futura strategia contro il traffico di specie selvatiche, rispondendo alle seguenti dieci domande:
1. Il quadro strategico e legislativo per la lotta contro il traffico di specie selvatiche in vigore nell’UE è adeguato?
2. Sarebbe opportuno che l’UE migliorasse la sua strategia contro il traffico di specie selvatiche elaborando un piano d’azione a livello di Unione, come invocato dal Parlamento europeo?
3. Quali sono le modalità con cui l’UE potrebbe raggiungere un maggiore impegno politico a tutti i livelli nella lotta contro il traffico di specie selvatiche? Quali sono gli strumenti diplomatici che si presterebbero maggiormente a garantire le diverse iniziative promosse a livello internazionale siano coerenti l’una con l’altra?
4. Quali sono gli strumenti a livello internazionale che l’UE dovrebbe tenere maggiormente in considerazione per migliorare l’applicazione della normativa contro il traffico di specie selvatiche e per rafforzare la governance?
5. Quali sono gli strumenti di intervento dell’UE più idonei ad affrontare la domanda internazionale e dell’UE di prodotti legati al traffico di specie selvatiche? Qual è il ruolo che potrebbero svolgere in questo ambito la società civile e il settore privato?
6. Qual è il modo migliore con cui l’UE possa dare un valore aggiunto in termini di peacekeeping e sicurezza del traffico di specie selvatiche?
7. Quali sono gli strumenti di cooperazione dell’UE che possano prestarsi maggiormente per rafforzare la capacità dei paesi in via di sviluppo di proteggere le specie selvatiche e di contrastare il traffico di tali specie?
8. Quali sono le misure che potrebbero essere realizzate per migliorare le informazioni disponibili sulla criminalità legata al traffico di specie selvatiche al fine di garantire politiche più mirate nel settore?
9. Quali sono le misure che le autorità in materia ambientale, le forze di polizia, le dogane e la magistratura inquirente degli Stati membri potrebbero adottare per rafforzare l’applicazione della normativa contro il traffico di specie selvatiche e la cooperazione tra tali autorità? Quali sono i modi per aumentare la sensibilizzazione del settore giudiziario?
10. Quali sono i modi per sfruttare in maniera migliore gli strumenti già in atto a livello di UE e di Stati membri contro la criminalità organizzata nel traffico di specie selvatiche? Quali sono le misure supplementari di cui si dovrebbe tenere conto, ad esempio sul piano delle sanzioni? Qual è il contributo che Europol ed Eurojust potrebbero apportare in tal senso?

Le osservazioni potranno essere inoltrate all’indirizzo: ec.europa.eu/yourvoice entro il 10 aprile 2014.Tags: 

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