Agroalimentare Territorio e paesaggio

Gli ulivi di Assisi e Spoleto riconosciuti come patrimonio agricolo mondiale

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Il territorio tra Assisi e Spoleto rappresenta una delle aree italiane più importanti per la produzione di olio di oliva e conosce la coltivazione degli olivi fin dai tempi degli Etruschi.

E proprio questa è stata una delle principali motivazioni che hanno fatto accogliere nella lista FAO dei Sistemi del Patrimonio Agricolo di rilevanza mondiale (GIAHS) gli ulivi di Assisi e di Spoleto, in riconoscimento dell’ingegnosità attraverso cui risorse naturali e necessità umane sono state combinate per creare mezzi di sostentamento ed ecosistemi mutualmente sostenibili.

La nomina va ad aggiungersi agli altri 13 nuovi siti del programma FAO riconosciuti ad aprile scorso che si trovano in Cina, Egitto, Giappone, Repubblica di Corea, Messico, Portogallo, Spagna e Sri Lanka.

Il territorio umbro è il primo sito italiano a venire ufficialmente incluso nel programma della FAO che mira a mettere in risalto sistemi agricoli unici che le comunità rurali nel mondo hanno forgiato nel corso di generazioni per promuovere la sicurezza alimentaremezzi di sussistenza sostenibiliecosistemi resilienti e una ricca biodiversità, in un contesto di incredibile bellezza.

Siamo estremamente lieti di accogliere gli ulivi di Assisi e di Spoleto nel programma GIAHS – ha affermato Yoshihide Endo, coordinatore del progetto della FAO – Una decisione che riconosce l’importanza culturale, economica e ambientale di questa antica zona di produzione dell’olio”.

Il territorio individuato è composto da una serie di terrazzamenti in pietra costruiti nei secoli sui costoni delle montagne e mantenuti fino al giorno d’oggi secondo la tradizione. Terrazzamenti che consentono un ottimo drenaggio delle falde acquifere e che permettono la produzione di un olio di alta qualità. Il tutto in un perfetto equilibrio con il paesaggio locale.

Ricordiamo che l’idea del programma GIAHS della FAO è quella di mettere in risalto le forme uniche e ingegnose che hanno permesso di raggiungere la sostenibilità nell’attività umana di base, cioè trasformare le risorse naturali in un sistema alimentare sostenibile. L’obiettivo è quello di tutelarne dinamicamente la conservazione e di permettere ai piccoli produttori che hanno contribuito a realizzarle di continuare a operare come custodi e depositari della tradizione tra le sfide moderne, tra cui urbanizzazione e cambiamenti climatici.

Ad oggi sono 51 i siti nel mondo che hanno ricevuto questo importante riconoscimento. Per l’Italia sono in fase di valutazione anche i vigneti di Soave.

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